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Planes – Recensione

Spin-off sul mondo di “Cars” poco originale ma simpatico quanto basta 

Regia: Klay Hall – Cast: John Cryer, Carlos Alazraqui – Genere: Animazione, colore – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Walt Disney – Data di uscita: 8 novembre 2013.

planes-locandinaDopo il flop “Cars 2”, John Lasseter decide di sfruttare in maniera alternativa il grande successo ottenuto con il suo “Cars – Motori ruggenti”, affidando a DisneyToons il compito di creare un nuovo universo legato alle automobili amate dai più piccoli, ma al contempo indipendente.

Ne nasce “Planes”, un nuovo franchise su cui Topolino ha già in mente di investire molto dal momento che, ancor prima della sua uscita nelle sale, è in programma un sequel per l’anno seguente.

Protagonista è Dusty, un piccolo aereo agricolo con la passione per le corse. Quando verrà ammesso a una prestigiosa gara intorno al mondo, il piccolo velivolo dovrà dimostrare al mondo di valere più di quello per cui è stato progettato.

“Planes” non brilla certo di originalità: non solo perché l’animazione degli aerei ricalca completamente lo stile di “Cars”; il messaggio finale è quello dell’abbattimento dei pregiudizi, comune a buona parte della filmografia Disney (e non solo). Per di più, la sinossi ricorda per molti versi quella di un altro cartoon dello stesso anno, “Turbo”, la lumachina che voleva essere una macchina da corsa.

La vera forza della pellicola sono i tanti personaggi, tutti di nazionalità diverse, con cui Dusty gareggia nella sua avventura intorno al mondo: dal passionale e divertente messicano El Chu al saggio e professionale britannico Bulldog; dall’altezzosa italiana Azzurra alla dolce indiana Ishani. Ogni aereo è ben caratterizzato e, nonostante il limitato tempo che lo vede in scena, lo spettatore ne individua subito i tratti distintivi, grazie alla scelta di richiamare la personalità attraverso il modello, i colori e le dimensioni del velivolo.

Anche le voci sono scelte per aiutare l’immediata individuazione dell’identità del personaggio; peccato che la versione italiana sia pessima. Ma probabilmente non ci si può aspettare risultato migliore quando il doppiaggio non è affidato a professionisti: tra comici, cantanti, giornalisti, trovare un performer decente è un’impresa. Anche se non c’è dubbio su chi meriti il riconoscimento per la peggiore interpretazione: la corona va a Micaela Ramazzotti e alla sua Azzurra che appena apre bocca fa venir voglia di tapparsi le orecchie.

In definitiva, “Planes” è un dignitoso prodotto d’intrattenimento, che svaga e si lascia guardare con piacere, pur inserendosi in quella categoria di prodotti nella media che si dimenticano facilmente appena terminatane la visione.

 Corinna Spirito

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