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Recensione “Mindcage – Mente criminale” : un thriller moscio e poco eccitante

Mindcage – Mente criminale“, film diretto da Mauro Borrelli, è un thriller senza mordente, noioso nonché facilmente riconducibile a più o meno un milione di film sugli assassini periodici. Nemmeno una discreta prestazione di John Malkovich può avere la capacità di preservarlo dall’oblio.

Indice

Mindcage-Mente criminale – tutte le informazioni

Trama

Jake Doyle (Martin Lawrence) e Mary Kelly (Melissa Roxburgh) devono indagare su degli omicidi commessi da un serial killer che sembrano imitare in qualche maniera il modus operandi di The Artist (John Malkovich), assassino già incarcerato. Gli agenti si dovranno avvalere del suo aiuto per risolvere il caso, ma la collaborazione non si rivelerà affatto semplice, e i due verranno attirati in un gioco perverso del gatto col topo.

Crediti

  • Tit. orig.: Mindcage
  • Regia: Mauro Borrelli
  • Cast: Martin Lawrence, Melissa Roxburgh, John Malkovich, Robert Knepper, Neb Chupin, Jacob Grodnik, Chris Mullinax, Ritchie Montgomery, Nellie Sciutto, Cassandra Gava, Nikola Chupin, Harold Dennis, Kent Harper
  • Genere: poliziesco, thriller
  • Durata: 97 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2022
  • Casa di produzione: Lionsgate
  • Distribuzione: Notorious Pictures, Medusa Film
  • Data di uscita: giovedì 8 giugno 2023

Recensione

Mindcage – Mente criminale” purtroppo non mantiene le promesse. Lo sceneggiatore Reggie Keyohara III ha chiaramente apprezzato così tanto “Il silenzio degli innocenti” (Jonathan Demme, 1991) che ha deciso di creare la sua versione del racconto. Tuttavia, invece di un antropofago dietro le sbarre che aiuta gli investigatori a risolvere un caso di omicidio plurimo di giovani ragazze, c’è un artista la cui specialità è creare con i corpi delle vittime delle immagini sinistre basate su dipinti violenti.

Ma l’intento sembrerebbe essere il medesimo, ossia mettere in scena una storia con lo stesso grado di ansietà ed inquietudine contenute nel film di Demme, cosa che il povero Mauro Borrelli alla regia, pur provandoci palesemente, non riesce esattamente a fare. La sua pellicola risulta alla fine goffa, monotona e straordinariamente limitata nella tensione, elemento di cui un thriller anche di medio livello non dovrebbe assolutamente mai difettare. Il lungometraggio procede in modo esasperatamente flemmatico, con scarso entusiasmo, portando avanti un concetto centrale di indagine psicologica che potrebbe sommariamente anche essere interessante, ma trasformandolo inavvertitamente e in maniera alquanto improvvida in magia nera.

Nel film di Borrelli è tutto già visto, ma l’eccessiva dipendenza dai topoi di genere non sarebbe di per sé neppure un grosso problema, se solo la pellicola possedesse la giusta dose di grinta e un livello di suspense adeguato. Quanto poi alla recitazione, il solo elemento valevole si dimostra l’interpretazione luciferina di John Malkovich, sicuramente apprezzabile se anche non all’altezza delle consuete sue performance, forse perché la pellicola stessa, mal servita da una sceneggiatura fragile e poco significativa, non gli deve aver reso la vita troppo facile.

Normalmente in lavori di questo tipo il “mistero” è sempre piuttosto inebriante. In “Mindcage – Mente criminale“, ahinoi, no.

Giudizio e conclusione

Mindcage – Mente criminale” è un thriller moscio e poco eccitante, che vorrebbe rifarsi alla grande tradizione delle pellicole sui serial killer ma che non riesce minimamente a sostenerne il peso.

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Note di regia

Mindcage – Mente criminale è un thriller soprannaturale/horror che esplora il sovrumano utilizzando l’iconografia religiosa. Un’investigatrice di polizia che ha perso la fede si rifiuta di considerare l’esistenza di qualcosa al di fuori del mondo fisico mentre è sulle tracce di un misterioso serial killer. Ma mentre la sua caccia procede, le circostanze le impongono di riesaminare la sua ideologia. La storia doveva svolgersi originariamente in u n contesto metropolitano , ma è stata spostata in uno scenario rurale a causa di problemi logistici e tecnici. Con questo cambiamento, ho dovuto rivedere e creare un’ambientazione gotica con dei risultati visivamente magnifici. Come thriller soprannaturale/horror, Mindcage utilizza elementi mitologici suggestivi che richiamano film come Il sesto senso , Seven e Constantine . Pur essendo ambientato ai giorni nostri, ho voluto inserire degli oggetti di scena d’epoca che, a mio avviso, aiutano a costruire la suspense. Per le scene più horror, ho cercato di evitare la tipica costruzione del genere che, a tratti, suscita nausea. Ho preferito giocare in un mix d i horror e bellezza per l’edificazione di un’esperienza mistica, capace di suscitare inquietudine.

Ho sempre desiderato lavorare ad una storia poliziesca. Con lo sceneggiatore Reggie Keyohara III siamo stati subito attratti dall’idea di esplorare la sfera mistica con personaggi estremamente razionali. Come regista, poi, per me era importante riuscire a combinare un’estetica noir con quella tipica dell’arte classica. D’altronde, ero un pittore che lavorava al Museo Italiano , riproducev o opere classiche di Tiziano, Caravaggio e Raffaello. È da quel mondo che provengo. Ho deciso di usare principalmente il rosso e l’oro come tonalità cromatiche. Mi sono ispirato ai dipinti religiosi dell’arte italiana del XV e XVI secolo e, alcune di queste immagini, rientrano in molte inquadrature del film. Ho lavorato in modo molto accurato e dettagliato sugli storyboard e con il direttore della fotografia ho usato luci e composizion i molto simili.

Trailer

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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