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Nella casa – Recensione

Tra realtà e finzione si muovono i personaggi di Ozon, un professore e uno studente, che danno vita ad una pellicola originale anche se imperfetta

(Dans la maison) Regia: François Ozon – Cast: Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Fabrice Luchini, Jean-François Balmer, Fabrice Colson, Stéphanie Campion, Yolande Moreau, Denis Menochet, Diana Stewart, Ernst Umhauer, Bastien Ughetto – Genere: Drammatico, colore, 105 minuti – Produzione: Francia, 2012 – Data di uscita: 18 aprile 2013.

nella-casaGermain è un insegnante di letteratura in un liceo francese. Claude è un alunno del secondo anno che cattura l’attenzione del docente scrivendo un tema particolarmente brillante. Il ragazzo, con mano abile, descrive la casa e la famiglia di un suo compagno di classe, Rapha, riempiendo il testo di insinuazioni intriganti e di ironie nei confronti della vita borghese. Il lavoro è buono, Germain capisce che il giovane ha del potenziale e lo sprona a continuare la sua storia e frequentare quella casa se è lì che trova l’ispirazione giusta per scrivere.

Partendo dal soggetto della piece spagnola firmata Juan Mayorga, “Il ragazzo dell’ultimo banco”, Francois Ozon dirige un thriller originale anche se lontano dalla perfezione. Il rapporto professore-studente è difatti anomalo, visto raramente sullo schermo: non è solo Germain ad influenzare la mente giovane, fresca, ricettiva di Claude, ma anche lo studente riesce a segnare profondamente il suo insegnante. Infatti, nonostante si renda conto che il rapporto tra Claude e la famiglia di Rapha si faccia sempre più pericoloso e perverso, Germain non vuole fermare il ragazzo, coinvolto dalla storia che sta scrivendo e convinto di stare coltivando un potenziale scrittore con la “s” maiuscola.

Claude, dal canto suo, è sempre più consapevole del potere che sta acquisendo su Germain e lo sfrutta a suo vantaggio.

Ernst Umhauer è perfetto per il ruolo del sedicenne Claude grazie a un viso particolare che suscita tenerezza e terrore insieme. Ozon fa del suo protagonista un personaggio borderline, inquietante ed affascinante, che buca lo schermo.

Di indubbia bravura però sono anche Fabrice Luchini e Kristin Scott Thomas nei rispettivi ruoli di Germain e Jeanne, coniugi intellettuali ed artisti che sembrano vivere lontano dalla realtà in un mondo in cui problemi e dolori sono scalzati da discorsi (spesso ironici) sulla cultura o dalla curiosità per le faccende altrui. In questo senso la lettura delle pagine di Claude sulla famiglia di Rapha diventa per Germain e Jeanne una vera e propria terapia contro l’insoddisfazione e l’infelicità.

Ozon si diverte a giocare con i suoi personaggi, specie con quelli adulti, facendoli talvolta cadere nel paradossale e nella caricatura; nonché a condire il suo film di un registro ironico che costituisce sicuramente il maggior punto di forza della pellicola. La mano di Ozon è forte, decisa, ma piacevole e soprattutto ci piace che sia tremendamente personale. Come aveva fatto in “Ricky – Storia d’amore e libertà” nel 2009, il regista parigino alterna e fonde continuamente la realtà con la finzione a mano a mano che la pellicola si evolve, lasciando che in alcuni casi lo spettatore non riesca a comprendere se quello che vede stia accadendo nella vita reale o nella sola mente del giovane autore Claude. La trovata è sicuramente interessante, peccato che non renda al 100% sullo schermo e rischi di innervosire il pubblico, abituatosi alla linearità della prima parte del film, per altro perfettamente riuscita.

“Nella casa” infatti parte probabilmente meglio di quanto finisca tanto che a visione terminata non si resta totalmente soddisfatti. Ad ogni modo la visione è consigliata perché Ozon dimostra, di nuovo dopo il suo fortunato “Politiche – La bella statuina”, la sua capacità di incuriosire e divertire che fa passare sopra alle imperfezioni del film.

Corinna Spirito

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