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Marfa Girl – Recensione

“Marfa Girl” : Un ritratto lisergico della comunità ispanica texana

Regia: Larry Clark – Cast: Adam Mediano, Drake Burnette, Jeremy St. James, Mercedes Maxwell, Indigo Rael, Elizabeth Castro, Mary Farley, Erik Quintana, Sarah Laymon, Lindsay Jones, Richard Covurrubias, Jessie Tejada, Ramona Tejada, Angel Maxwell – Genere: Drammatico, colore, 106 minuti – Produzione: USA, 2012.

Marfa-GirlPorta la firma di Larry Clark, già autore di “Kids” e “Ken Park”, il film in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma “Marfa Girl”. La location è un Texas arido e popolato da una specie di comunità post hippy. Loro, dal giovanissimo Adam alla madre Mary, vivono all’inizio in una specie di piccolo paradiso lisergico: si fa musica elettronica e non, si fuma erba e si fa sesso a go go, soprattutto una giovane e bellissima artista, proveniente dalla città, che non ha problemi a concedersi a ogni maschio disponibile. Ma su tutti loro c’è l’ombra cupa di Tom un poliziotto psicopatico.

Il film di Larry Clark vorrebbe essere una specie di romanzo sull’educazione sentimentale del brufoloso Adam, che riesce ad amare per la prima volta la sua Marfa Girl e non solo lei. C’è molto sesso in tutta la pellicola, ma i corpi nudi invece che sexy sembrano dei manichini senza anima e alla fine, la realtà crudele prenderà il sopravvento. Adam, dopo aver perso la sua verginità perderà anche l’innocenza.

Il Texas, già raccontato nel recentissimo “Killer Joe” di William Friedkin, nel film di Clark è terra di confine e loro, i protagonisti, sono per lo più border line.

Le atmosfere, la fotografia sembrano quelle di un film lisergico anni ’70 e questo non è del tutto sgradevole. Tuttavia la trama è sfilacciata e si perde forse anche a causa dell’andamento lento.

Il regista ha definito il suo film “molto cattolico”, e lo è sicuramente nel finale catartico in cui tutti i personaggi vengono purificati da una guaritrice new age alla luce abbacinante del deserto. Ottima la colonna sonora, in bilico tra rock ed elettronica firmata da Bobby Johnston.

Massimiliano Ponzi

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