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Recensione “Talk To Me”: i Philippou parlano con gli spiriti dell’aldilà creativo tramite il medium cinema

Talvolta capita che, all’interno di un mercato saturo – tranne qualche dovuta e importantissima eccezione, vedi Robert Eggers e le altre nuove leve – e stracolmo di pellicole di genere tristemente derivative, esca allo scoperto un esordio alla regia e alla sceneggiatura di pregevole fattura che brilla per inventiva, suggestioni visive e originalità nella messa in scena. Stiamo parlando di Talk To Me, l’horror australiano che sta spopolando nelle sale internazionali firmato da Danny e Michael Philippou.

Indice

Talk To Me: tutte le informazioni

Trama

Mia ha perso da poco la madre e ha un rapporto complicato con il padre. L’amica Jade e il fratellino di lei Riley hanno un rapporto di amicizia molto stretto con Mia e la ospitano a casa, come se facesse parte della famiglia. Intanto tra i loro coetanei si diffonde sempre più una serie di video che ritrae gli effetti di un gioco: una sorta di seduta spiritica, in cui il soggetto entra in contatto con gli spiriti dell’aldilà. Quando Hayley propone a Mia di sottoporsi alla sfida in questione e stringere la mano che apre il contatto, la ragazza sorprendentemente accetta e vive un’esperienza sconvolgente.

Crediti

  • Data di uscita: 28 settembre 2023
  • Regia: Danny e Michael Philuppou
  • Sceneggiatura: Danny e Michael Philuppou
  • Genere: Horror
  • Montaggio: Geoff Lamb
  • Fotografia: Aaron McLisky
  • Musiche: Cornel Wilczeck
  • Produzione: Screen Australia, South Australian Film Corporation, Adelaide Film Festival, Investment Fund, Head Gear Films, Metrol Technology, Causeway Films
  • Distribuzione: A24
  • Attori: Sophie Wilde, Miranda Otto, Joe Bird, Alexandra Jensen, Otis Dhanji, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen, Zoe Terakes, Chris Alosio

Recensione

Talk To Me è un film horror spiccatamente attuale – si candida, però, anche a diventare un piccolo classico – che riesce a coniugare il gusto classico da jump scare e violenza fisica ad una notevole costruzione dei personaggi principali e una tensione psicologica a tratti insostenibile. E così, quella che ingannevolmente potrebbe sembrare l’ennesima copia carbone di tanti racconti cinematografici sul tema dell’occulto e della medianità, si presenta invece come una delle opere di genere più interessanti del panorama contemporaneo.

I giovani protagonisti di questa storia crepuscolare appaiono completamente annichiliti e devastati dal vuoto di una solitudine viscerale e profonda – ma anche affollata, annacquata da una illusoria vicendevole compagnia -, che tentano di colmare attraverso il contatto con un altro mondo. L’approccio verso l’oscuro e l’ignoto viene però da loro condito di superficialità e inopportuno spirito goliardico, ambizione di controllo – un’altra illusione diffusa nel nostro tempo – e confusione di intenti. Questo “altro mondo” cui tendono, infatti, non è solamente quello degli spiriti, ma anche quello dei telefoni, dell’esistenza virtuale, della perdizione sensoriale che conduce all’annullamento del rapporto con la propria umanità e all’inconsapevole profanazione di ciò che è sacro.

Il limbo in cui sono bloccati è speculare a quello dove continuano a “vivere” gli spiriti dell’aldilà e perseguito circolarmente dalla drammaturgia del film, che all’inizio punta i riflettori – sotto forma di fari della macchina – sullo stato di sofferenza di un povero canguro investito per strada – e lasciato lì, per l’appunto, in quel limbo -, e lo richiama nella geniale sequenza di chiusura, nella quale Mia si (ri)trova dall’altra parte della giostra. Risulta poi doveroso segnalare due importanti ribaltamenti che invertono il canovaccio horror più inflazionato: lo sviluppo di Talk To Me vuole che siano gli spiriti a lasciar entrare i vivi nel loro mondo e inoltre la protagonista, a dispetto di quanto accade tradizionalmente, è l’unica a soccombere.

Grazie all’attenzione narrativa nel delineare i personaggi e il contesto, rafforzata dal dinamismo di una regia visionaria che – volendo perpetrare la metafora automobilistica – non stacca mai il piede dall’acceleratore, Talk To Me parte con le giuste premesse e quando il gioco si fa tragedia esplode con mirabile potenza, scivola in un delirio angoscioso e paranoide dal ritmo forsennato e dalle atmosfere sinistre rivelandosi, nonostante qualche perdonabile ingenuità – che, in un esordio, è più che altro vitalità creativa -, degno della migliore tradizione autoriale del suo genere di riferimento.

Conclusioni

Danny e Michael Philippou – coppia artistica familiare proveniente dai video su YouTube – si mettono in contatto con gli spiriti dell’aldilà creativo tramite il medium cinema, dimostrando che il genere horror può ricevere spinte innovative soprattutto per mano degli esordienti – tra l’altro, è importante specificarlo, lo stanno dimostrando anche gli incassi al botteghino – e più in generale da parte di chi ha un’urgenza creativa libera dal meccanismo ormai traboccante di seguiti e rifacimenti proposto dalle grandi produzioni dell’industria hollywoodiana.

Il film, nella sua distribuzione italiana, aveva ricevuto il divieto ai minori di diciotto anni, poi annullato dopo aver vinto il ricorso. Anche “Piove” di Paolo Strippoli, altro brillante esempio di nuovo cinema horror d’autore – per giunta proveniente dal nostro Paese – ha dovuto attraversare un percorso simile. Ci auguriamo dunque che in Italia i film di genere possano ricevere una sempre maggiore attenzione da parte dell’intera filiera cinematografica, in particolare quella distributiva, così da incoraggiare l’apporto creativo che tanti giovani autori hanno da offrire al settore.

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Corrado Monina

Corrado Monina

Mi chiamo Corrado, mi occupo di sceneggiatura, regia e critica e lavoro per il Filmstudio di Roma come responsabile creativo. Amo il cinema, la musica e tutto ciò che ruota intorno alle arti visive e alla letteratura.

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