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Recensione “Il morso del coniglio”: nel nuovo horror di casa Netflix c’è ansia à gogo

Il morso del coniglio” (Run Rabbit Run), film australiano del 2023 diretto da Daina Reid e distribuito da Netflix, con la sua atmosfera pervasiva e agghiacciante è perfettamente in grado di tenere lo spettatore sulle spine dal primo all’ultimo fotogramma. Il film ha debuttato al Sundance Film Festival il 19 gennaio 2023.

Indice

Il morso del coniglio – tutte le informazioni

Trama

Sarah (Sarah Snook) ha una figlia piccola di nome Mia (Lily LaTorre), la quale inizia a manifestare degli strani comportamenti, dicendo di chiamarsi con un altro nome e di conoscere la mamma di Sarah che Mia in realtà non ha mai neanche visto, e che si trova rinchiusa in una casa di cura. Per scoprire cosa sta succedendo Sarah si vedrà così costretta a sfidare tutte le proprie convinzioni e ad affrontare i fantasmi del suo passato.

Crediti

  • Tit. orig.: Run Rabbit Run
  • Regia: Daina Reid
  • Cast: Sarah Snook, Greta Scacchi, Damon Herriman, Julia Davis, Lily LaTorre, Shabana Azeez, Naomi Rukavina, Trevor Jamieson, Georgina Naidu, Neil Melville, Katherine Slattery, Heather Burridge, Poppy Skerry, Hugo Soysa, D’Arcy Carty, Sunny Whelan, Jen Salisbury
  • Genere: Orrore
  • Durata: 100 minuti
  • Produzione: Australia, 2023
  • Casa di produzione: XYZ Films, Screen Australia, Film Victoria (in collaborazione con), South Australian Film Corporation (in collaborazione con), Soundfirm (in collaborazione con), Storyd Group (in collaborazione con), Fulcrum Media Finance (in collaborazione con)
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: mercoledi 28 giugno 2023

Recensione

Ci sono delle volte in cui a un film horror non servono mica tante mutilazioni, sanguinolenze o malefici per incutere in chi lo guarda del sano e genuino terrore. Ad esempio, l’horror nuovo di zecca marchiato Netflix dal titolo “Il morso del coniglio“, per quanto mancante di una cruenza slasher e anche di certi spaventi metempirici in stile Esorcista, si può tranquillamente affermare che terrifichi “soltanto” attraverso un’atmosfera di tensione magistralmente cocente e delle interpretazioni opportunamente paurose.

É fin dall’inizio che il pubblico riesce a percepire con nitidezza estrema il destino imminente di Sarah e di sua figlia Mia, un destino che già a partire dalle prime battute minaccia di non essere proprio dei migliori; e questo è più che sufficiente ad indicare un senso di ineluttabilità nelle loro vicende da rendere la pellicola di Daina Reid subito interessante. Se anche Reid non inventa molti nuovi scenari di genere, è certamente assidua nello stipare quanta più iconografia horror possibile, non comunque al punto da inficiare nemmeno per caso il buon risultato del suo lavoro con un eccesso di familiarità. Quando le risposte sembrano esser dietro l’angolo, ecco che succede qualcosa che tradisce le aspettative, innescando nel pubblico una sorta di processo frustrativo attribuibile alla non comprensione di quanto accade sullo schermo, il quale – paradossalmente – anziché deluderlo altro non fa se non eccitarlo esponenzialmente.

In aggiunta a un impianto sceneggiatorio che mantiene costantemente alta la suspense, anche le esibizioni di mamma e figlia (Snook e LaTorre) contribuiscono alla buona riuscita del film: le due attrici si sanno completare a vicenda, recitano le rispettive parti con fermezza, e infine trasudano in ogni momento credibilità e chimica. Soprattutto la piccola LaTorre è un’assoluta scoperta, titolare di una performance spettrale, impressiva e avvincente in grado di farsi ricordare ben oltre e considerevolmente al di là della storia.

Giudizio e conclusione

Il morso del coniglio” è un horror che cattura attraverso degli spaventi genuini, un’ambientazione grondante di tensione e delle performance di eccellente verosimiglianza.

Note di regia

Per me, la maternità sta solo urlando per essere esplorata, perché ci viene venduta la maternità in un certo modo. Le madri sono rappresentate in un certo modo. Quando sono diventata mamma, guardavi le donne che camminano per strada con le loro carrozzine, sembrano tutte nate per questo ed è tutto felice. E all’improvviso, hai un bambino, e dici, ‘whoop, sono davvero brava, e ora sono una madre’. Non credo sia il caso. È una cosa davvero, davvero difficile da affrontare e le emozioni contrastanti che si verificano quando diventi un genitore e la tua insicurezza e tutto ciò che è così impegnativo. Mi ha davvero affascinato esplorare quel tipo estremo di vulnerabilità di ciò che sta accadendo a tuo figlio

Snook ha svolto un ruolo chiave nel guidare LaTorre a sentirsi a suo agio sullo schermo, aiutandola a navigare in materiale piuttosto oscuro. É stato molto familiare per lei prendersi cura di Lily. Sarah e Lily sono diventate una vera squadra. E lei e Sarah ci hanno giocato per tutto il tempo. Ovviamente, non abbiamo girato tutte le loro scene in un colpo solo. Non abbiamo girato molte scene difficili ogni giorno. Ne giravamo una e cercavamo un modo per superare le difficoltà. Ad esempio, con la scena delle forbici, che contiene sangue, è stato molto ‘la tua mano va qui, e la mano va là, e la mano va là’

Trailer

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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