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Recensione “Assassinio a Venezia”: un capitolo tra giallo e horror

“Assassinio a Venezia”, diretto e con Kenneth Branagh, è il terzo capitolo della serie con protagonista Hercule Poirot interpretato da Kenneth Branagh. Adattamento per il grande schermo del romanzo “Poirot e la strage degli innocenti” dell’autrice Agatha Christie, “Assassinio a Venezia” è un film godibile, di puro intrattenimento.

Indice

“Assassinio a Venezia” – Tutte le informazioni

Assassinio a Venezia - locandina

Trama

Hercule Poirot è ormai in pensione, solo ed esiliato nella suggestiva quanto tetra e labirintica Venezia della fine degli anni ’40, quando il trauma della guerra non sembra avere alcuna fretta di svanire. Riluttante e più per inerzia, Poirot accetta di partecipare a una seduta spiritica. A seguito è chiaro che tra i partecipanti si nasconde un assassino e la sua prima vittima è proprio uno degli ospiti. L’ex detective, in pensione, ma ancora forte delle abilità investigative che lo contraddistinguono, dovrà scoprire ancora una volta chi è il colpevole.

Crediti

  • Regia: Kenneth Branagh
  • Cast: Kenneth Branagh, Michelle Yeoh, Kelly Reilly, Jamie Dornan, Tina Fey, Emma Laird, Riccardo Scamarcio, Kyle Allen, Camille Cottin, Ali Khan, Jude Hill
  • Genere: thriller giallo
  • Durata: 103 min
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Data d’uscita: 15 settembre 2023

Recensione

In linea con i precedenti film

Come i primi due capitoli, “Assassinio sull’Orient Express” e “Assassinio sul Nilo”, anche questo terzo “Assassinio a Venezia” non indaga eccessivamente la personalità dei personaggi, concentrandosi sulla complessità dei casi, l’ambientazione particolare e singolare e la natura di alcune figure. Ladri, medici, amiche opportuniste, madri apprensive e fedeli guardie del corpo compongono il cast del nuovo film che vede Hercule Poirot in pensione. La location regala alla pellicola quel tocco in più essendo ambientata nella splendida Venezia. Una città qui presentata sicuramente come suggestiva, ma anche buia, tortuosa, ricca di vicoli angusti e infiniti, di palazzi d’epoca, lugubri e cupi, dove ogni porta, ogni scala e ogni stanza scricchiolano dando inizio a una serie indistinta di rumori e voci sinistri.

Venezia è così desolata, carica di malinconia, avvolta dalla nebbia e circondata da un’acqua dove vivono tormentate le anime di chi in quella triste dimora ha perso la vita. Una matrice esoterica colora, o meglio, dipinge di tinte scure e horror tanto la magica Venezia quanto la storia, dove Poirot vede volti e sente voci che non esistono, o per meglio dire, che non esistono più. Nel film interessante è anche la rappresentazione di un luogo che conserva scheletri e fantasmi di bambini traditi e lasciati a morire, decisi a vendicarsi, uniti in un terribile destino comune. Hercule Poirot sarà qui messo in difficoltà proprio dalla radice più metafisica e soprannaturale, con la quale dovrà scendere a patti, per quanto “Assassinio a Venezia” non tardi a spiegare con maestria anche i dettagli più inquietanti e complessi.

“Assassinio a Venezia”: racconto d’intrattenimento

Il film diretto e interpretato da Kenneth Branagh ha una struttura semplice e chiara, lineare nonostante il caso articolato che presenta, tipico delle opere di Agatha Christie. “Assassinio a Venezia” è un film godibile, dinamico, con un ritmo che coinvolge e una serie di indizi che catturano l’interesse dello spettatore che scena dopo scena, insieme a Hercule Poirot, segue la linea della detection. Un racconto di puro intrattenimento, che caratterizza i personaggi quanto basta per farli muovere nella storia. La pellicola si serve dell’ottimo cast internazionale per lasciare da parte la matrice più psicologica e concentrarsi tanto sul tema del giallo quanto su quello esoterico. Un dettaglio in più che aggiunge suspence e che rende questo terzo capitolo più dark rispetto ai 2 precedenti.

“Assassinio a Venezia”: Giudizio conclusivo

Come ogni adattamento cinematografico e televisivo dei romanzi di Agatha Christie, per quanto gli indizi si avvicino alla conclusione, c’è sempre alla fine una spiegazione particolarmente dettagliata di ciò che è accaduto. Un monologo didascalico volto a spiegare azioni e sentimenti: come e perché il crimine sia avvenuto. Trattandosi inoltre, spesso, di omicidi efferati e studiati in ogni particolare, può essere necessario che alcuni retroscena vengano effettivamente spiegati. Nel cinema odierno questo elemento, quello appunto didascalico, viene, la maggior parte delle volte, considera un aspetto negativo, ma in questo caso unito all’intrattenimento, all’originalità e all’ottima interpretazione, insieme a un’ambientazione vincente, “Assassinio a Venezia” si può definire un buon prodotto.

Trailer

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