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Recensione “Ant-Man and The Wasp: Quantumania”: occhio al piccoletto e al futuro della Marvel

Ant-Man and The Wasp: Quantumania è il terzo capitolo Marvel incentrato sui personaggi di Scott Lang/ Ant-Man e Hope van Dyne/ The Wasp, nonché primo film della emergente Fase Cinque. Nuovi eroi, nuovi mondi e nuovi villain per un’apertura del 2023 tutt’altro che quieta.

Indice

“Ant-Man and The Wasp: Quantumania: tutte le informazioni

Ant-man and the Wasp: Quantumania recensione

Trama

Scott Lang, supereroe ormai pressoché disoccupato dopo le grandi imprese compiute al fianco degli storici Avengers, si gode il successo guadagnato per aver salvato il mondo. Una vita tranquilla, tra i posti di sempre e la crescente notorietà, favorita persino da un esordio letterario. “Occhio al piccoletto” è il titolo della sua biografia, ben visibile in apertura con lo stesso Scott intento a leggerla.

Se da un lato la sua vita appare tranquilla ed idilliaca, dall’altro i problemi di una figlia adolescente con accesso alle particelle Pym inziano a turbare gli equilibri. Cassie, determinata ed intelligente, è intenzionata a seguire le orme del padre, affascinata dai misteri del Regno Quantico e dalla necessità di aiutare il prossimo.

Proprio le scoperte di Cassie trascinano di nuovo Scott e la sua squadra in azione: durante una cena in famiglia con Hope, Hank e Janet la ragazza confessa al padre di aver messo a punto un congegno in grado di esplorare il Regno Quantico senza doverlo visitare fisicamente. La dimostrazione dell’esperimento tuttavia non procede secondo i piani, e l’intero gruppo viene catapultato nel regno fuori dal tempo e dallo spazio.

Qui i nostri eroi si troveranno divisi, con la sola missione di ricongiungersi ed abbandonare il limbo quantico il più in fretta possibile. Quando le vecchie conoscenze di Janet bussano alla porta e i segreti del passato vengono alla luce, la compagnia è costretta a fare i conti con un altro nemico oltre al tempo: Kang il Conquistatore.

Tra le stramberie del popolo quantico e la forza di un avversario in grado di controllare le linee temporali riuscirà l’eredità degli Avengers a salvare il mondo ancora una volta?

Crediti

  • Regia: Peyton Reed
  • Genere: azione, avventura, fantascienza
  • Durata: 125 minuti
  • Anno: 2023
  • Paese di produzione: Stati Uniti d’America
  • Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Data di uscita: 17 febbraio 2023
  • Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Jhonatan Majors, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Kathryn Newton, Bill Murray

Candidature

Nessuna candidatura degna di nota per il primo capitolo della Fase Cinque Marvel. La critica si esprime con pareri discordanti circa la riuscita del prodotto: con un indice medio di gradimento di 5,6 su 10 infatti non costituisce il miglior film proposto negli ultimi anni. D’altra parte non risulta neppure totalmente sgradito: gli incassi suggeriscono un discreto successo anche se non al pari di altri titoli della medesima casa produttrice.

La recensione

Occhio al piccoletto: il sublime dell’uomo davanti all’infinito

Nonostante apparentemente le pellicole d’azione si discostino dall’intento didascalico, nei prodotti Marvel la componente della moralità non è mai ermetica. La dicotomia della scelta tra giusto e sbagliato rappresenta infatti il perno nella caratterizzazione dei supereroi. Nell’avvicendarsi delle Fasi da Uno a Quattro tuttavia si assiste ad una smarginatura dei contorni, quasi sempre a favore di lodevoli archi di redenzione.

Basti pensare a tutti i villain originali entrati nel cuore dei fan: dal dio asgardiano Loki, al Soldato d’Inverno Bucky Barnes al cacciatore spaziale Yondu ; d’altro canto non si fanno attendere neppure le descrizioni di personaggi che travalicano i confini dell’integrità: tra gli stessi Avengers è sufficiente ricordare le fazioni schierate in Civil War per averne un’idea.

Ma l’importanza emblematica di Scott Lang e del suo alter ego Ant-Man non risiede unicamente nell’inseguire la correttezza, quanto più nel rappresentare le possibilità dell’uomo entro ed oltre i propri limiti amplificando anche le voci fuori dal coro. Come tutti gli eroi Marvel, Scott Lang è umano prima che essere umano, imperfetto e multiforme in quanto tale.

Sull’essere multiforme Scott gioca con qualche arma in più rispetto agli altri eroi, servendosi delle particelle Pym per stravolgere le proprie dimensioni. Eppure la vera capacità di Ant-Man non è quella di crescere e rimpicciolirsi a dismisura, bensì di capovolgere la prospettiva. Che sia enorme o infinitesimale, è la possibilità di ritrovarsi in lui ed empatizzarvi il reale superpotere.

Un espediente semplice, immediato ed accessibile che rende estremamente inclusivo il personaggio e dà misura dell’ineffabile possibilità dell’uomo: infinitesimale davanti al vasto mondo, ma enorme ed imbattibile davanti alle proprie sfide. Da che punto scegliete di guardare?

Fase Cinque: quale sarà il futuro della Marvel?

Con la pubblicazione dei film appartenenti alla Fase Quattro si assiste ad un tentativo marcato dell’universo Marvel di conferire un maggiore bagaglio analitico ed introspettivo ai prodotti. L’articolazione concettuale di titoli quali Eternals, Doctor Strange in the Multiverse of Madness e persino di serie tv come Loki ne offrono un esempio lampante.

Non manca di certo la caratteristica dell’azione, che d’altra parte costituisce il fondamento del genere, tuttavia appare più chiaro l’intento di approfondire il livello di complessità sia in termini di tematiche che di sviluppi. Si tratta di una deviazione di rotta non sempre apprezzata dalla totalità dei fan, ma gradita ai più.

L’esordio della Fase Cinque si presenta come una bozza ancora spigolosa di un tale ambizioso percorso, certamente sulla scia del passato e sull’avvio della transizione. Ricorre il legame con il blocco degli Avengers, che rappresenta anche un’ampia fetta del futuro cinematico Marvel. Sono due i titoli legati a questo filone annunciati, Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars.

Se per il secondo il collegamento risulta più implicito, di certo il nome che figura nel primo lo evidenzia in maniera chiara: Kang è il villain che diventa quasi protagonista di Quantumania, che colonizza il tempo e lo spazio e persino la mente di Scott. Anche tornato alla sua vita tranquilla il nostro eroe continua a chiedersi se abbia agito nel modo giusto oppure no, e se Kang possa ancora essere una minaccia.

Dunque è Kang, controverso viaggiatore del tempo nei fumetti in grado di mutare forma ed identità nelle varie epoche e persino di sconfiggere la morte, a costituire il collegamento con il futuro. Egli stesso profetizza il suo arrivo, o meglio quello delle sue infinite personalità, aprendo il sipario sulla nuova era.

Scene post credit: le linee del tempo

La prima scena post credit è di certo la più densa: Immortus, non altri che Kang stesso divenuto re del Limbo, chiama a raccolta tutte le identità accorse dal multiverso e dalle linee del tempo, esortandole ad insorgere contro il nemico.

Che un Kang sia caduto nel Mondo Quantico non rappresenta affatto un problema: nella storyline dei fumetti è egli stesso ad uccidere alcune delle sue varianti e a ripetere cicli di storie concluse. Per questo personaggio la morte non è un limite ed il potere illimitato di Kang il Conquistatore, così immenso in Quantumania, è in realtà minimo. Un ulteriore capovolgimento delle prospettive in perfetto stile Ant-Man, che rende questo film perfetto per introdurre la rilevanza del nuovo personaggio.

Ebbene sì, delinearne l’importanza ma non l’identità, perché questa è già stata presentata nella serie tv Loki. Si spiega così la confluenza nella seconda scena post credit, che congiunge proprio Loki alla Fase Cinque nascente. La serie dedicata al Dio dell’Inganno spiega l’origine del multiverso, mentre l’evoluzione di Kang ne giustifica il progresso e il flusso: reclutato dalla TVA, Kang ha la responsabilità di potare le diramazioni superflue della linea del tempo e tenerla a bada.

Nella seconda scena dopo i titoli di coda si assiste ad una presentazione teatrale di Victor Timely, ennesima identità di Kang, di fronte ad una platea che accoglie Mobius e Loki. Si concretizza così la minaccia di Kang: si erge a distruttore di mondi e giudice del tempo, può morire senza sparire, e sta arrivando.

Giudizio e conclusioni

Non di certo l’esordio atteso dai fan, anzi a tratti definito dalla critica mediocre e non all’altezza delle aspettative. Si tratta in realtà di un film nel complesso godibile, leggero e scorrevole, caratteristiche che ben si addicono ad una pellicola di transizione. Un primo approccio che promette una climax ascendente e getta le basi per il continuo miglioramento.

La cura impiegata nella CGI innalza notevolmente il punteggio generale, rendendo questo prodotto un lavoro davvero eccezionale. La definizione meticolosa e dettagliata del Regno Quantico ne fanno un grande risultato scenico ed artistico. Tuttavia le ambientazioni, i toni ed i pattern cromatici ricordano marcatamente le stazioni spaziali già viste nei volumi di Guardiani della Galassia, risultando di conseguenza poco originali.

Persino molti abitanti di Quantumania riprendono iconograficamente diversi alieni appartenenti ai due film citati, mentre altri ancora a personaggi già apparsi in Thor:Ragnarok: è il caso di Jentorra, estremamente simile a Valkyrie ma nettamente meno definita sul fronte della caratterizzazione di psicologia e personalità.

L’andamento della trama del Regno Quantico richiama in alcuni tratti titoli colossali appartenenti all’universo cinematico di Star Wars: i toni caldi ed oscuri e il topic della ribellione ricalcano in pieno l’Episodio III- La vendetta dei Sith, ancora una volta emulando però in difetto.

In molti momenti persino la comicità risulta forzata e poco efficace, ed è poco riuscito l’intento di rendere Janet un personaggio misterioso ed ombroso: comprensibile ma al contempo frustrante la scelta di non spiegare da principio il movente delle sue scelte, la rende un’identità pressoché avversa.

Un film dal retrogusto blando dunque che non eccelle ma non scontenta, delude forse per l’aspettativa disattesa costruita dai due capitoli precedenti. A dissolvere l’amaro in bocca sono certamente le due successive alla proiezione, che seminano la speranza di un miglioramento futuro.

Trailer

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