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Oxford Murders – Teorema di un delitto – Recensione

Un giallo mal riuscito con una trama prevedibile, “Oxford Murders – Teorema di un delitto manca l’obiettivo di sorprendere lo spettatore

(The Oxford Murders) Regia: Álex De la Iglesia – Cast: Elijah Wood, John Hurt, Leonor Waitling, Julie Cox, Burn Gorman, Dominique Pinon – Genere: Thriller, colore, 107 minuti – Produzione: Spagna, Francia, 2008 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 11 aprile 2008.

teoremadiundelittoI gialli hanno ancora qualcosa da dirci? Come le note che sono sette, anche le storie più intricate a un certo punto smettono di esserlo, tutto è già stato raccontato e anche i misteri più fitti alla fine della fiera non sono più tali, per forza di cose.

“Oxford Murders”, nuovo film della Warner, interpretato da un pur bravo Elijah Wood (unica “star” del film) ci prova a raccontare qualcosa di nuovo, ma risulta, in ultima analisi, un po’ prevedibile. Un giovane americano, Martin, si trasferisce ad Oxford per finire la sua tesi, sperando di avere come relatore un famoso matematico, Arthur Seldom. Ma ciò che unisce i destini dei due uomini, invece che lo studio, finisce con l’essere un’indagine per omicidio che i due portano avanti parallelamente alla polizia locale.

Sembra infatti che nella cittadina si aggiri un serial killer che, dopo aver ucciso la padrona di casa del giovane Elijah, si diverta ad uccidere altri abitanti di Oxford le cui vite non hanno nulla a che fare l’una con l’altra. Ci si mette di mezzo la matematica a complicare le cose, sul luogo dei delitti vengono ritrovati strani simboli che difficilmente si riesce a decifrare, fino all’epilogo che naturalmente viene allungato in diverse fasi, in cui il mistero risolto nasconde a sua volta un secondo mistero ancora da risolvere, la cui soluzione arriva quando sembra che i giochi siano ormai chiusi.

Risvolti psicologici spicci e superficiali fanno da contorno a questo film che, purtroppo, non riesce a colpire ma, soprattutto, lascia con l’amaro in bocca perché, alla fine della proiezione, ci si continua a chiedere quello che lo spettatore inizia a domandarsi dall’inizio alla fine della pellicola: ma dove vogliono arrivare?

Daria Ciotti

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