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Recensione “L’esorcista del Papa”: Russell Crowe che lotta contro il Male è una cannonata

L’esorcista del Papa“, diretto da Julius Avery con protagonista un Russell Crowe (verrebbe da dire) “divino” nella parte di uno scaccia-demoni, si presenta come un horror flomboyant e non esageratamente pauroso, ma a tutti gli effetti inebriante. Il film è tratto in libertà dalle memorie del noto esorcista padre Gabriele Amorth.

Indice

L’esorcista del Papa – tutte le informazioni

Trama

Ispirandosi a dei fatti realmente accaduti, “L’esorcista del Papa” segue le vicende di un esorcista (padre Gabriele Amorth) che deve indagare sulla terrificante possessione di un ragazzino. Durante la sua investigazione, il presbitero verrà a conoscenza di segreti indicibili riguardanti la Chiesa e di una macchinazione secolare che il Vaticano ha tentato in ogni modo di tenere occultata. Le vicende esposte sono raccontate nei libri “Un esorcista racconta” e “Nuovi racconti di un esorcista” scritti dallo stesso padre Amorth: il candore unico, il senso dell’umorismo e la conoscenza dei rituali più segreti della Chiesa contenuti in essi hanno reso le sue memorie degli autentici bestseller.

Recensione “L’esorcista del Papa”: Russell Crowe che lotta contro il Male è una cannonata

Crediti

  • Tit. orig.: The Pope’s Exorcist
  • Regia: Julius Avery
  • Cast: Russell Crowe , Ralph Ineson , Franco Nero , Alex Essoe, Daniel Zovatto , Paloma Bloyd , Laurel Marsden , Cornell John , Pablo Raybould , Tom Bonington , Victor Solé , Alessandro Gruttadauria, Marc Velasco, Carrie Munro, Ed White, Edward Harper-Jones, Alessandro Gruttadauria, Ryan O’Grady
  • Genere: horror, thriller
  • Durata: 103 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Casa di produzione: 2.0 Entertainment, Loyola Productions
  • Distribuzione: Screen Gems, Sony Pictures Entertainment

Le riprese principali sono state effettuate dall’agosto all’ottobre 2022 tra Roma, Dublino e Limerick. La distribuzione della pellicola nelle sale italiane è prevista per il 13 aprile 2023, mentre il giorno dopo il film uscirà nelle sale statunitensi.

Recensione

Non c’è nulla di nuovo in questo film dell’orrore a sfondo sacro che parla di possessioni, gente indemoniata e tutto lo scibile luciferino. I canoni orrorifici del terrore metempirico sono rispettati pedissequamente, anche fin oltre, forse, l’artisticamente lecito; tant’è che in certi momenti verrebbe da dire “ma questo film l’ho già visto!”.

Ciononostante, una miscellanea di stili argutamente composta (dall’horror al thriller, passando attraverso il genere storico per arrivare nientepopodimeno che al fanta-action) unitamente alla performance di Russell Crowe in versione Giuliano Ferrara totalmente sfrenata garantiscono un risultato assoluto in termini di divertissement. Una vecchia abbazia decrepita spagnola comprata da una famiglia americana diviene dunque luogo perfettamente deputato per una sfida all’ultimo grugnito tra Amorth/Crowe e l’entità satanica che infesta l’edificio, sfida nella quale il Crowe più brusco e irsuto di sempre porta gradevolissimamente il dovuto peso specifico (in senso lato e stretto).

La sceneggiatura a firma Michael Petroni ed Evan Spiliotopoulos risulta sorprendentemente snella nonché calibrata al millimetro, e non lascia che vi sia il tempo materiale di distrarsi nemmeno per un secondo dallo scontro titanico fra Bene e Male portato sulla scena. Oltretutto, per quanto lo spettacolarismo iper-cinetico e pulp più schietto finisca per prevalere sullo spavento, si ha ad ogni modo la sensazione di essere in presenza di un horror soprannaturalistico pienamente riuscito.

Al netto di tutto, ciò che fa Crowe è qualche cosa di davvero lodabile, solido e pure umoristicamente tagliente. Che se ne scorrazzi pacifico sulla Lambretta, faccia i versacci alle suore o cerchi di spezzare le corna al diavolo, osservarlo è semplicemente una goduria, ed è praticamente impossibile non provare anche solo un briciolo di simpatia per lui.

Certo, qualsiasi film con “esorcista” nel titolo si mette inevitabilmente su un piano pericolosamente inclinato rispetto all’originale del 1973 diretto da William Friedkin. Ma “L’esorcista del Papa” non se ne preoccupa minimamente. E in fin dei conti, magnificamente fotografato, assemblato con competenza e recitato in modo incredibilmente sfizioso com’è, forse fa bene a non preoccuparsi.

Giudizio e conclusione

“L’esorcista del Papa” è un horror standard ma spettacolare e pienamente intrattenitivo, che può beneficiare di una prestazione di Russell Crowe assolutamente elettrizzante.

Note di regia

Amorth è uno di quei furfanti all’interno di un’istituzione, un iconoclasta che sfida lo status quo. Lo ammiro. Per tutto il suo tempo come capo esorcista del Vaticano, è stato una figura molto controversa – ha parlato. È un personaggio molto interessante. Si distingue come personaggio per le sue convinzioni apparentemente contraddittorie, ma in realtà perfettamente logiche: un uomo istruito, uno scettico esperto di psicologia moderna, è anche un fervente sostenitore del potere di Dio e del diavolo. Credo che il 98% di tutto possa essere spiegato dalla scienza, ma c’è quell’ultimo 2% che non può – ed è quello che esploriamo nel film. Il film non è un documentario, e alcuni elementi avrebbero licenza poetica, ma al suo interno Russell Crowe non è mai andato contro il vero carattere di padre Amorth. É rimasto radicato e reale. Ecco perché ritengo che la sua interpretazione sia così meravigliosa; perché ha saputo incarnare lo spirito di padre Amorth”.

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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