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Paulette – Recensione

L’esilarante commedia di Jerome Enrico suggerisce un metodo “stupefacente” per salvarsi dalla crisi

Regista: Jérôme Enrico – Cast: Bernadette Lafont, Dominique Lavanant, Carmen Maura, Françoise Bertin, André Penvern – Genere: Commedia, colore, 87 minuti – Produzione: Francia, 2012 – Distribuzione: Moviemax – Data di uscita: 6 giugno 2013.

pauletteIn un grigio casermone della periferia di Parigi vive Paulette (Bernadette Lafont), anziana signora dalla pensione striminzita. Vita grama la sua, ormai ridotta a rovistare tra la merce avanzata dei mercati per portare a casa qualcosa che sia degno di finire a tavola. Ma non è stato sempre così. Paulette aveva una pasticceria, una bella casa e un marito che amava. Ha perso tutto ciò che la rendeva felice e ora, vecchia e rancorosa, ha dichiarato guerra al mondo. La sua ira si scaglia contro i “musi gialli” che le hanno tolto la sua preziosa attività, contro le amiche noiose e rimbambite e persino contro il suo nipotino, reo di avere la carnagione troppo scura per i suoi gusti.

Razzismo, povertà, disagio sociale. Sembra che ci siano tutti i presupposti per un consistente dramma urbano in stile neorealista ma Jerom Enrico riesce a trarne spunto per una commedia scoppiettante. Proprio questa è la felice intuizione del regista: partire da temi delicati per inanellare una ridda di situazioni esilaranti.

L’attempata eroina di questa fiaba metropolitana, attratta dai traffici illeciti del suo quartiere, tenta il riscatto sociale attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutto lo spirito imprenditoriale di Paulette che in passato l’aveva aiutata nel commercio dei dolciumi ora viene riversato in questa nuova attività illegale.

La sceneggiatura non lascia spazio ai luoghi comuni o alla retorica che potrebbe scaturire dai problemi trattati, se ne infischia della morale e va dritta al sodo. È un susseguirsi di situazioni assurde e di battute memorabili.

La vecchietta irascibile della porta accanto, alle prese con gli spacciatori di zona è quanto di più inusuale e divertente si potrebbe pensare; in realtà la scintilla creativa del film scaturisce da un fatto di cronaca: una donna anziana coinvolta nel traffico di cannabis perché non riusciva a far quadrare i conti.

“Paulette” ci porta con sé, grazie a un ritmo narrativo formidabile, e non ci lascia mai annoiati anzi sempre più desiderosi di scoprire con quale trovata riuscirà a disimpegnarsi nei momenti più complicati della storia. E quando proprio sembra aver imboccato un vicolo cieco, la “stupefacente” nonnetta ci lascia di stucco con le sue genialate.

Il film ha lo stesso sapore dei nuovi dolcetti di Paulette: da “sballo”!

Riccardo Muzi

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