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Mary e lo spirito di mezzanotte: la recensione del film di Enzo D’Alò

Enzo D’Alò, regista di film d’animazione come La Gabbianella e il gatto, torna al cinema con Mary e lo spirito di Mezzanotte. Il film, presentato in anteprima alla 63a edizione della Berlinale nella sezione Generation KPlus è stato accolto con il premio come miglior film d’animazione al Chicago International Children’s Film Festival. La storia, tratta dall’omonimo libro di Roddy Doyle, è un viaggio attraverso i paesaggi variabili d’Irlanda e nei meandri delle emozioni di una giovane protagonista.

Indice

Mary e lo spirito di mezzanotte: la trama

Mary, undicenne appassionata di cucina, trova sempre il sostegno della nonna, anche quando gli altri non apprezzano i suoi piatti. Tuttavia, quando la nonna, ormai anziana, viene ricoverata in ospedale, Mary ne è profondamente addolorata. Tutto il suo mondo viene sconvolto e Mary ha paura di perdere una figura chiave nella sua vita. La bambina aumenta le attenzioni nei confronti della nonna, dimostrando un affetto ancora più profondo, e in questo momento difficile, riceve il sostegno di una misteriosa giovane donna che appare all’improvviso nel suo percorso.

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Mary e lo spirito di mezzanotte: la recensione

Nel corso degli anni abbiamo visto d’Alò confrontarsi con molteplici classici e scrittori di alto calibro come ne La Freccia Azzurra di Rodari, Pinocchio di Collodi e La Gabbianella e il gatto di Sepulveda. Ora, d’Alò decide di prendere ispirazione da uno scrittore contemporaneo e ben noto al pubblico irlandese: Roddy Doyle. Così, per Mary e lo spirito di Mezzanotte la sfida è stata, per il regista, mettere insieme sentimenti come amicizia, amore, allegria, tristezza e serietà, tutti in una storia che vuole parlare ai bambini, e non solo. Il film affronta tematiche complesse, come la perdita e la maturazione, in modo accessibile per un pubblico di tutte le età. La regia di D’Alò si rivela particolarmente efficace nel mantenere un equilibrio tra momenti leggeri e riflessivi, regalando al pubblico un’esperienza interessante e coinvolgente.

Enzo d’Alò riesce a parlare di dolore e perdita ai bambini, ma con delicatezza e sensibilità

Protagonista della nostra storia è Mary, una bambina irlandese dallo spirito allegro, attivo e in continua evoluzione, proprio come ci suggeriscono i suoi capelli ricci e rosso fuoco. Non è facile, soprattutto con i bambini, riuscire a trattare di temi importanti come la perdita e la malattia di una persona a loro cara, ma d’Alò riesce a farlo con delicatezza ed empatia. Se da un lato la storia di Mary e sua nonna è dolorosa, dall’altro ci sono i ricordi e l’amore che hanno da sempre caratterizzato il loro rapporto: la nonna di Mary è, infatti, un’importantissimo pilastro nel suo sogno di diventare una cuoca.

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Nella difficoltà di toccare note alquanto dolenti e di non risultare eccessivamente pesante per i suoi spettatori, Enzo D’Alò dirige un’opera efficace e non retorica che colpisce direttamente al cuore. Mary non è solo un personaggio in cui possono riconoscersi i bambini ma anche gli adulti: una figura con le sue fragilità, aspirazioni e sensibilità che tutti possiamo aver sperimentato.

Ma se da un lato abbiamo particolarmente apprezzato la sceneggiatura, l’adattamento e le scelte narrative di Enzo D’Alò per comunicare temi così sensibili, dall’altro non possiamo non parlare dell’unica nota dolente del film: l’animazione e il design. I personaggi, infatti, risultano piuttosto semplici e ripetitivi, rimandando ad uno stile disneyano che, tuttavia, risulta piuttosto stridente. Ad accentuare ancora di più i problemi dal punto di vista visivo c’è, poi, l’animazione. Quest’ultima risulta spesso lenta e poco fluida, rovinando l’esperienza. Un elemento decisamente importante, considerando che stiamo parlando di un film d’animazione.

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Giudizio e Conclusioni

Dopo opere come La Gabbianella e il Gatto, con Mary e lo Spirito di Mezzanotte Enzo D’Alò torna a parlare al cuore di giovani e adulti. Il regista ha creato un’opera apprezzabile che, con la sua semplicità e delicatezza, offre un’esperienza cinematografica toccante e consigliata per una visione in famiglia, riuscendo ad unire insieme amore, tristezza ed amicizia in un’unica pellicola. Peccato per le animazioni che, se fossero state più fluenti, avrebbero reso il tutto più godibile e alzato il livello del film.

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