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Recensione “Beau ha paura”: una folle e delirante odissea

Il nuovo e attesissimo film interpretato da Joaquin Phoenix, Beau ha paura, sarà disponibile in tutte le sale a partire dal 27 Aprile 2023. Sembra che il regista Ari Aster, grazie alla realizzazione di pellicole molto apprezzate – come Hereditary, le radici del male e Midsommar, il villaggio dei dannati – abbia creato delle aspettative molto elevate attorno a questo prodotto.

Non è affatto semplice descrivere questa pellicola: un viaggio folle del protagonista, Beau, all’interno di un mondo alternativo e completamente privo di morale. Il tutto è reso sicuramente godibile dalla presenza di un fantastico cast, in cui spicca il vincitore del premio oscar Joaquin Phoenix, ma non possiamo non citare Amy Ryan, Nathan Lane e Parker Posey.

Indice

Beau non ha paura – Tutte le informazioni

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Trama

All’interno di una città, devastata da criminalità e povertà, vive Beau: Uomo di mezza età alle prese con evidenti traumi, probabilmente causati da sua madre. Per via di una lunghissima serie di sventure, il protagonista non potrà recarsi a casa di quest’ultima per celebrare l’anniversario di morte del padre, ma verrà invece investito e salvato per il rotto della cuffia da una coppia.

Da questo momento in poi, la vita di Beau diventerà un sempre più complesso susseguirsi di sciagurati eventi, atti a rallentarlo e a mettere alla prova la sua sanità mentale già precaria. Compirà così un lunghissimo e folle viaggio all’insegna del surrealismo, che sbalordirà sia il protagonista che il pubblico in sala.

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Crediti

  • Data di uscita: 27 Aprile 2023
  • Regia: Ari Aster
  • Durata: 179 minuti
  • Genere: Drammatico, Commedia, Horror
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Produzione: A24, Access Industries, IPR.VC, Square Peg
  • Attori: Joaquin Phoenix, Parker Posey, Amy Ryan, Richard Kind, Kylie Rogers, Nathan Lane, Patti LuPone, Michael Gandolfini, Zoe Lister-Jones, Stephen Henderson, Joe Cobden, Denis Ménochet, Hayley Squires, Anana Rydvald

Recensione

La nuovissima opera di Ari Aster si presenta sicuramente come una follia che ci costringe a riflettere accuratamente su ciò che abbiamo visto per poterne tirare le somme. Nonostante il delirio generale, durante le tre ore di proiezione, abbiamo provato tante emozioni differenti: C’è stata ansia e paura e poi tristezza e malinconia ma non sono mancate scene tragicomiche pronte a farci ridere.

Tuttavia, parlare di quel che è Il percorso di Beau non è molto semplice. Per più volte ci siamo domandati cosa cavolo stesse succedendo, soprattutto nelle prime scene, ma, ad un certo punto, lo spettatore capisce che bisogna lasciarsi andare a farsi trasportare dal film stesso senza opporre resistenza.

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Quello che vediamo sullo schermo è un uomo che deve affrontare decine di eventi, uno più spaventoso dell’altro, dalle sfumature surreali e grottesche. C’è però un filo conduttore che collega tutta la vicenda: la follia. Tutti i personaggi che incontreremo hanno dentro sé una follia incontrollabile. Ad essere interessante è proprio come questa caratteristica negativa conviva con facciate bonarie e gentili, emergendo quando meno ce lo aspettiamo.

Alla base della trama c’è, senza ombra di dubbio, la storia di un malsano rapporto Madre-figlio. Le difficoltà di Beau nate da questo rapporto si riversano anche sulla sua vita quotidiana, non riuscendo a prendere nessuna decisione autonomamente senza il consenso del genitore.

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Dobbiamo però ammettere che nella confusione generale, a volte risulta difficile riuscire a comprendere e metabolizzare cosa stia succedendo. Nello specifico incontriamo delle scene così assurde che ci viene da domandarci se effettivamente stia accadendo davvero o se sia frutto dell’immaginazione di Beau.

Magari, per comprendere a pieno tutto ciò che accade nella vita del protagonista, sarebbe utile un rewatch. Ci aspettiamo tuttavia moltissimi articoli sulla corretta interpretazione del film, in cui ognuno si cimenterà per provare a dire la sua. Al momento si è già espresso il famoso critico Jeff Sneider, valutando il prodotto in maniera molto negativa, ma non siamo affatto d’accordo con lui.

La composizione si conferma stupenda e perfetta, proprio come siamo stati abituati in passato. Non siamo ai livelli di Midsommar, ma il risultato è davvero un piacere per gli occhi.

Nel complesso, sembra essere un’opera molto intricata, ricca di significati profondissimi e sicuramente impegnativa da guardare. Effettivamente il regista Ari Aster ha scommesso molto su di essa, creando un prodotto che forse non tutti apprezzeranno e che o lo si ama o lo si odia.

Conclusioni finali

Possiamo dire, in conclusione, che “Beau ha Paura” è un film così complesso da analizzare che è sbagliato fermarci a giudizi superficiali. Dopo le tre ore vi alzerete dalla poltrona sicuramente pieni di interrogatori, ma è proprio questo l’obbiettivo di Ari Aster: farvi riflettere su ciò che avete visto ripercorrendo a mente tutta la vita del protagonista.

Un prodotto così profondo e intricato non si vedeva sicuramente da molto. Se anche voi volete essere trasportati in un mondo delirante e ripercorrere i traumi e le paure di Beau ,dovete assolutamente vedere questa opera, che più che un film è una esperienza.

Trailer

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