Eco Del Cinema

Pietà – Recensione

Pellicola dura e violenta sulla crudeltà umana, sulla vendetta, e sul capitalismo che schiaccia tutto e tutti

Regia: Kim Ki-Duk – Cast: Lee Jung-Jin, Jo Min-Su – Genere: Drammatico, colore, 126 minuti – Produzione: Corea del Sud, 2012 – Distribuzione: Good Films – Data di uscita: 14 settembre 2012.

pietaIn tutta onestà non condividiamo il trionfo del film di Kim Ki-Duk all’edizione 2012 della Mostra del Cinema di Venezia. Pur tentando di ingoiare il boccone amaro della violenza, spesso gratuita, di molte scene, non comprendiamo cosa ci sia di così sublime in un film che esalta la non-pietà, a dispetto del titolo.

La parabola del crudele protagonista, al soldo di uno strozzino, capace di brutalità disumana per riscuotere i danari, che si ritrova indifeso e improvvisamente inadeguato per la consolidata attività, quando pensa d’aver qualcosa da perdere, per quanto interessante possa essere, di sicuro non è una storia innovativa. La cinematografia internazionale è piena di pellicole sul tema.

La condanna del capitalismo che annienta i piccoli artigiani in occidente è quasi desueta, siamo già nella fase in cui si riscopre il negozietto dietro l’angolo.

Allora dove sta la singolarità del film coreano? Nella scena del figlio che penetra la ‘madre’? O in quella in cui la madre è d’ausilio al figlio che nel sonno ha un rapporto sessuale con un cuscino?

O forse dovremmo rimanere stregati dalle immagini che mostrano come un coniglio cicciotto, liberato dalla prigione domestica, sia talmente disabituato alla libertà dal finire schiacciato dalla prima automobile che passa, forse manifesto dell’inadeguatezza umana nel saper gestire la propria libertà?

Se il messaggio del regista era quello che la brutalità e l’insensibilità vengono a scemare quando si rischia di perdere degli affetti, quello indubbiamente passa, ma a che prezzo!

La cosa più carina è la locandina, una rivisitazione della ‘Pietà’ di Michelangelo.

Daniele Battistoni

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