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Recensione “I tre moschettieri – D’Artagnan”: il classico che non tradisce

Il film intitolato, “I Tre moschettieri: D’Artagnan” è (l’ennesimo) riadattamento dei “Tre Moschettieri” di Dumas: il primo capitolo della dilogia firmata Martin Bourboulon però regala aria fresca al grande classico. Il lungometraggio è uno zoom sul guascone bello e buono che alleatosi con i moschettieri del re darà del filo da torcere allo spregiudicato Cardinale Richelieu. 

Indice

I tre moschettieri – D’Artagnan – tutte le informazioni

Trama

Charles D’Artagnan è un guascone valoroso che cerca di salvare una ragazza da un rapimento, tutti lo danno per morto ma in realtà sta cavalcando verso Parigi in cerca degli aggressori.Nella capitale il giovane entra in contatto con i tre moschettieri del re, Aramis, Athos e Portos, con i quali stringe una salda amicizia per combattere le cospirazioni del Cardinale Richelieu e salvare le sorti della Francia. D’Artagnan si innamora di Costance fedele portavoce della regina.

Crediti

  • Titolo originale: Les trois mousquetaires: D’Artagnan
  • Regia: Martin Bourboulon
  • Cast: Eva Green, Vincent Cassel, Louis Garrel, François Civil, Romain Duris, Pio Marmaï, Vicky Krieps, Lyna Khoudri, Eric Ruf, Jacob Fortune-Lloyd, Alexis Michalik, Ralph Amoussou, Marc Barbé, Patrick Mille, Ivan Franek.
  • Genere: azione, avventura, storico
  • Durata: 121 minuti
  • Produzione: Francia, 2023
  • Casa di produzione: Chapter 2, Pathé
  • Distribuzione: Notorious Pictures, Medusa Film
  • Data di uscita: 6 aprile 2023

Recensione

Si sa, quando si ri-propone un classico è sempre una grande scommessa, può deludere o stupire. Qui Bourboulon, alla sua quarta regia, regala una boccata d’aria fresca ambientata nel ‘600 e mette d’accordo nostalgici e amanti delle novità. Un film bello, bei dialoghi, belle ricostruzioni. Il tono, tra tumultuose cavalcate, duelli, complotti e amori è equilibrato e strappa anche qualche sorriso.

Il giovane che viene dalla Guascogna (François Civil) si fa volere bene dentro e fuori lo schermo: D’Artagnan prende appuntamento con tutti i Moschettieri del Re, li sfida a duello ma, al posto della prova di valore, tutti e quattro si trovano a fronteggiare le guardie del Cardinale Richelieu (Eric Ruf): ecco che le innate qualità di moschettiere (e umane) di D’Artagnan vengono fuori e i tre fedelissimi del re, letteralmente, se ne innamorano.Come Athos (Vincent Cassel), Aramis (Romain Duris) e Porthos (Pio Marmai) anche il pubblico si affeziona subito, in apprensione, prega perché se la cavi, il personaggio convince che se vuoi puoi e che la buona fede vince sempre su tutto.

Il film, come la Francia del tempo tra protestanti e cattolici, è spaccato in due, c’è il bene e c’è il male, niente sfumature, una storia vecchia si ma, evidentemente, vincente. La Milady (Eva Green) orchestra tutto in abiti scuri, dietro scure tende, confabula con il Cardinale Richelieu, si vede poco ma c’è sempre: un piccolo -ma non troppo- assaggio del secondo capitolo che invece sarà interamente dedicato a lei.

Ma il re? C’è il rischio di dimenticarlo. Un serissimo e sempre in buona fede Luis Garrel interpreta Luigi XIII che sembra fare di tutto per non vedere il male del mondo. Ne esce un re bonaccione dal viso impassibile tradito solo dal ticchettio delle mani sul trono. Poche battute, ma d’effetto. Non si capisce bene se non la vede la malafede o se non vuole vederla. Si fida ciecamente di persone che lo stanno tradendo, sua moglie Anna (Vicky Krieps), e soprattutto del meschino Cardinale Richelieu che sembra essere colui che ha il vero potere decisionale. Fatto sta che la situazione gli sfugge di mano come da copione. Per fortuna, viene da dire, ha avuto, il fiuto di scegliere tre bravi moschettieri e la fortuna di averne guadagnato un quarto tutto d’un pezzo.

C’è un fil rouge che corre dietro tutti questi duelli, scontri e segreti: l’amore. La pellicola ci mette davanti alle varie sfaccettature che questo può avere:  l’amore per la Francia e per il Re, la fedeltà, concetto che viene ribadito molte volte nelle scene; l’amore cieco del Re per la sua Anna D’Austria; l’amore stesso di Anna che per amore del Re rinuncia all’amore vero, quello della pancia; e infine, l’amore di D’Artagnan per Costance, buona, intelligente e bella portavoce della Regina che con la sua scaltrezza per le cose giuste convince e fa cadere il giovane tra le sue braccia al primo incontro.

Il film offre un bel focus sui tre personaggi femminili (Milady, Anna D’Austria, Costance): fedeli al romanzo originale ma al tempo stesso molto moderne, donne del loro tempo ma anche del presente. L’indipendenza, soprattutto decisionale, è un tratto che le accomuna in un modo o nell’altro tutte e tre, a seconda delle circostanze e del ceto sociale a cui appartengono queste donne ascoltano, ma non risultano mai sottomesse.

Il finale del film rimane aperto, in attesa del secondo capitolo. Sinceramente dispiace che il film finisca, viene da dire: proprio adesso? Sul più bello?

Note di regia

Quando ripenso a cosa rappresentava per me il romanzo da bambino mi viene in mente la sua vastità

Trailer

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