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Recensione “Campioni”: un film sportivo commovente ed esilarante

Remake del film spagnolo “Non ci resta che vincere”, “Campioni”, diretto da Bobby Farrelly con protagonista Woody Harrelson è un perfetto equilibrio di dramma e comicità, una storia ricca di colpi di scena sulla forza delle emozioni.

Indice

“Campioni” – Tutte le informazioni

Trama

Campioni - locandina

Marcus Marakovich, ex allenatore di basket disilluso e in cui tutti hanno ormai perso fiducia, viene inviato, per ordine del tribunale, a gestire una squadra composta da giocatori con disabilità intellettive. Il compito, oltre a rivelarsi particolarmente difficile, porterà Marcus a vedere questo incarico come un modo per estrometterlo dal mondo del basket, dandogli comunque un lavoro. Col tempo Marcus comincerà a vedere tutto con occhi diversi, dalla squadra al gioco del basket, fino alla propria vita, rendendosi conto che sono proprio questi giocatori a poter insegnare davvero qualcosa di importante, e non solo a lui.

Crediti

  • Regia: Bobby Farrelly
  • Cast: Woody Harrelson, Kaitlin Olson, Ernia Hudson, Matt Cook, Cheech Marin, Joshua Felder, Madison Tevlin, Kevin Iannucci, Matthew Von Der Ahe, James Day Keith, Ashton Gunning, Tom Sinclair, Alex Hintz, Casey Metcalfe, Alicia Johnston, Bradley Edens
  • Genere: commedia drammatica
  • Durata: 124 min
  • Produzione: Stati Uniti, 2022
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data d’uscita: 31 maggio 2023

La recensione

Un film sospeso tra dramma e comicità

Campioni

“Campioni” lega sapientemente due generi, quello del dramma e della commedia, in una pellicola che ben riesce a commuovere e far divertire. I temi, così come l’arco di trasformazione di Marcus, sono già noti fin dalle primissime inquadrature. “Campioni” risulta però scorrere con estrema chiarezza e linearità, con una scelta del cast che pone al centro del film dei reali disabili, affetti da malattie genetiche o disturbi psichici, senza però approfondirli. Qualcuno di questi personaggi risulta nel complesso ben costruito, mentre altri vengono lasciati da parte, suscitando ilarità, tenerezza e comprensione, come ogni film sulla diversità che si rispetti. Il tutto, filtrato dagli occhi e dall’animo acerbo del protagonista che, ovviamente, finisce per innamorarsi di ognuno di loro.

Un finale non del tutto scontato, che mostra come un riscatto personale e l’emancipazione da una società dove conta più l’apparenza che la sostanza, fa di “Campioni” una pellicola che aveva tutte le potenzialità e i presupposti per osare di più. Rispettoso, attento ed eticamente in linea con altri film del genere, la pellicola di Bobby Farrelly alterna le performance di Harrelson a quelle dei giocatori della squadra dei The Friends, come, non casualmente, si chiama la nuova squadra che Marcus deve allenare. “Friends” da “Friendship”, che significa “Amicizia”, proprio quei rapporti che Marcus faticava ad avere, punto finale di un sentimento di affetto, empatia e contatto umano.

“Campioni” offre uno sguardo già visto

Campioni

“Campioni” si dilunga eccessivamente in relazioni interpersonali che tendono a sottolineare le difficoltà del protagonista, già ben delineate sin dalla scena d’apertura, fino a numerosi altri momenti, più o meno importanti della storia. Marcus Marakovich è un ottimo allenatore, ma la sua mancanza di empatia si riflette sui suoi giocatori, sulle squadre che ha allenato e, inevitabilmente sulla sua carriera. Quando incontra i The Friends le sue difficoltà relazionali sembrano insormontabili e improvvisamente il desiderio di conoscerli come esseri umani oltre che come team, dapprima disinteressato, diventa il collante che realmente lo lega ai suoi giocatori. Al tempo stessa è particolarmente veloce, talvolta forzato, il rapporto che si instaura tra un allenatore che vorrebbe essere altrove e dei giocatori con delle difficoltà. Estremamente capace in un’impresa che poteva, per come viene mostrato, rivelarsi ardua.

Non è solo, come sembra suggerire il film, la presenza di Woody Harrelson, a regalare quel qualcosa di più a “Campioni”, ma l’intera squadra che presenta diverse disabilità, più o meno connesse con il gioco del basket, e che rende ogni giocatore capace di insegnare qualcosa di importante al protagonista, simbolo di un uomo che scopre l’amicizia e l’affetto nello stesso ambito dove credeva non ci fosse spazio per i sentimenti. Il basket, lo sport in generale, per Marcus, affondava le proprie radici solo nell’allenamento, nella pratica, nell’incitamento a vincere. Nel tempo, sognando sempre di allontanarsi dai The Friends, Marcus inizia a sentire un nuovo senso di appartenenza e un nuovo senso sportivo, dove sono i legami a rendere tutti vincitori e tutti “Campioni”; perché l’importante è partecipare, sempre.

“Campioni”: Giudizio e valutazione

“Campioni” è un film semplice, nel complesso godibile, e che, tra una scena e l’altra, offre battute di dialogo, riflessioni e eventi inaspettati, considerando che gran parte delle situazioni e le svolte fondamentali sono piuttosto prevedibili. Ciò che il film di Bobby Farrelly non riesce a fare e di cui l’assenza è percepibile è il dire qualcosa di nuovo: di film sportivi ne esistono molti, così come di pellicole sull’inclusione e la diversità, in particolare la disabilità, presentata e affrontata, sicuramente con rispetto, ma allo stesso modo, ormai già visto, da altre opere dello stesso filone.

Trailer

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