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Panico al villaggio – Recensione

Pellicola d’animazione in stop-motion, con simpatici protagonisti di plastica che si districano tra avventure surreali dal sapore retrò

(Panique au village) Regia: Stéphane Aubier, Vincent Patar – Cast: Stéphane Aubier, Jeanne Balibar, Nicolas Buysse, Véronique Dumont, Bruce Eleison – Genere: Animazione, colore, 75 minuti – Produzione: Belgio, Lussemburgo, Francia, 2009 – Distribuzione: Nomad Film – Data di uscita: 25 giugno 2010.

panicoalvillaggioIn una terra lontana lontana, esiste un villaggio chiamato Villaggio dove abita un cavallo chiamato Cavallo assieme ai suoi due inseparabili e scatenati amici: Indiano e Co-Boy. La nostra storia ha inizio il giorno del compleanno di Cavallo (che in italiano ha la voce di Massimo Lopez); per fargli un bel regalo Indiano e Co-Boy decidono di farsi spedire dei mattoni e costruire un barbecue… ma qualcosa va storto: anziché 50 mattoni se ne ritrovano 50 milioni e, nel tentativo di sbarazzarsene, gettano il villaggio nel panico.

Cercano invano di rimediare al disastro compiuto, ma finiranno solo col peggiorare le cose. Passando attraverso mirabolanti avventure rovinano la vita al povero Cavallo che a causa loro rimanda in continuazione le sue lezioni di piano con la bella puledra Madame Longrèe. Sebbene il film sia logicamente indirizzato ad un pubblico infantile, anche gli adulti rimarranno piacevolmente sorpresi, immergendosi nelle atmosfere frenetiche e surreali che regnano solitamente nei giochi dei bambini, qui riprodotte e portate quasi all’esasperazione. Il non sense di fondo è la chiave del divertimento: in un mondo dove gli animali parlano, gli indiani sono amici dei cowboy e i cavalli suonano il pianoforte viene quasi naturale lasciarsi la logica alle spalle.

La pellicola è interamente girata in stop-motion; in un tempo in cui i cartoni vengono prodotti soprattutto in 3D questa tecnica ci regala un tocco retrò, quasi nostalgico, ma non per questo meno apprezzabile; specialmente se si tiene conto delle innumerevoli ambientazioni riprodotte: dalle nevi del Polo Nord fino alla città marina abitata dagli Atlantici, strane creature che danno parecchio filo da torcere ai nostri amici. È difficile trovare il momento più divertente: come la sequenza della caduta al centro della terra, la prigione vagante a forma di pinguino o i teatrini messi in atto dai vicini di casa.

Il film, che ha come protagonisti questi simpatici pupazzetti di plastica, è stato tratto da una serie televisiva del 2001 che ha avuto un enorme successo in Francia e Belgio; ha vinto molti premi come Miglior Lungometraggio tra cui il Platinum Grand Prize e, presentato al Festival di Cannes 2009, è uno dei pochi lavori d’animazione ad essere mai stato mostrato nella sezione ufficiale.

Federica Palma

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