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Maradona di Kusturica – Recensione

Il Pibe de Oro raccontato tramite lo sguardo di Emir Kusturica

(Maradona by Kusturica) Regia: Emir Kusturica – Cast: Diego Armando Maradona, Lucas Fuica, Emir Kusturica – Genere: Documentario, colore, 90 minuti – Produzione: Spagna, Francia, 2006 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 30 maggio 2008.

maradonaL’attore Robin Williams ha detto che “La cocaina è il modo che usa Dio per dirti che stai facendo troppi soldi”. Senz’altro Maradona non può che essere d’accordo su questo, ma dettaglio trascurabile lui era Dio nel campo di calcio e a Dio si perdona tutto. Ecco a voi il film d’Emir Kustarica ritratto a 360 gradi del Pibe de Oro.

Presentato all’ultimo Festival di Cannes è un incontro tra due “prime donne” che vivono la vita con passione e senza paura del potere. Il progetto nasce nel 2005 quando Emir va a Buenos Aires alla festa di compleanno della figlia più piccola di Armando. Del grande campione che tutti ricordano resta poco, eppure riaffiora ancora sotto i chili di troppo il carisma di un tempo. È l’inizio di un road movie che si dipana tra Argentina, Cuba, Napoli e Belgrado.

Si parla di musica, di politica, di famiglia e ovviamente di calcio. Con “God Save the Queen” dei Sex Pistols di sottofondo si vede il famoso gol segnato di mano agli odiati inglesi, che gli valse il soprannome “Mano de Dios”. Era la rivincita dell’Argentina dopo l’umiliazione della guerra delle Falkland. D’altra parte, Diego racconta di aver rifiutato l’incontro con Carlo d’Inghilterra perché le sue mani erano sporche di sangue. Poi, mostrando i tatuaggi del Che Guevara e di Fidel Castro si parla del viaggio di protesta contro Bush a Mar Del Plata fatto dai due a novembre 2005.

Il gitano e il campione vanno a visitare la casa dove quest’ultimo è cresciuto con sette fratelli a Villa Fiorito e in cui non tornava da 15 anni. Nonostante il successo e il denaro guadagnato Maradona non rinnega il passato e ricorda che il suo sogno sin da piccolo era quello di giocare alla mitica “Bomboniera”. Belgrado come Buenos Aires, il viaggio continua tra concerti della “No Smoking Orchestra” e quattro calci a un pallone nello stadio della Stella Rossa… Diego ritorna miracolosamente giovane.

È lì sul prato verde la sua forza, fuori lui è come una barca senza cime. Si dice che dietro ogni uomo di successo c’è una donna, per il Pibe de Oro ce ne sono tre; Claudia sua ex moglie e le due figlie Dalma e Giannina. È la voce di quest’ultima che lo sveglia dal coma in cui era caduto. Calcio, donne, politica e per finire la cocaina, la sua croce. “Sai che calciatore sarei stato, senza droga. Meglio di Pelè!” è la malinconica affermazione di Maradona. Ma siamo a Buenos Aires e il protagonista di Kusturica è un angelo caduto, a cui è stata persino dedicata una chiesa.

Il film si chiude con la malegria di Manu Chao che canta “Se io fossi Maradona, vivrei come lui….. la vita è una tombola!” In complesso un documentario registicamente autentico come il personaggio cui è dedicato, che forse alla fine questa tombola l’ha quasi vinta.

Ivana Faranda

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