Eco Del Cinema

Recensione “L’appuntamento”: un’opera carica di sensibilità che fa della Storia il principio di un viaggio inevitabile

“L’appuntamento” diretto da Teona Strugar Mitevska è un film intenso e fortemente emotivo che racconta l’animo più intimo dell’essere umano. Tra senso di colpa e ferite ancora aperte, la pellicola è un viaggio fatto di ricordi, consapevolezze e confessioni oltre che una riflessione sulla Storia e su un conflitto armato di cui ancora oggi se ne pagano le conseguenze.

Indice

“L’appuntamento” – Tutte le informazioni

Trama

L'appuntamento - locandina

Asja, donna di 40 anni, decide di partecipare per la prima volta a uno speed date, seguendo le varie regole e alcuni insoliti dettami che dovrebbero favorire la conoscenza tra le diverse coppie. Ognuno ha già scelto il proprio partner, attraverso un catalogo online e le domande e risposte tra lei e il suo compagno procedono con serenità e un misto di timidezza, protetti da discorsi di circostanza rassicuranti che non obbligano a nessun specifico tipo di conversazione. C’è qualcosa dell’uomo che le sta di fronte che però Asja non sa e non immagina neanche e che, domanda dopo domanda, risposta dopo risposta, diventa chiaro e lampante, così come il motivo per cui è stato lui a scegliere lei e non il contrario. Uno speed date maggiormente conosciuto per un successo assicurato si trasforma in un processo storico e personale, dove esplodono conflitti e ricordi di un passato che non si può dimenticare.

Crediti

  • Titolo originale: Najsrekjnlot Chovek Na Svetot
  • Regia: Teona Strugar Mitevska
  • Cast: Jelena Kordic, Labina Mitevske, Adnan Omerovic, Ksenija Marinkovic, Ana Kostovska
  • Genere: drammatico
  • Durata: 95 minuti
  • Produzione: Danimarca, Belgio, Macedonia del Nord, 2022
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Data d’uscita: 6 aprile 2023

La recensione

Una tecnica perfettamente misurata nel ricercare un doppio equilibrio

L'appuntamento

Un’emblematica scena iniziale chiarisce subito che saranno intensità e dolore a contraddistinguere “L’appuntamento”, diretto da Teona Strugar Mitevska, già nota a livello internazionale dopo il film “Dio è donna e si chiama Petrunya”. Nuovamente al centro la figura femminile e l’animo umano, quello più nascosto e profondo, che spesso non si riesce a mostrare. Un cambio di registro e di formato spiazza quando si entra maggiormente nella trama del film, da quando a livello tecnico vengono presentati interpreti e location e la storia prende per un attimo una piega diversa, sempre pervasa da quella sensibilità pronta poi a esplodere con impetuosa amarezza. Così come i due personaggi si conoscono, lo spettatore a sua volta conosce loro, percependo un’alchimia latente, delicata, quasi romanticamente canonica. E mentre il dialogo si fa più profondo e tenero, quasi simpatico, memorie ancora terribilmente vicine nel tempo restituiscono il ricordo di un orrore.

La forza della sceneggiatura, fatta di domande e risposte perfette, che potrebbero essere realmente attribuibili a uno speed date, lascia spazio a una regia travolgente, empatica, quasi incontenibile. Sfiorarsi, toccarsi, abbracciarsi, è tutto fortemente intenso, quasi sensoriale. Il film di Teona Strugar Mitevska, sembra passare da momenti di grande dialogo a momenti di grande regia, con una recitazione sempre calibrata e in linea con ciò che racconta. Condanna o perdono, andare avanti o arrendersi, crederci o perdere le speranze, “L’appuntamento” è un brutale gioco di contrasti e opposti, perché a dividere e unire i due protagonisti c’è realmente solo un conflitto distruttivo. Mentre altri personaggi si insinuano nella storia, a legarli davvero, alla fine, è la traccia di chi in prima persona ha vissuto e perpetuato un massacro. Regia e sceneggiatura si alternano così diventando protagoniste della scena, raccontando e ricordando nell’immobilità di una sequenza, mostrando e rappresentando nel silenzio di quelle parole sentite ma non dette.

“L’appuntamento” e la poesia di Teona Strugar Mitevska

L'appuntamento

Ad anni di distanza nessuno può dimenticare, sottolinea il film, così come l’Occidente si è sempre, in qualche modo, sentito lontano da quella guerra che non smette di provocare sofferenza e devastazione, perdendo sempre di più la testimonianza di coloro che il conflitto l’hanno vissuto in prima persona. Non c’è nulla, apparentemente, che rende simili i due personaggi: chi è stato ferito o ha imbracciato il fucile, uniti a seguito di quel gesto. “L’appuntamento” riesce così a muoversi tra tematiche legate alla Storia e altre legate alla coscienza, alla psiche, alla volontà, in certi casi, di non pensare più a ciò che ci ha realmente fatto del male. Spostando lo sguardo su chi verrebbe comunque giudicato colpevole e su chi ha bisogno dell’assoluzione, quando questa non è che personale e privata, la Mitevska suggerisce una libera interpretazione su ciò che sia l’equilibrio e su come qualsiasi fine valga la pena utilizzare, purché non perpetui nella violenza e nella ferocia, se è l’armonia il termine ultimo che si cerca di raggiungere.

Poetico, sospeso tra una dolcezza carica di commozione e un’intensità quasi aggressiva, “L’appuntamento” è l’opera di un cinema diverso, lontano e che sceglie una modalità ben precisa per raccontare qualcosa. Nella trama e nei personaggi c’è la Storia e l’universalità del concetto di stabilità. La sincerità, il confronto, il perdono, il sentire l’altro sono temi che s’intrecciano fin da subito nel film di Teona Strugar Mitevska: la regista sceglie un Paese specifico dove ambientare una pellicola che sembra nata sulla scia di quel conflitto fatto di odio e di una crudeltà estrema e incomprensibile. Se forse sulla necessità della grazia e sulla rabbia vendicativa di una vita segnata “L’appuntamento” decide di concentrarsi, i momenti dove l’attenzione si focalizza su tutti gli altri elementi che vanno a costruire un racconto compatto e omogeneo, hanno la stessa carica emotiva, intervallati da quello spasmodico, folle, assurdo, tenace diritto di sentirsi liberi.

“L’appuntamento”: Giudizio e conclusione

L’appuntamento è un film che fa della regia e della sceneggiatura i suoi punti di forza, riuscendo a creare un’opera equilibrata in ogni forma, tra dialoghi inaspettati e scene dal forte impatto visivo. Una pellicola che passa dalla matrice storica a quella più personale e privata, al tempo stesso inevitabilmente influenzata da quel conflitto che rimanda alla Storia. Il doppio tema rende quindi “L’appuntamento” un film doppio, così come la sceneggiatura ha un doppio testo e la regia, non solo, racconta, ma ferma l’immagine su sguardi e gesti tanto impercettibili quanto carichi di significato.

Trailer

Articoli correlati

Condividi