Eco Del Cinema

Recensione “The Boogeyman”: il mostro archetipico kingiano è troppo reale per dare i brividi

The Boogeyman è il sesto adattamento cinematografico de Il Baubau, celebre racconto del maestro dell’orrore Stephen King.

Dopo essersi fatto notare con la regia di Host e Dashcam, horror che riflettono sulla dimensione claustrofobica delle nuove tecnologie, Rob Savage si cimenta dell’arduo compito di portare sullo schermo una storia ampiamente rodata e ben conosciuta dal grande pubblico.

Indice

The Boogeyman: tutte le informazioni

Trama

La giovane Sadie e la sorellina Sawyer hanno difficoltà a superare la perdita della madre, complice l’atteggiamento di Will, il padre psichiatra, che preso dal proprio dolore evita di trattare l’argomento e mostrare loro la dovuta vicinanza.

Nel frattempo, un paziente confessa a Will che un’entità mostruosa ha ucciso i suoi tre figli. L’uomo, interpretando le sue parole come deliri psicologici, non sembra dargli troppo peso, ma la maledizione che lo ha afflitto inizia a tormentare anche Sadie e Sawyer.

Crediti

  • Data di uscita: 1 giugno 2023
  • Regia: Rob Savage
  • Sceneggiatura: Scott Beck, Bryan Woods, Mark Heyman
  • Genere: Horror
  • Durata: 98 minuti
  • Fotografia: Eli Born
  • Montaggio: Peter Gvozdas
  • Musiche: Patrick Jonsson
  • Produzione: 20th Century Studios, 21 Laps Entertainment, NeoReel
  • Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
  • Attori: Chris Messina, Sophie Thatcher, Marin Ireland, David Dastmalchian, Vivien Lyra Blair, Lisa Gay Hamilton, Lacey Dover, Maddie Nichols, Madison Hu, Beau Hart, Adams Bellouis, Victoria Harris, Han Soto, Mabel Tyler

Recensione

The Boogeyman è un horror classico che utilizza quasi tutti gli stilemi del genere, dagli ormai logori jump scare alla mitologia del mostro che si nasconde dentro l’armadio, per raccontare una storia che andrebbe invece rivitalizzata attraverso nuove formule stilistiche e narrative.
La regia di Savage è solida e le atmosfere del film sono crepuscolari e inquietanti al punto giusto, tuttavia non basta una messa in scena sufficiente a giustificare l’ennesimo rifacimento cinematografico di una storia che lo spettatore conosce e ha avuto modo di esperire più volte sul grande schermo.

D’altronde, è noto che la poetica di Stephen King sia incentrata sulla tensione psicologica e su una costante sensazione di pericolo che aleggia intorno ai protagonisti, lo spavento viene quindi causato dalla paura della paura stessa. Questo film, al contrario, sceglie di conferire alla paura un corpo – non indimenticabile – e una precisa collocazione nello spazio.

Non è reale. Non è reale. Non è reale.

Le due protagoniste ce la mettono tutta per auto convincersi che il mostro sia solamente frutto della loro immaginazione, così da allontanare la terribile paura che le affligge. Eppure, paradossalmente, il problema è rappresentato proprio dal suo essere così reale.

Interessante la spiegazione per la quale Boogeyman sarebbe un mostro archetipico che vaga sulla Terra fin dall’alba dei tempi, terrorizzando le persone nel buio e addirittura costringendo gli uomini primitivi a inventare il fuoco per tenerlo lontano. Anche la dinamica del superamento del lutto familiare, coniugata all’incombenza di un’ombra che si nutre della debolezza emotiva di chi l’ha subito, funziona come elemento metaforico ed emozionale, ma queste suggestioni non vengono sfruttate al meglio e finiscono per mettersi al servizio del più scontato e prevedibile dei canovacci.

Nel momento in cui viene presentato come una bestia da intrappolare con fili sottili per spararlo con un fucile, l’uomo nero perde tutto il suo fascino oscuro e misterioso, smette di essere una figura inquietante che alberga nella testa di chi è tormentato e scosso da un qualche trauma e diventa un semplice animale gigantesco, difficile ma non impossibile da tenere a bada.

La questione è sempre la stessa: negli horror di questo tipo la paura scompare quando compare fisicamente il mostro. Il problema non risiede dunque nella scelta di mettere in scena una storia canonica che poggia sui topoi del genere, bensì nel farlo ricorrendo alle soluzioni visive e narrative più scontate e macchinose. Sbandare, saltare dalla poltrona, urlare per un suono stridulo o un’apparizione improvvisa, significa vivere uno spavento che svanisce nello stesso momento in cui si palesa e non uscire dalla sala traumatizzati o segnati profondamente dalla visione.

Conclusioni

The Boogeyman è un horror classico che può contare su un’ottima regia, una messa in scena a suo modo intrigante e delle atmosfere che funzionano, ma non riesce a distinguersi dai tanti prodotti che “infestano” le sale e le piattaforme streaming, né dalle altre cinque trasposizioni cinematografiche del racconto di Stephen King cui la trama è ispirata.

Trailer

Articoli correlati

Corrado Monina

Corrado Monina

Mi chiamo Corrado, mi occupo di sceneggiatura, regia e critica e lavoro per il Filmstudio di Roma come responsabile creativo. Amo il cinema, la musica e tutto ciò che ruota intorno alle arti visive e alla letteratura.

Condividi