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Recensione “Pain Hustlers – Il business del dolore”: il problema è serio, la riflessione scontata

Su Netflix da qualche giorno, il film diretto da David Yates con protagonisti Emily Blunt e Chris Evans che parla della questione degli oppioidi in America. Il problema è serio, ma la riflessione contenuta nel film non riesce a spingersi oltre una noiosa banalità.

Indice

Pain Hustlers-Il business del dolore – tutte le informazioni

Trama

Una madre single senza soldi ma ambiziosa coglie un’opportunità redditizia nel settore farmaceutico. Fino a dove si spingerà per portare al successo un nuovo antidolorifico?

Recensione “Pain Hustlers – Il business del dolore”: il problema è serio, la riflessione scontata

Crediti

  • Tit. orig.: Pain Hustlers
  • Regia: David Yates
  • Sceneggiatura: Wells Tower
  • Cast: Emily Blunt, Chris Evans, Chloe Coleman, Catherine O’Hara, Andy Garcia, Jay Duplass, Brian d’Arcy James, Amit Shah, Aubrey Dollar, Britt Rentschler, Selena Anduze, Erin Ownbey, Sharon Conley, Michael Lowry, Andrea Laing, Josh Ventura, Greyson Chadwick, Avis-Marie Barnes, Donna DuPlantier, Alex Van, Alan Wells, Pat Dortch, Kenny Alfonso, Willie Raysor, Nick J. McNeil, Jacob Price, Omer Mughal, Leydi Morales, Ryan King, Jeffrey Charles Morgan, Saif Mohsen, Mike Stoudt
  • Genere: Drammatico, Thriller
  • Durata: 122 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Casa di produzione: Grey Matter Productions, Wychwood Pictures
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: venerdi 27 ottobre 2023

La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival l’11 settembre 2023

Recensione

Il problema dell’abuso di farmaci è un problema serio in tutto il mondo, segnatamente negli USA dove ogni anno si registrano migliaia di morti per motivi ad esso legati. “Pain Hustlers – Il business del dolore” ne traccia non solo i contorni ma fa proprio una disamina della questione, tuttavia la riflessione che ne scaturisce risulta banale e solo sporadicamente può esser considerata positivamente usufruibile da parte del pubblico.

Pain Hustlers” è diretto da David Yates ed è tratto da un libro di Evan Hughes nel quale l’autore presenta un’indagine reale sul business degli oppioidi in America; ma il film non mostra purtroppo nulla di unico nello stile, né di particolarmente avvincente da tenere alto un interesse che dopo un incipit piuttosto dinamico e invitante va degradando mano a mano che il racconto procede. Per quanto sia grandioso vedere Yates al di fuori di Harry Potter, il suo lavoro manca di qualsiasi tipo di sostanza necessaria per attirare l’attenzione, e nemmeno un cast valevole all’opera riesce a ribaltarne opportunamente le sorti.

E’ chiaro fin dal primo momento come il regista intenda esaltare il dubbio amletico – ben espresso dalla protagonista Emily Blunt in una interpretazione sincera ed emotivamente coinvolta – fra il desiderio di aiutare le persone a soffrire di meno e il profitto che da ciò deriva, compreso il rischio effettivo di complicare di molto la vita a quelle stesse persone che si intenderebbe aiutare. Purtroppo, quando arriva il momento clou la premessa alla base di tutto finisce per essere utilizzata in maniera dispersiva e poco ficcante, cosicché la pellicola non può aspirare a fornire delle considerazioni abbastanza significative sul tema.

Pain Hustlers” vorrebbe cercare di mescolare l’umorismo e l’intento serio di modo da generare qualcosa di appetibile. Sfortunatamente si dimostra incapace di comprendere la profondità del messaggio che sta esso stesso provando a veicolare, e i buoni propositi scadono quasi ridicolmente in un nulla di fatto.

Giudizio conclusivo

Pain Hustlers – Il business del dolore” tocca una tematica piuttosto importante e sentita ma lo fa in modo superficiale e scontato, non riuscendo a coinvolgere né a stimolare alcuna riflessione valida.

Note di regia

La sceneggiatura si è evoluta. Durante la fase di stesura occasionalmente andavamo troppo oltre con alcuni momenti e anche in fase di montaggio… c’era una versione del film piena di umorismo. Io e Mark, in fase di montaggio, abbiamo aggiunto un po’ troppe improvvisazioni da parte di attori come Andy Garcia o Chris, così quando lo abbiamo visto ci siamo resi conto che fosse troppo una commedia. La revisione della sceneggiatura e il lavoro sul montaggio sono stati entrambi volti a cercare equilibrio e bilanciamento, equilibrio e bilanciamento, ed è stata dura arrivarci. C’è una versione di questo film molto più divertente, ma alla fine impediva che prendessimo seriamente le emozioni e il messaggio che la storia voleva comunicare. L’abbiamo bilanciato con molta attenzione nel miglior modo possibile, ma lo abbiamo fatto sul filo del rasoio

Cercavo un dramma. Dopo aver trascorso molto tempo a girare film di maghi, volevo un dramma nel mondo reale, che ruotasse attorno a un tema sociale attuale. [Pain Hustlers] aveva tutto questo e conteneva un mucchio di personaggi in situazioni straordinarie. È stato rinvigorente girare in esterni, in ambientazioni vere, girando in tre location al giorno. Il contrasto non sarebbe potuto essere più forte. Mi è sembrato un ritorno a casa, al tipo di lavoro che ho sempre adorato fare. È stato bellissimo

Trailer

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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