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Louise Courvoisier: il cinema rurale e il legame con il Giura nel suo nuovo film

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Il film “Tutto in un’estate!“, diretto da Louise Courvoisier, è un’opera che esplora la vita rurale attraverso gli occhi di un giovane protagonista. Presentato al Festival di Cannes 2024, il film ha già ricevuto riconoscimenti significativi, tra cui due César, uno dei quali per la miglior attrice esordiente, Maïwène Barthélemy. La regista, cresciuta nel Giura, ha scelto di girare il suo film nella sua terra natale, coinvolgendo vicini e familiari, per raccontare una storia autentica e vicina alla sua esperienza.

La trama di “Tutto in un’estate!”

Il film segue le avventure di Totone, un diciottenne scapestrato interpretato da Clément Faveau. La morte improvvisa del padre costringe Totone a prendere in mano le redini della famiglia e a diventare capofamiglia. Fino a quel momento, la sua vita era caratterizzata da serate spensierate con gli amici e corse di stock-car, un’attività che ha sostituito i tradizionali rodei. Con il nuovo ruolo, Totone si improvvisa produttore di Comté, un formaggio tipico della regione. La narrazione è arricchita da momenti di comicità e situazioni di vita quotidiana, come i furti di latte per la produzione del formaggio, che rendono il racconto vivace e realistico.

L’influenza della vita personale di Courvoisier

Louise Courvoisier è nata a Ginevra in una famiglia multiculturale, con una madre canadese e tedesca e un padre svizzero. La sua infanzia trascorsa in una fattoria nel Giura, senza acqua ed elettricità, ha forgiato il suo legame con la terra e la comunità. Ricorda con affetto i momenti trascorsi con i suoi fratelli e la vita semplice che hanno condiviso. La scelta di girare un film nella sua regione è stata influenzata dalla sua volontà di contrastare i cliché sulla vita rurale e di rappresentare una gioventù spesso trascurata. Courvoisier desiderava realizzare un’opera che non fosse miserabilista, ma che mostrasse la bellezza e le difficoltà della vita in campagna.

La ricerca dei protagonisti

Per trovare gli attori giusti, Courvoisier ha condotto un casting non convenzionale, partecipando a fiere e eventi locali. Clément Faveau, che lavora in un’azienda di pollame e si era appena diplomato, inizialmente ha rifiutato di fare un provino, ma alla fine ha accettato e ha conquistato il ruolo principale. La regista ha voluto catturare l’autenticità dei personaggi, scegliendo volti e storie che rispecchiassero la realtà della sua comunità.

Un nuovo sguardo sulla campagna

Negli ultimi anni, il Giura ha visto emergere altri film che raccontano storie ambientate in questa regione, come “Le Roman de Jim” e “E i figli dopo di loro“. Queste opere hanno contribuito a cambiare la percezione della campagna, che è stata storicamente vista come sfondo per thriller e storie di omicidi. Ora, il focus si sposta sugli abitanti e sulle loro esperienze, portando alla luce una realtà spesso ignorata.

Le sfide e le aspirazioni future di Courvoisier

Guardando al futuro, Courvoisier non si pone limiti. Sebbene i suoi colleghi registi stiano cercando opportunità all’estero, lei intende continuare a lavorare nel Giura, circondata dalla sua famiglia. La regista è consapevole delle aspettative che circondano il suo secondo film, ma è determinata a mantenere la sua autenticità e a non ripetere la formula del primo. La sua visione è chiara: vuole esplorare nuove strade, senza lasciarsi influenzare dal desiderio di compiacere il pubblico.

L’estetica e la realizzazione del film

Il film si apre con un lungo piano sequenza che richiede una preparazione meticolosa e coinvolge numerosi elementi, tra cui comparse e animali. Courvoisier ha dovuto affrontare diverse sfide, come un infortunio subito da Clément Faveau, ma ha trovato modi creativi per superarle. La scelta di includere la produzione del Comté nel film non è casuale; rappresenta un elemento fondamentale della cultura locale e un modo per rendere omaggio alla tradizione della regione.

La rappresentazione della vita rurale

Courvoisier ha voluto rendere la lavorazione del formaggio un momento quasi sacro, privo di parole e musica, per mettere in risalto la materia prima e il processo. Questo approccio ha permesso di catturare la bellezza e la complessità della vita rurale, mostrando che anche gli aspetti più semplici possono essere resi poetici. La regista ha dimostrato che la vita in campagna, con le sue sfide e le sue gioie, merita di essere raccontata con sincerità e rispetto.

Il lavoro di Louise Courvoisier rappresenta una nuova voce nel panorama cinematografico, portando alla ribalta storie e personaggi che riflettono la ricchezza della vita rurale e l’importanza delle radici.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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