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Recensione “November – I cinque giorni dopo il Bataclan”: la ricostruzione delle indagini delle squadre antiterrorismo

Il film “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” ricostruisce con attenzione le operazioni militari e lo stressante inarrestabile lavoro dei servizi speciali e delle squadre antiterrorismo che sono seguiti agli attentati che hanno colpito la città di Parigi a novembre del 2015. Diretto da Cédric Jimenez il film con ritmo e dinamismo rappresenta 5 incessanti giorni di indagini.

Indice

“November – I cinque giorni dopo il Bataclan” – Tutte le informazioni

Trama

November - poster

Il 13 novembre 2015 è una data indelebile nella mente di migliaia di persone. Si tratta del peggior attentato mai avvenuto in Francia e il secondo tra i più gravi in Europa. I cinque giorni successivi l’intera squadra antiterrorismo, insieme ai servizi segreti e ai corpi speciali lavorarono senza sosta per 5 giorni nel tentativo di trovare e arrestare i colpevoli, senza inizialmente avere idea di che aspetto avessero e di dove potessero essere in quel momento, forse già troppo lontani, fuori dai confini francesi. Tra testimonianze, intercettazioni, protocolli non seguiti, viaggio tra Belgio e Marocco, arresti, interrogatori e una sensazione di pericolo e sospetto che investe chiunque, e che vede nemici ovunque.

Crediti

  • Regia: Cédric Jimenez
  • Cast: Jean Dujardin, Sandrine Kiberlain, Anaïs Demoustier, Jérémie Renier, Lyna Khoudri, Hugo Dillon, Sami Outalbali, Stéphanie Bak, Sofian Khammes, Cédric Kahn, Quentin Faure
  • Genere: drammatico poliziesco
  • Durata: 100 min
  • Produzione: Francia, 2022
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Data d’uscita: 20 aprile 2023

La recensione

Tra action e suspence il rimando di “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” alle spy-story

November - I cinque giorni dopo il Bataclan

Appostamenti, indagini, inseguimenti, intercettazioni, testimonianze e squadre antisommossa pronte a intervenire, “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” è un insieme di sequenze che ricordano molto le spy-story. Il film di Cédric Jimenez ricostruisce le varie operazioni che hanno portato all’arresto e alla cattura dei terroristi che il 13 novembre del 2015 hanno seminato il terrore nella capitale francese. Una pellicola che mostra una missione durata 5 giorni e che segna solo la prima di una serie di interventi volti a combattere il terrorismo. “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” si apre con la quiete prima della tempesta, telefoni che iniziano a squillare uno dopo l’altro, una serata come tante che vede ogni agente di tutte le forze dell’ordine e delle squadre antiterrorismo mettersi a lavoro per dare il via a una caccia all’uomo, lavorando senza sosta. Un numero di vittime imprecisato che sale e una situazione estremamente difficile da gestire.

Tra promesse non mantenute, testimoni messi in pericolo e operazioni che falliscono, “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” non mostra nessuno degli attacchi, raccontando ciò che è successo attraverso i corpi speciali che hanno cercato di fermare la fuga dei colpevoli, di trovarli, nel terrore che si trattasse solo di un primo tragico attacco. Il film, coinvolgente dall’inizio alla fine, alterna sapientemente scene action e momenti di grande suspence, che riguardano le scene di appostamento e pedinamento di soggetti considerati pericolosi, sospetti e che potevano in qualche modo avere a che fare con gli attentati. “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” ricrea con una regia dinamica e serrata, tutta la frenesia, lo stress e i faticosi compiti che ognuno doveva seguire, senza farsi sopraffare dalle emozioni, come chiarisce il personaggio di Dujardin all’inizio del film.

Una riflessione importante

November - I cinque giorni dopo il Bataclan

Anche le ottime interpretazioni, da Sabrine Kiberlain a Jean Dujardin, da Sami Outalbali a Anaïs Demoustier aumentano la sensazione di paura, agitazione, nervosismo e rabbia che si è provati in quei giorni e che chi, come forze dell’ordine e corpi speciali, ha dovuto sopportare tra ritmi estenuanti, l’angoscia di lasciarsi sfuggire coloro che avevano causato 130 morti e il panico che si trattasse solo del primo di una serie di attacchi che avrebbero colpito Parigi e l’intera Francia. “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” pur non indagando l’interiorità dei personaggi né la loro vita privata, riesce a far empatizzare con i protagonisti che ruotano attorno alla vicenda, caratterizzandoli quanto basta per capirne, comportamenti, azioni e decisioni. Con una lunga scena finale spiazzante e sconvolgente, perfettamente in linea con le precedenti sequenze, fatte di action, tensione e anche una linea che rimanda al thriller e all’investigation.

Gli attentati di Parigi scossero tutta l’Europa, quando l’Isis iniziò a diventare una minaccia che non lasciava nessuno escluso, con un senso di paura che toccò molti Paesi e che vide poi drammaticamente coinvolte anche Belgio, Germania, Regno Unito, Spagna e decine di altre Nazioni. Con il terzo atto e la sequenza finale “November – I cinque giorni dopo il Bataclan” si carica di significati e sottotesti, magistralmente trasmessi non solo da ciò che accade, ma dai volti dei personaggi, silenzi espressivi e sguardi vacui che racchiudono un sé un susseguirsi di emozioni. In quei momenti Cédric Jimenez ragiona sul tema della vendetta e della giustizia, portando lo spettatore a riflettere su che cosa voglia dire realmente “lotta al terrorismo” e sul perché sia fondamentale nel salvare vite umane.

“November – I cinque giorni dopo il Bataclan”: Giudizio e valutazione

“November – I cinque giorni dopo il Bataclan” è un film avvincente e che riesce a coinvolgere lo spettatore nelle indagini e nelle operazioni che i personaggi svolgono per catturare i colpevoli degli attentati. Rispettoso e attento nel riportare i fatti e nel rappresentare un gruppo di persone al lavoro giorno e notte, tra la consapevolezza di ciò che è accaduto e l’incredulità di quello che stava succedendo. Alla fine di quei 5 giorni, come ricorda il film con un’ultima scena eccezionale, che i colpevoli vengano catturati o no, la sensazione di terrore rimarrà, la lotta al terrorismo continuerà incessante e le vittime saranno sempre centinaia. Ma al tempo stesso Cédric Jimenez sottolinea come la cosa più importante sia conoscere i propri nemici e prevenire altri attacchi.

Trailer

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