Eco Del Cinema

P.O.E. – Poetry of Eerie – Recensione

Otto visioni originali ispirate ai racconti di Edgar Allan Poe

Regia: Domiziano Cristopharo, Giovanni Pianigiani, Bruno di Marcello, Paolo Gaudio, Alessandro Giordani, Paolo Fazzini, Fratelli Capasso, Edo Tagliavini, Yumiko Sakura Itou – Cast: Luca Canonici, Angelo Campus, Laura Gigante, Mariano Aprea, Marco Borromei, Gianluca Russo, Lorenzo Semorile, Dario Biancone, Sara Cennamo, Alessandro Garavini, Gerardo Lamattina – Genere: Horror, colore, 80 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: Indipendente – Data di uscita: 7 giugno 2013.

poe-poetry-of-eerieDieci registi del panorama indipendente italiano raccontano e reinterpretano i classici dello scrittore Edgar Allan Poe. Il maestro indiscusso della letteratura horror, rivive al cinema grazie a un gruppo di giovani e talentuosi registi, pronti a trasferire sullo schermo le ancestrali e più archetipiche paure dell’uomo. Un lavoro corale, caratterizzato da stili e approcci diversi, atto a reinterpretare, sviscerare e riscrivere la suggestiva poetica di un autore sempiterno, che ha popolato sogni e incubi di intere generazioni, ispirato e influenzato romanzieri, pittori, musicisti e perfino linee di gioielli.

Il lungometraggio è composto da otto episodi, ognuno dei quali dà prova della personale visione che i registi hanno dei racconti del grande scrittore americano. In realtà appare chiaro fin dall’inizio che Poe è un filo conduttore piuttosto ampio poiché viene nella maggior parte dei casi totalmente stravolto, con risultati alterni. Difatti il film riesce a scorrere con più facilità solo dopo aver realizzato che del grande drammaturgo rimane per lo più l’acronimo del titolo.

Di maggiore impatto non per carica horror ma per riuscita generale appaiono “L’uomo della folla”, girato da Paolo Fazzini, in cui dalla Londra originale si passa ad una Roma altrettanto buia, caotica e isolante, sebbene il finale colga lo spettatore alla sprovvista, “Il gatto nero” di Paolo Gaudio, che per questo episodio sceglie di utilizzare l’animazione in stop motion con un ottimo risultato concedendosi il lusso di avere lo scrittore stesso come protagonista, e “Silenzio”, forse l’unico insieme a “Le avventure di Gordon Pym” in cui si sente, grazie a un fotografia cupa e una regia abile, una maggiore aderenza al genere horror, sebbene in maniera più edulcorata.

In generale “P.O.E. Poetry of Eerie” è un film che rischia di deludere sia i grandi appassionati di Poe che i fan del cinema horror, non riuscendo a prendere tra le due strade una sferzata decisiva, nonostante alcune interessanti trasfigurazioni, e a percorrere una linea d’insieme che risulti davvero convincente e sperimenti al massimo delle sue potenzialità. Certamente il budget ridotto e gli strettissimi tempi di lavorazione non hanno facilitato il compito ai giovani registi, dimostratisi comunque uniti nell’originalità e nell’intraprendenza.

Miriam Reale

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