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Recensione “Enea”: l’estremo nuovo film di Pietro Castellitto

Presentato in concorso all’80ª Mostra del Cinema di Venezia, “Enea”, diretto da Pietro Castellitto, è un’amara fotografia di quella che viene chiamata la generazione perduta, dal futuro incerto e i valori indefiniti.

Indice

“Enea” – Tutte le informazioni

Enea - locandina

Trama

Enea è il tipico 30enne di oggi, della prima metà del 2000, nato negli anni ’90, quando quella che sarebbe diventata una crisi generazionale, era già silenziosamente in atto. Enea e Valentino conducono una vita dedita a feste, serate e momentanei ragionamenti sull’esistenza, su una giovinezza che sentono svanire giorno dopo giorno. Ma non solo, perché ciò che tiene entrambi in piedi è lo spaccio di cocaina, che avviene all’interno dei locali e del ristorante dei quali Enea è proprietario. Le cose sfuggono però loro di mano quando rischi, obiettivi e la criminalità stessa aumentano. Nel desiderio e nella richiesta di un carico di droga e di un guadagno che non si sarebbero mai immaginati, anche i pericoli crescono. Entrambi sembrano però certi che troveranno, insieme, un modo per risolvere ogni questione; intanto la loro vita deve andare avanti e la quotidianità fare il proprio corso, senza che la paura prenda il sopravvento.

Crediti

  • Regia: Pietro Castellitto
  • Cast: Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Cesare Castellitto e con Sergio Castellitto
  • Genere: commedia drammatica
  • Durata: 117 min
  • Produzione: Italia, 2023
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Data d’uscita:

Recensione

La trama incerta e confusa di “Enea”

Enea

“Enea”, nuovo lavoro di Pietro Castellitto è un film ambiguo. Alcuni passaggi della trama e quindi della storia sembrano mancare e anche il messaggio non risulta chiaro come ci si aspetterebbe. L’aspettativa deriva da quello che si poteva definire l’ottimo esordio di Castellitto, e cioè “I predatori” che segnava in qualche modo un cinema che in Italia si vede poco e che anche nel panorama internazionale non è così popolare. “Enea” è sullo stesso versante, ma è meno intenso, meno chiaro e meno amaramente drammatico. La figura dei 30enni di oggi è sempre centrale: vittime di quel senso di inadeguatezza e ricerca del successo, un successo che però non hanno neanche loro ben chiaro cosa realmente significhi; eternamente stretti in quello spasmodico bisogno di sentirsi vivi. Forse la vera differenza sta nell’ambizione del progetto che presenta un giovane adulto della Roma bene, che ha tutto ciò che potrebbe desiderare. Ecco che mostrare la sua insoddisfazione e la necessità di vincere, risulta un’impresa ardua, oltre che coraggiosa.

Se il tentativo si fosse poi rivelato del tutto riuscito, “Enea” sarebbe stato un film davvero eccezionale. Allo stesso tempo non mancano le tipiche scene e dialoghi alla Pietro Castellitto, dal nosense a quei momenti di amara ironia, di toccante realtà, e spesso non solo date dalle ottime interpretazioni, ma anche da un buona sceneggiatura. “Enea” non è infatti esente da momenti di grande e commovente drammaticità, insieme ad altri più esilaranti e divertenti, che rendono la pellicola collocabile nel genere della commedia drammatica o, più correttamente, della commedia amara, tono che rende Pietro Castellitto, così come altri registi italiani, riconoscibili e in qualche modo unici. Un vero peccato quindi, perché “Enea” aveva davvero tutto ciò di cui aveva bisogno per essere un altro ottimo film diretto dal giovane Castellitto, ma tra richiami all’universo sorrentiniano e ad attacchi terroristici che hanno scosso il mondo all’inizio degli anni 2000, il regista si perde nel racconto e nell’evolversi della trama.

La generazione perduta

Alcune battute di dialogo, in particolare i monologhi di Sergio Castellitto e Adamo Donisi, anche considerando le performance dei due attori, raccontano interi mondi e aspre verità, nella dolorosa concezione del tempo che passa, della giovinezza che finisce, lasciando spazio all’età adulta. Un’età adulta che sembra aumentare anagraficamente ogni anno che passa: i 20enni di ieri sono i 30enni di oggi, schiacciati dal desiderio impossibile e dalla volontà di non voler mai crescere davvero. E qui torna la capacità e singolarità di Pietro Castellitto nel rappresentare la malinconica incertezza e i progetti sfumati che contraddistinguono i giovani adulti di questa generazione. Ma tutto ciò, sicuramente complesso e degno di nota, prendendo in esame i troppi pochi prodotti audiovisivi che scelgono di trattare questo tema, non basta a salvare interamente il nuovo film di Pietro Castellitto, che risulta ambiguo e lascia perplessi, nonostante i colpi di scena e le inquadrature registiche che detonano uno stile sempre più definito e maturo.

“Enea”: Giudizio e valutazione

Dalla sceneggiatura alla regia, fino all’interpretazione, così come la fotografia, il montaggio e la colonna sonora, non c’è niente che realmente manca ad “Enea”. È la storia, ciò che si sceglie di raccontare e quindi anche le svolte narrative a non funzionare del tutto, perché anche se la trama volutamente vaga può andare di moda, non sempre risulta vincente. Se con “I predatori” Castellitto era in parte riuscito nel tentativo, lo stesso non si può dire di “Enea”. Alcune scene rimangono impresse per la loro potenza espressiva, ma ce ne sono anche altre che sembrano inserite come semplice raccordo, confuso, tra una sequenza e l’altra e questo stona con il resto. Sulle note di “Spiagge” e “Maledetta primavera”, si respira quell’atmosfera e quella nostalgia italiana, identificabile anch’essa con una generazione che è sempre alla ricerca di se stessa.

Trailer

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