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Prossima Fermata: Fruitvale Station – Recensione

Prossima fermata: Fruitvale Station, un buon film d’esordio per Ryan Coogler

(Fruitvale Station) Regia: Ryan Coogler – Cast: Michael B. Jordan, Melonie Diaz, Chad Michael Murray, Kevin Durand, Ahna O’Reilly – Genere: Drammatico, colore, 85 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Wider – Data di uscita: 13 Marzo 2014.

prossima-fermata-fruitvale-stationIl giovane regista californiano Ryan Coogler va dritto al cuore dello spettatore con la sua opera prima “Prossima fermata: Fruitvale Station”. Tratto da un fatto realmente accaduto nel 2009 a Oakland, il film racconta l’ultima giornata di vita del giovane di colore Oscar, ucciso da due poliziotti la notte di Capodanno mentre torna a casa dai festeggiamenti.

La scena viene ripresa dai telefonini dei passeggeri a bordo del treno fermo in transito. Lui non è certo un santo, ma ha deciso di cambiare vita e di smettere di spacciare erba per amore della sua famiglia. Che le cose non andranno nel verso giusto, si capisce dalle prime inquadrature del film, riprese amatoriali fatte da alcuni presenti al fatto nel 2009.

Per tutta la narrazione assistiamo a un giorno normale di una persona normale, in cui cattivi presagi si alternano a flashback. Il protagonista è raffigurato egregiamente, con un approccio molto realista, dal suo interprete Michael B. Jordan, definito per la sua prova “il Denzel della sua generazione”.

In un qualche modo, il suo personaggio ha qualcosa del protagonista di “Carlito’s Way”, che viene citato apertamente nell’inquadratura ribaltata dello sguardo di Oscar ferito, che vede arrivare i paramedici dalle scale mobili dall’alto. Anche lui, come Carlito vuole trovare il suo paradiso. La pellicola ha anche notevoli affinità con ”La 25° ora” di Spike Lee. Il regista racconta la storia di Oscar con una certa indulgenza, ma senza nessuna rabbia, anche se il tema della violenza della polizia americana contro i neri è un nervo scoperto negli Usa (basta ricordare le rivolte scoppiate in strada a Los Angeles nel 1992 per l’omicidio di Rodney King Uprising). Del resto, ancora oggi l’omicidio attraverso la violenza armata è la prima causa di morte trai giovani di colore e questo nonostante dal 2008 alla Casa Bianca sieda il primo presidente nero della storia americana.

Lo stile del ventisettenne regista afroamericano è a tratti quasi documentaristico: oltre a usare in apertura e chiusura video amatoriali fatti dai presenti al fatto, ha girato in 15mm. Inoltre, ha scelto di girare l’ultima scena, la più dura, nel posto dove è realmente accaduto l’omicidio di Oscar, ovvero nella vera stazione Fruitvale della Bay Area Rapid Transit, che divide in due la città di San Francisco. Ne sono interpreti, in un piccolo ma essenziale cammeo, Kevin Durand (“Lost”, “Robin Hood”) e Chad Michael Murray (“Dawson’s Creek”, “One Tree Hill”), i due poliziotti che giustiziano letteralmente il povero ragazzo.

Costato meno di 2 milioni di dollari e girato in soli 20 giorni, “Prossima fermata: Fruitvale Station” ha vinto il premio della Giuria e del pubblico all’ultimo Sundance Film Festival. Nella prima settimana di uscita negli Usa nel 2013, è stato il terzo film per incassi. Una conferma che il cinema americano non è solo di cassetta. Straordinaria la performance di Jordan, coadiuvato splendidamente da Melodie Diaz/Sophina e dall’incantevole piccola Ariana Neal/Tatiana. Un film da vedere se possibile in lingua originale.

Paolo Rivelli

 

Prossima Fermata: Fruitvale Station – Recensione

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