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Nomi e Cognomi – Recensione

Nomi e cognomi, il coraggio della verità nell’opera prima di Sebastiano Rizza
Regia: Sebastiano Rizza – Cast: Enrico Lo Verso, Maria Grazia Cucinotta, Marco Rossetti, Antonio Stornaiolo, Totò Onnis, Mingo De Pasquale, Barbara Tabita – Genere: drammatico, colori, 99 minuti – Produzione: Corrado Azzolini, Draka production – Distribuzione: Draka distribution – Data di uscita: 14 maggio 2015
nomiecognomiIl titolo dell’opera prima di Sebastiano Rizzo costituisce una sunto importante del filo drammatico dipanato in “Nomi e Cognomi” in quanto è il simbolo di quell’imperativo morale guida al pensare e all’agire, segno di un sistema valoriale che sostanzia la propria professione.
“Un giornalista racconta la verità, racconta i fatti. E i fatti hanno dei nomi, sempre” queste le parole del direttore del giornale “Paese del Sud” in una riunione per delineare la linea editoriale da seguire: inchiesta, verità, ricerca, approfondimento.
“Gli articoli si firmano sempre, ricordalo” altra battuta che restituisce il senso di uno scendere in campo in prima persona, con coraggio e professionalità.
Domenico Riva trasmette al proprio gruppo di lavoro e alle persone che lo circondano un modo di lavorare e di essere, forgiato dall’onestà e da un’etica professionale che supera tutto persino la propria vita. La sollecitazione della coscienza civica del paese acquista il valore di una missione eletta a motivo e ragione di essere.
Al di là delle losche logiche mafiose che girano attorno alla discarica abusiva del piccolo paese del Sud, luogo di ambientazione della storia, il regista ha chiaramente posto l’accento sulla tenacia, sulla determinazione e sulla testardaggine del direttore che, nonostante minacce, avvertimenti e una famiglia che si allontana, “mantiene” fermo il punto: la verità prima di tutto. Una verità che per essere tale è libera e senza padroni.
Commovente lo slow motion finale che, in “Nomi e cognomi” dà spessore alle sensazioni provate da tutti i personaggi coinvolti nella storia.
Intensa l’interpretazione di Enrico Lo Verso la cui espressività ha una forza comunicativa largamente più incisiva rispetto alle parole. D’altro canto, invece, un po’ poca veridicità hanno le scene di violenza come quella iniziale del pestaggio in un vicolo da parte del gruppo mafioso.
Spazio e un importante compito sono stati conferiti in “Nomi e cognomi” alla musica che evidenzia il mood di scene e situazioni.
Un’opera indipendente degna di nota per il contenuto etico e morale: il coraggio di credere con fermezza nei propri valori.
Marianna Cifarelli

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