Eco Del Cinema

Mr. Beaver – Recensione

Presentato fuori concorso alla 64° edizione del Festival di Cannes, “The Beaver” racconta delicatamente la storia di un uomo che affronta i demoni della depressione e del male di vivere

Regia: Jodie Foster – Cast: Mel Gibson, Jodie Foster, Jennifer Lawrence, Anton Yelchin, Zachary Booth, Riley Thomas Stewart, Paul Hodge, Michelle Ang, Jeff Corbett, Kris Arnold, Lorna Pruce, John Bernhardt, Kayla Ayler-McCormick, Bill Massof, Brett McClelland, Anney McKilligan, Kelly Coffield Park, Steven Weisz – Genere: Commedia, colore, 91 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 20 maggio 2011.

mr-beaverWalter Black è un uomo a cui non manca nulla nella vita, un buon lavoro, una bella famiglia e una casa grande, ma quello che proprio non possiede è la tranquillità dell’anima, la serenità dello spirito. Walter è un uomo profondamente malato di depressione, che sente di non avere più speranze, di essere perso, ha smesso di lottare perché combattere è troppo difficile, così si lascia abbattere dai demoni della malattia e invadere da un senso di irrequietezza, fino a quando la moglie stanca anche lei, non decide di allontanarlo di casa. Ed è proprio nel suo allontanarsi che Walter trova una via di fuga, quando per caso trova una pupazzo di pezza che ha la forma di un castoro, ed inizia a comunicare tramite esso. La via della guarigione, passa dalle mani dell’animale, nel quale il protagonista ripone tutte le parole che non riesce a dire, ri-mostrandosi al mondo con un salutare distacco, inizia a vivere di nuovo, o almeno è quello che gli pare di fare.

Osserviamo divertiti, almeno per buona parte della pellicola, le vicende di questa famiglia e di un uomo che lotta contro se stesso per la propria sopravvivenza, fino al punto in cui dovrà scegliere chi essere.Jodie Foster dirige il film concentrandosi sulla figura di Mel Gibson (che torna sul grande schermo con un’ottima prova attoriale), sulle sue sfumature caratteriali, e sull’ambivalenza che è chiamato ad interpretare. Incorniciando la storia con le sottotrame dei figli, soprattutto l’adolescente Porter, che vive attraverso le vite dei compagni di scuola a cui scrive i compiti di italiano, per sfuggire alla sua, cercando di essere chiunque altro tranne se stesso, in perenne conflitto con la figura paterna, innamorato di una studentessa e con i relativi problemi a carico.

“The Beaver” colpisce duro nel finale, mostrandoci come un essere umano sappia essere il peggior nemico di se stesso, lo fa mostrandoci la verità, la realtà delle cose per come sono. La disperazione fin dove può portare? La voglia di riemergere e di riappropriarsi della propria esistenza cosa ci chiede di affrontare? La risposta risiede nelle azioni, e quelle di Jodie Foster nel ruolo di regista sarebbero dovute essere più coerenti nel finale. Nonostante tutto la pellicola è un prodotto di delicata fattezza.

Sonia Serafini

Articoli correlati

Condividi