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Recensione “Paradise”: un tiepido thriller distopico sul tempo che passa

Paradise”, film tedesco diretto da Boris Kunz, è un tiepido thriller distopico con alla base una premessa accattivante – quella dell’inversione del processo di invecchiamento – ma che non riesce tuttavia a spingersi oltre uno scontato messaggio anti-classista. In streaming su Netflix.

Indice

Paradise – tutte le informazioni

Trama

Paradise” è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui una società chiamata AEON ha escogitato un modo per invertire il processo di invecchiamento. Il problema è che qualcuno deve sacrificare anni della propria vita per donarli a un destinatario che li sfrutterà per appunto ringiovanire. Quando sua moglie Elena (Marlene Tanczik) è costretta a rinunciare a 40 anni della sua esistenza come pagamento di un debito assicurativo, Max (Kostja Ullmann) cercherà disperatamente un modo per riaverli indietro.

Recensione “Paradise”: un tiepido thriller distopico sul tempo che passa

Crediti

  • Regia: Boris Kunz
  • Cast: Boris Kunz, Tomas Jonsgården, Indre Juskute. Con Lisa-Marie Koroll, Dalila Abdallah, Numan Acar, Simon Amberger, Iris Berben, Alida Bohnen, Aleyna Cara, Cynthia Cosima, Sarunas Datenis, Tomas Dziatlovskis, Marius Karolis Gotbergas
  • Genere: Fantascienza, Thriller
  • Durata: 117 minuti
  • Produzione: Germania, 2023
  • Casa di produzione: NEUESUPER
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: giovedi 27 luglio 2023

L’avvincente thriller ambientato nel prossimo futuro è stato prodotto da Simon Amberger, Korbinian Dufter e Rafael Parente della NEUESUPER GmbH. La sceneggiatura è stata scritta dal regista Boris Kunz insieme a Peter Kocyla e Simon Amberger. Christian Stangassinger funge da direttore della fotografia, con Marc Bitz e Josef Brandl alle scenografie.

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Recensione

Diretto e co-scritto da Boris Kunz insieme agli sceneggiatori Peter Kocyla e Simon Amberger, “Paradise” narra le vicende di una coppia, Max e Elena, che vive in un futuro distopico nel quale il tempo è stricto sensu denaro, e dove è consentita la compravendita di anni di vita. Nonostante, dunque, l’idea di partenza sia indubbiamente intrigante, il film non riesce a spingersi oltre a delle sciocchezze stereotipate e ad un banale messaggio anti-classista dei ricchi che si nutrono dei poveri per guadagnare la giovinezza.

Per quanto un ritmo opportunamente alacre e degli sfondi gradevolmente cupi depongano a favore del film di Kunz, si deve altresì dire che la sua tipica miscellanea di stili – dal thriller alla fantascienza, terminando con l’action – lo fa sprofondare in un’indeterminatezza fangosa e incomprensibile, tale da avversarne in un certo senso la visione.

La messinscena è competente, per carità, l’allestimento ben curato e i trucchi visivi sostanzialmente impercettibili, al punto da conferirgli un tocco futuristico sicuramente apprezzabile. Malgrado questo, alcune caratterizzazioni dei personaggi piuttosto approssimative e dei dialoghi tendenzialmente noiosi non agevolano lo sviluppo di un racconto che minaccia qua e là di arrancare in maniera pericolosa.

Le interpretazioni – particolarmente quella di Kostja Ullmann in versione tormentata – sono intense e conflittuali, ed anche la costruzione generale della storia è tutto sommato ben eseguita: sfortunatamente, ciò non basta a portare in salvo una pellicola che alla fin fine risulta inconsistente e caotica, e che si può dire non abbia per sfortuna nulla di nuovo o diverso da sviscerare sugli argomenti trattati.

Giudizio e conclusione

“Paradise” è un film che per quanto sia ben costruito mantiene meno di quel che promette, risolvendosi in definitiva in una storia di futurismo distopico timida e scontata, che raramente appare in grado di coinvolgere appieno.

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Note di regia

Il progetto è stato sviluppato dal produttore Simon Amberger di NEUESUPER, sono stato coinvolto solo in seguito. Un’idea che avevano all’epoca: il concetto dei ladri del tempo di “Momo” di Michael Ende può essere pensato in modo diverso rispetto al contesto fiabesco del libro per bambini? All’inizio doveva essere una specie di thriller d’azione. Ho letto le prime bozze nel 2023. Sono stato coinvolto nello sviluppo per un po’. Successivamente, Simon e lo sceneggiatore Peter Kocyla hanno portato la storia in una direzione completamente diversa, che è diventata più un dramma sui personaggi sulla coppia sposata Max ed Elena. Detto questo, sono tornati da me e da Netflix. Era l’inizio del 2020. Successivamente abbiamo rivisto il libro di nuovo insieme. Quindi è stato un processo piuttosto lungo.

Mi è piaciuto subito il concetto. Questo dilemma dei due personaggi principali, come si è cristallizzato nella versione successiva, mi ha afferrato. Ero totalmente coinvolto e ho sofferto con i personaggi. Allo stesso tempo, è una storia che stimola a pensare in direzioni diverse. Puoi avere una varietà di pensieri sugli effetti che tale tecnologia ha sulla società. Cosa fa questo ai ricchi? E ai poveri? Come la affrontano le persone che hanno allungato la loro vita o, al contrario, le cui vite sono state accorciate? Alla fine, questo è ciò che mi ha attratto, che ci sono così tanti argomenti che vanno oltre questa fatidica storia. ‘Paradise’ è un ritratto esagerato della nostra società attuale. Un altro punto che mi ha interessato: ovviamente è incredibilmente eccitante poter girare un film del prossimo futuro in Germania. Raramente succede.

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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