Eco Del Cinema

Recensione “Anatomia di una caduta”: Palma d’oro a Cannes 2023

Presentato in anteprima al 76º Festival di Cannes, dove si è aggiudicato la Palma d’oro e alla 18ª Festa del Cinema di Roma nella sezione Best of 2023, “Anatomia di una caduta”, diretto da Justine Triet, è un film teso, carico d’intensità e inquietudine e che fa dell’accusa di omicidio l’incipit per raccontare l’estrema e necessaria soggettività delle dinamiche interne a una coppia.

Indice

“Anatomia di una caduta” – Tutte le informazioni

Anatomia di una caduta - locandina

Trama

Sandra Voyer, scrittrice tedesca, è sposata da anni con Samuel, ma una tensione invisibile e pronta a esplodere, si percepisce fin dalla primissima scena. Sandra e il marito, insieme al figlio undicenne Daniel, ipovedente, vivono in uno chalet isolato sulle montagne e la città più vicina, Grenoble, dista mezz’ora di macchina. Durante un’intervista da parte di una studentessa che si presenta a casa di Sandra pur di riuscire a parlarle, la loro conversazione viene interrotta e resa particolarmente difficile da Samuel che mette una musica a tutto volume a ripetizione. La studentessa è quindi costretta ad andarsene. Mentre Sandra sale le scale per parlare con suo marito, il figlio Daniel esce col suo cane. Al suo ritorno Daniel trova il padre disteso sul selciato innevato, morto a seguito di un forte trauma cranico. Tra disperazione e le prime dichiarazioni rilasciate alla polizia, Sandra viene incriminata per omicidio volontario. Sandra sostiene che sia stato un incidente e cioè che Samuel sia caduto dalla finestra della stanza dove lavorava o che si tratti di suicidio e il marito si sia gettato. Ma è solo durante il processo, in un’aula di tribunale, che si può stabilire la verità, una verità sepolta nelle dinamiche di un rapporto che solo Sandra e Samuel possono conoscere e hanno sperimentato davvero, verità che risalgono ad anni prima, all’incidente che ha dato vita alla semi cecità di Daniel e ad una soddisfazione professionale che  sentono di non aver mai realmente raggiunto.

Recensione “Anatomia di una caduta”: Palma d’oro a Cannes 2023

Crediti

  • Regia: Justine Triet
  • Cast: Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis Jehnny Beth, Saadia Bentaïeb
  • Genere: drammatico, giudiziario
  • Durata: 150 min
  • Produzione: Francia, 2023
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Data d’uscita: 26 ottobre 2023

Recensione

Alta tensione e minima percezione

Anatomia di una caduta

Il film vincitore della Palma d’oro a Cannes 2023, “Anatomia di una caduta”, parte con un incipit dal forte impatto visivo e sonoro, facendo percepire una tensione crescente senza però mostrare con stereotipi o scene di litigio, il rancore e l’ostilità che intercorre tra due personaggi. Si tratta delle sequenze più forti del film, dove un’irrequieta suspence è presagio di qualcosa di terribile che sta per accadere. La versione strumentale di “P.I.M.P.” di 50 Cent che si sente all’inizio è assordante, continua, quasi ossessiva: sovrasta le voci, forse le urla, i rumori e tutto ciò che è successo in quella stanza chiusa da dove Sandra può aver colpito, o forse spinto, il marito Samuel, o da dove, come sostiene, lei è uscita lasciando il marito al proprio lavoro e al suo presunto dispetto che, con quella musica a forte volume, ha costretto Sandra a interrompere la propria intervista. “Anatomia di una caduta” ha un incipit scioccante, rimbombante, impercettibile, silenzioso nelle battute ed estremamente lento, inesorabile in quel mistero che si celerà per giorni, mesi o forse anni, avvenuto in una casa isolata e vuota, dove sorge spontanea la domanda: come stabilire la verità? Come sapere esattamente cos’è successo?

Nessuna scena successiva del film di Justine Triet supera l’intensità e raggiunge il massimo livello di suspence, tensione, angoscia, attesa e partecipazione emotiva, visiva e sonora, ma basta all’intera costruzione del racconto, per non distogliere mai l’attenzione. L’omicidio e l’indagine minuziosa, dettagliata, matematica e presentata con rigore scientifico, diventano man mano il pretesto per raccontare altro; per far luce sulle dinamiche di coppia, su quelle parole, quelle accuse, quelle sofferenze, quella rabbia e frustrazione che si nasconde tra le mura domestiche e che solo i diretti interessati, di quei sentimenti contrastanti e straripanti, possono conoscere fino in fondo. Quest’allusione, realtà che sarebbe difficile da non considerare tale, è chiaramente espressa in un ottimo dialogo tra il personaggio di Sandra e lo psicologo di Samuel che, come lo accusa lei stessa, pensa di sapere con certezza e sostiene con fermezza di aver capito cosa realmente sentisse il propio paziente.

“Anatomia di una caduta” e la minuziosa ricostruzione dei fatti

I sensi di colpa, la dimensione privata e personale della protagonista diventano pubbliche, viste da fuori, con quella distanza fredda e naturale di chi quei momenti non li sta vivendo. Mentre il processo ribalta continuamente la possibile dinamica dell’incidente, il titolo “Anatomia di una caduta” si carica di simbolismo e significato: tutto è calcolato al millimetro, è preciso e il dubbio è minimo, suggerendo che non è importante ciò che ci sia dietro, ciò che può aver causato quel gesto o quella scelta: ciò che ha portato alla morte di un personaggio. L’opera di Justine Triet diventa appassionante aggiungendo rivelazioni e indizi, nella cornice di un dramma giudiziario dove non c’è spazio, né tempo, né reale volontà di poter realmente comprendere le ragioni, l’evoluzione, l’andamento e lo sviluppo di un matrimonio provato da molteplici problematiche. Tutte svelate e affrontare durante il processo che compone la maggior parte della pellicola e che si conclude con una scoperta sconvolgente.

Giudizio conclusivo

“Anatomia di una caduta” è estremamente coinvolgente, costruito come un legal drama, ma dove a fare la differenza non è il tipico scambio di battute tra avvocati e testimoni, ma quei monologhi, quelle registrazioni e quel racconto reale, vero e particolareggiato che è la dinamica e la crisi di una coppia, una crisi perpetuata nel tempo, che affonda le sue radici in un passato e in un incidente mai realmente superato. “Anatomia di una caduta” è la prova di un’oggettività impossibile, di un’unica verità che non si può ottenere. La domanda del film non è: “è stata lei?”, ma: “cosa è successo?”, inteso come cos’è accaduto prima, anni prima, cosa può aver portato a tanto. Si tratta solo di sensazioni e interiorità, di qualcosa che non si può provare, che dovrebbe maggiormente ragionare sull’emotività, soprattutto quando ci si rende conto che la certezza non si si può sempre provare.

Trailer

Articoli correlati

Condividi