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Precious – Recensione

Lee Daniels dirige una pellicola incentrata sulla durissima vita di Precious, un’adolescente obesa di Harlem, che compie un cammino di rinascita attraverso la scuola

Regia: Lee Daniels – Cast: Mo’Nique, Paula Patton, Mariah Carey, Sherri Shepherd, Lenny Kravitz, Gabourey Sidibe, Nealla Gordon, Stephanie Andujar, Amina Robinson, Chyna Layne, Xosha Roquemore, Angelic Zambrana, Nia Fraser – Genere: Drammatico, colore, 109 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 26 novembre 2010.

preciousVincitore di diversi riconoscimenti all’ultimo Sundance Film Festival e di due premi Oscar, uno per l’attrice non protagonista l’altro per la sceneggiatura non originale, “Precious”, di Lee Daniels, si ispira all’omonimo libro della poetessa newyorkese Saphire e narra il disagio esistenziale di una adolescente di colore nata nella Harlem degli anni ’80, costretta a vivere in una realtà tanto inquietante da credersi a stento possibile.

Obesa, vittima di violenze da parte di entrambi i genitori, Precious viene espulsa da scuola perché in attesa del secondo figlio, anche questo frutto dei ripetuti incesti paterni. Nonostante la vergogna di essere analfabeta e uno sguardo che una vita domestica al limite dell’orrore ha ormai reso animalesco, Precious inizia un percorso scolastico alternativo, supportata dalla stessa Mrs Rains, che per fascino, pazienza e tenacia fa eco alle varie Michelle Pfeiffer e Whoopi Goldberg di film come “Pensieri pericolosi” o “Sister Act”.

Grazie al celestiale intervento dell’insegnante e alle nuove relazioni con le altrettanto problematiche compagne di corso, la giovane impara presto a leggere e scrivere, rivelando un’insospettata apertura verso l’esterno e iniziando così quel lungo viaggio verso l’accettazione di sé e verso l’autodeterminazione che solo l’amore per i propri figli e l’allontanamento dalla ignobile madre potrà rendere possibile.

Molti i punti di forza di questo film, primo tra tutti la composizione del cast. Presenze note sono il cantante Lenny Kravitz, la collega Mariah Carey, quasi irriconoscibile senza l’abituale atteggiamento seduttivo e infine Mo’Nique che, insieme a Gabourey Sidibe, rispettivamente madre e figlia sulla scena, danno prova di un talento recitativo che, sebbene non professionistico nel caso di Sidibe, si rivela davvero senza eguali. A lasciare tuttavia perplessi sono lo stile registico scelto per tale storia e una sceneggiatura made in USA, che francamente poco permette un’analisi più articolata del personaggio.

Daniels affronta infatti la sfida principale di questo progetto, ossia portare sulla scena il difficile realismo della vicenda di Precious, puntando tutto solo ed esclusivamente alla pancia dello spettatore, alle sue sensazioni superficiali. La tendenza sposata sembra essere, ancora una volta, quella tutta moderna di una comunicazione che non si preoccupa di permeare in profondità, ma solo di stimolare.

Il ricevente viene ancora una volta punzecchiato dal punto di vista emozionale con immagini e linguaggi forti, salvo poi essere lasciato solo al momento della riflessione; davvero conosciamo Precious alla fine del film, siamo stati dotati di strumenti opportuni alla comprensione? Insomma, oltre a commuoverci per l’ampio spettro di crudeltà inflittole, abbiamo davvero capito le motivazioni psicologiche, culturali, sociali e umane del flusso di vita che l’ha attraversata? A mio parere molto poco. Il risultato è che si è negato ad una storia incredibile, come quella realmente accaduta a Clarice ‘Precious’ Johns, la possibilità di trovare una rappresentazione che, oltre a tenerle fede, potesse insieme dar voce a uno dei tanti esseri ‘invisibili’ di questa nostra società.

Cecilia Sabelli

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