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Recensione “Falcon Lake”: un mélo bello e triste, di grande potenza evocativa

Falcon Lake“, dramma franco-canadese del 2022, è l’affascinante pellicola co-scritta e diretta da Charlotte Le Bon. Un’opera prima di grande potenza evocativa, che si insinua con facilità sotto pelle dello spettatore e fatica ad andarsene. Il film è la libera trasposizione cinematografica della graphic novelUne sœur” di Bastien Vivès.

Indice

Falcon Lake – Tutte le informazioni

Trama

Estate. L’estrosa sedicenne Chloé (Sara Montpetit) e il timido Bastien (Joseph Engel), che sta per compiere 14 anni, si aggirano nei dintorni della remota capanna sul lago dove i loro genitori trascorrono le vacanze. Mentre lei è all’apparenza piuttosto disinibita, fuma, beve e balla con gli amici alle feste, il secondo è ancora rinchiuso nel suo guscio da adolescente. Entrambi sperimenteranno l’eccitazione, le ansie e le frustrazioni di un primo amore immaturo e affronteranno i dilemmi naturali che ne derivano.

Recensione “Falcon Lake”: un mélo bello e triste, di grande potenza evocativa

Crediti

  • Regia: Carlotta Le Bon
  • Cast: Joseph Engel, Sara Montpetit, Monia Chokri, Arthur Igual, Karine Gonthier-Hyndman, Thomas Laperrière, Anthony Therrien, Pierre-Luc Lafontaine, Lévi Doré, Jeff Roop
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 100 minuti
  • Produzione: Francia/Canada, 2022
  • Casa di produzione: Cinéfrance Studios, Metafili, Onzecinq, Ley Line Entertainment (in collaborazione con), Les Productions Du Ch’timi (in collaborazione con), Cofinova (in associazione con), Cinémage (in associazione con), Radio Canada (in collaborazione con), Super Écran (in collaborazione con)
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Data di uscita: giovedì 29 giugno 2023

Con il sostegno finanziario di: Canal+, Sodec, Téléfilm Canada, Eurimages – Conseil De L’europe, Credito D’imposta Rimborsabile per la Produzione Cinematografica e Télévisuelle Québécoise, Il Fondo Harold Greenberg, Ciné+, Credito D’imposta per la Produzione, Cinematografica o Magnétoscopique Canadienne.

Recensione

Falcon Lake” costituisce indubbiamente una esperienza cinematografica di eccezionale afflato tragico. C’è un manto di inquietudine davvero superbo che ricopre la storia di questi due ragazzini intenti a trascorrere le vacanze estive ognuno con la propria famiglia, che sperimentano le perturbazioni e le ansie del primo amore.

La pellicola è così ben composta che anche i momenti apparentemente più pallosi nascondono sempre qualcosa che persiste o ribolle sotto, di modo da tenere lo spettatore perennemente sotto scacco. Non senza l’aiuto prodigioso di François Choquet alla sceneggiatura, Le Bon firma un’opera prima di carattere straordinariamente unico, sensibile e di forte suggestione, dimostrando un senso della narrazione peculiare e assicurando che la storia progredisca sottilmente in un clima malinconico e teso.

Falcon Lake” potrebbe esser definito come un peana a quel momento della nostra vita in cui prestavamo ben più attenzione agli impulsi che alle conseguenze, il cuore surclassava la mente, mentre ogni cosa aveva il sapore di una fantastica tragressione. Addirittura fare il bagno nudi di notte. Il talento dei giovani attori è assolutamente lampante. Li si può benissimo osservare riflettere in maniera ligia e credibile la vita adolescenziale e i sentimenti confusi con una precisione ed una profondità davvero impressionanti. In tempi recenti, raramente i comportamenti modellati di questa età sono stati così ben incarnati in un dramma di formazione.

Giudizio e conclusione

Falcon Lake” è un film lirico ed emozionante, ben diretto e perfettamente recitato, destinato a rimanere nel cuore del pubblico ben oltre la sua durata.

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Note di regia

I paesaggi e le regioni delle Laurentides, a nord-ovest di Montreal, mi sono familiari fin dall’infanzia. Avevo bisogno di questa familiarità non solo per rassicurarmi, ma anche per sfidare il mio protagonista, che è francese. Mi piaceva l’idea di metterlo di fronte a questa alterità per esacerbare un sentimento di isolamento che è vero e proprio risveglio emotivo. Una casa di legno abbastanza isolata, un lago, dei boschi. In questo ambiente “essenziale” si evolve un piccolo gruppo di vacanzieri, tra cui gli adolescenti Chloé e Bastien, a loro volta nel bel mezzo di una vacanza romantica.

Voglio mostrare che questa natura e tutta la sua bellezza possono essere preoccupanti allo stesso tempo. Le acque dei laghi sono meravigliose, ma sono acque scure, a volte tiepide. Ho sempre visto il nuoto in un lago come un’esperienza a doppio taglio: la gioia di sguazzare, ma mai senza una leggera ansia. Non sappiamo mai cosa c’è sul fondo, in fondo. E questa sensazione può diventare incredibilmente preoccupante. È questo che, a mio avviso, ci coglie ogni volta che abbiamo la famigerata sensazione di “deja vu”. Questo è il filo conduttore di Falcon Lake: non sappiamo cosa stia accadendo in fondo ma abbiamo la sensazione di averlo già vissuto.

Dal mio punto di vista, Chloé doveva impressionare Bastien non solo con la sua bellezza e insolenza, ma anche con la sua stranezza e oscurità. Ha la sensazione di non appartenere a nessun gruppo, né alla famiglia né agli amici. Il suo fascino per le storie tragiche e i fantasmi sono elementi singolari che la isolano e mostrano la solitudine che sente segretamente. Bastien, invece, è un quattordicenne che naviga in una zona crepuscolare in cui il bambino è ancora presente mentre la sagoma dell’adulto si sta formando. È su questo campo di gioco intermedio che Chloé e Bastien si incontreranno, si capiranno e si ameranno.

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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