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Marilyn – Recensione

Ritratto sincero della star Americana, attraverso il diario di Colin Clark, che ha trascorso con lei una settimana indimenticabile

(My Week With Marilyn) Regia: Simon Curtis – Cast: Michelle Williams, Kenneth Branagh, Julia Ormond, Eddie Redmayne, Dougray Scott, Judi Dench, Emma Watson, Geraldine Somerville, Michael Kitchen, Miranda Raison, Karl Moffatt, Simon Russell Beale, Toby Jones, Pete Noakes, Dominic Cooper, Derek Jacobi – Genere: Biografico, colore, 96 minuti – Produzione: Gran Bretagna, USA, 2011 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 1 giugno 2012.

marilynFilm singolare quello portato fuori concorso al Festival internazionale del Film di Roma 2011 da Simon Curtis: si tratta della trasposizione cinematografica del best seller autobiografico di Colin Clark, ambientato nell’ormai lontano lontano 1956 in cui, lavorando come terzo aiuto regista di Laurence Olivier, durante la lavorazione de “The Price and the Showgirl”, per una serie di circostanze ebbe la ventura di trascorrere una settimana a strettissimo contatto con l’indimenticata Marilyn Monroe, per la quale provò un forte sentimento.

Il film è come un trattato psicoanalitico della figura dell’attrice, della quale la prima cosa che impressiona è la fragilità, il suo desiderio di essere amata, passando per questo da un matrimonio all’altro, alla ricerca di quella serenità purtroppo mai trovata. Marilyn vive con spontaneità e tenerezzal’affetto per il giovane Colin; in lui trova un amico, un confidente, qualcuno di cui fidarsi. La Monroe è una donna costantemente insicura nei propri mezzi, incapace di essere felice, forse perché incapace di rinunciare a quella maschera di seduzione che tanta popolarità le aveva dato.

Marilyn è interpretata magistralmente da Michelle Williams, già candidata all’oscar 2005 per “I Misteri di Brokeback Mountain”, le cui recenti turbolente vicende personali, unite alla perdita tragica e improvvisa del marito Heath Ledger, le donano suo malgrado un’unica facoltà di immedesimazione. Ma nel film non c’è solo Marilyn, c’è anche sir Laurence Olivier, interpretato alla perfezione dal suo erede morale, lo strepitoso Kenneth Branagh, sempre in parte in ogni ruolo nel quale si cimenti. Da ricordare JuliaOrmond, che interpreta la moglie di Olivier Vivian Leight, e le partecipazioni di Judi Dench, nei panni di Sybil Thorndike, la più grande attrice scespiriana di tutti i tempi, e di Emma Watson, una guardarobiera cui Colin fa la corte. Il protagonista e voce narrante Colin è interpretato dal giovane Eddie Redmayne,già protagonista della fortunata produzione televisiva “I Pilastri della Terra”.

E’ come un viaggio nel tempo, in cui possiamo osservare, da posizione privilegiata, queste star durante la lavorazione di un film e comprenderne carattere e anima. Così vediamo una dolcissima Leigth, innamorata e gelosa del marito Olivier, e al contempo rassegnata ad un suo eventuale interessamento per la star d’oltre oceano. D’altra parte un Olivier conscio della sua grandezza, è deciso a cimentarsi per la prima volta dietro alla macchina da presa; ammira il talento seduttivo innato in Marilyn, ma non si abitua a convivere con le sue bizze, che causavano tanti ritardi alla lavorazione del suo film.

La bellezza della pellicola risiede nell’aver raccontato la realtà senza filtri, ma allo stesso tempo senza giudizi. Sul comodino dell’attrice troneggiavano flaconi di pillole, a tratti sembrava impossibile per lei poter vivere le giornate senza una qualche sedazione farmacologica, con la quale sperava di alleviare le sue pene. Rattrista ancora oggi il pensiero che una così bella persona non abbia avuto accanto a sé qualcuno che la capisse nel profondo, e che non abbia mai trovato il coraggio di dare una svolta positiva alla sua triste vita.

Maria Grazia Bosu

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