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Recensione “Marry my dead body”: la rom com taiwanese che ribalta ogni genere

Film taiwanese diretto da Wei-hai Cheng, “Marry my dead body” è una commedia divertente, romantica e con elementi del cinema action e di quello orientale, con una trama che però si dilunga eccessivamente.

Indice

“Marry my dead body” – Tutte le informazioni

Trama

Marry my dead body - locandina

Un agente di polizia, accusato di omofobia e con metodi poco ortodossi, trova un invito nuziale all’interno di una misteriosa busta rossa che raccoglie da terra. Ecco che un gruppo di signore anziane, che aspettavano solo che qualcuno prendesse e aprisse quella busta, spiegano cosa succederà: proprietario di quella busta è un ragazzo morto da poco, nipote di una delle donne, che sta aspettando dall’aldilà di reincarnarsi. Un segno del destino al quale il poliziotto non crede, ma a caro prezzo. Una serie di sventure lo perseguitano, portandolo a rischiare la sua stessa vita, proprio come gli aveva predetto la nonna del misterioso uomo fantasma. Non gli resta altro che acconsentire alla richiesta, pensando che sposare un fantasma non sia poi così difficile, ma scoprirà col tempo quanto si sbagliava.

Recensione “Marry my dead body”: la rom com taiwanese che ribalta ogni genere

Crediti

  • Regia: Wei-hao Cheng
  • Cast: Greg Han Hsu, Po-Hung Lin, Gingle Wang, Chen-Nan Tsai, Man-Chiao Wang Tsung-Hua To, Nien-Hsien Ma, Tsai-Hsing Chang, Yen-Tso Chen, Chih-Wei Cheng, Yu-Jing Hong, Chris Chih-Cheng Lee, He-Hsuan Lin, Kuan-Ting Liu, Dean Tang, Aaron Yan
  • Genere: commedia, fantastico
  • Durata: 130 min
  • Produzione: Taiwan, 2022
  • Distribuzione: Netflix
  • Data d’uscita: 10 agosto 2023

Recensione

Il divertimento assicurato in “Marry my dead body”

Marry my dead body

“Marry my dead body” parte con delle ottime premesse e i numerosi generi che lo compongono: action, romance, commedia e anche un pizzico di fantastico, sono ben equilibrati. Momenti divertenti, commoventi e drammatici insieme a scene d’azione con una dose non indifferente di arti marziali. Un sapore hollywoodiano pervade il film, collocandolo però nella cornice del cinema orientale, con usanze e credenze popolari come matrimoni fantasma, reincarnazione e vita nell’aldilà. Tra simpatiche gag e una comicità che sfiora il demenziale facendo più sorridere che suscitare ilarità. Forse il film è troppo denso di monologhi volti ad esprimere sentimenti, antefatti ed emozioni, senza alcun interesse nella verosimiglianza, non trattandosi di una pellicola introspettiva, ma di un racconto con un chiaro ed esplicito obiettivo.

Il film sembra puntare con orgoglio su un Paese dove l’omosessualità è stata accettata con fatica, con i matrimoni gay solo recentemente legalizzati a Taiwan. “Marry my dead body” vuole stupire, meravigliare e scioccare e con colpi di scena e svolte inaspettate riesce nell’intento alla perfezione, senza mai dimenticare sequenze d’azione, insieme ad altre comiche e altre ancora drammatiche. Tra mosse di Kung Fu, automobili impegnate in acrobazie, combattimenti corpo a corpo, tradizioni e usi e costumi cinesi, “Marry my dead body” presenta personaggi riusciti pur nella loro estrema semplicità. Primo fra tutti quello di Mao Pang-yu, interpretato da Austin Lin, protagonista di scene comiche e drammatiche, entrambe forti di una grande interpretazione.

Quando l’interiorità dei personaggi viene lasciata da parte

Anche il protagonista, l’attore Greg Hsu e il personaggio di Lin, volto dell’attrice Gingle Wang, ricoprono ruoli che creano empatia, anche se poco caratterizzati, o per meglio dire frettolosi, che hanno bisogno di spiegare, con lunghi dialoghi, cosa provano e perché abbiano preso una decisione piuttosto che un’altra. Un qualcosa che stona con l’intero ritmo dinamico, frizzante e frenetico del film e che anche nelle scene più rilassate o spassose, non convince del tutto. Nonostante 130 minuti appaiano, anche durante la visione della pellicola, eccessivi, “Marry my dead body” non manca di convincere e intrattenere, mostrando uno spaccato del mondo orientale e taiwanese, dove la fortuna o la sfortuna può abbattersi su chi sfugge ai segni del destino, perché tutto accade per un motivo.

Non a caso il protagonista è un uomo con tendenze e comportamenti che rasentano l’omofobia, a volte dichiarata a volte latente, trovando poi in Austin tutto ciò che avrebbe potuto desiderare in un amico, in un legame, in un rapporto che non ha interesse di definire. Per quanto alcuni finali, essendo tanto un action poliziesco, che un film comico, che un dramma sentimentale, possono risultare prevedibili, dal punto di vista romance e da quello più simpatico, cliffhanger, imprevisti e momenti di suspence e sorpresa arriveranno al momento giusto per regalare al film quel tocco di coinvolgimento che fa conoscere a molti spettatori un universo nuovo, dalla tecnica cinematografica riconoscibile. Regia e fotografia si fondono in uno stile chiaro, brillante, nitido e ricco di tinte cromatiche calde, in linea col tono più comico della pellicola.

“Marry my dead body”: Giudizio e valutazione

Il film di Wei-hai Cheng è un ottimo prodotto che mescola più generi e che insieme rendono una pellicola slegata, capace di raccontare una storia e un personaggio da più punti di vista. Un protagonista che cambia, si trasforma ed evolve, tra momenti carichi di spirito, divertimento e action. “Marry my dead body” è un racconto spassoso, allegro, esilarante e dinamico, ma non per questo esente da drammi, sofferenze della vita di tutti i giorni e possibili delusioni. Un film che si segue e si guarda con un certo coinvolgimento nonostante una durata forse eccessiva.

Trailer

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