Il mondo del cinema è nuovamente al centro di una polemica riguardante la cancellazione di un film biografico. Si tratta di “Gore”, che narra la vita dello scrittore e sceneggiatore Gore Vidal, interpretato da Kevin Spacey. Nonostante il film fosse pronto per la distribuzione, Netflix ha deciso di non rilasciarlo, scatenando le ire del produttore Andy Paterson. In un’intervista, Paterson ha espresso il suo disappunto per la decisione del colosso dello streaming, sollevando interrogativi sulla libertà di espressione artistica.
La cancellazione di “Gore” e le sue implicazioni
“Gore” è tratto dalla biografia “Empire of Self” di Jay Parini e racconta la vita di Gore Vidal, una figura controversa e influente nella cultura americana. La cancellazione del film da parte di Netflix risale al 2017, anno in cui Kevin Spacey è stato accusato di comportamenti inappropriati. Nonostante le accuse, Spacey è stato successivamente scagionato, ma il film è rimasto bloccato. Paterson ha dichiarato che, nonostante le sue ripetute richieste ai dirigenti di Netflix, l’azienda ha mantenuto una posizione ferma, rifiutando di rilasciare il film o di venderlo a terzi.
Questa situazione ha suscitato una serie di interrogativi riguardo alla responsabilità delle piattaforme di streaming nel decidere quali contenuti debbano essere resi disponibili al pubblico. Paterson ha sottolineato che gli abbonati di Netflix, che hanno pagato per accedere alla piattaforma, dovrebbero avere la possibilità di decidere se vogliono vedere o meno il film. La decisione di Netflix di non rilasciare “Gore” ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza e sull’equità delle scelte editoriali delle piattaforme di streaming.
Le dichiarazioni di Andy Paterson
In un’intervista a Indiewire, Andy Paterson ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di comunicazione da parte di Netflix. Ha affermato di aver chiesto più volte di poter presentare il film al pubblico, ma ha ricevuto risposte evasive. “Mi hanno detto che non hanno intenzione di far uscire il film né di venderlo a terzi”, ha dichiarato Paterson, evidenziando come questa posizione sia in contrasto con la dichiarazione di Netflix di sostenere la libertà di espressione artistica.
Paterson ha anche messo in evidenza un apparente paradosso: mentre Netflix sostiene di promuovere la libertà di espressione, continua a mantenere disponibili sulla piattaforma le prime cinque stagioni di “House of Cards” e altri film con Kevin Spacey. Questo ha portato a domandarsi se la vera ragione dietro la cancellazione di “Gore” non sia legata tanto alla presenza di Spacey, quanto ai temi controversi trattati nel film, che esplorano le intersezioni tra sesso, potere e creatività.
Le conseguenze per il cinema e la libertà di espressione
La vicenda di “Gore” solleva questioni fondamentali riguardo al futuro del cinema e alla libertà di espressione. La decisione di Netflix di non rilasciare il film potrebbe avere ripercussioni significative non solo per il produttore e il cast, ma anche per il pubblico, che potrebbe perdere l’opportunità di vedere un’opera che affronta temi rilevanti e provocatori. La questione si estende oltre il singolo film, toccando il cuore del dibattito sulla censura e sulla responsabilità delle piattaforme di streaming nel fornire contenuti diversificati e significativi.
In un’epoca in cui il dibattito su libertà di espressione e responsabilità editoriale è più attuale che mai, la situazione di “Gore” rappresenta un caso emblematico che potrebbe influenzare le future decisioni delle piattaforme di streaming e il modo in cui i film vengono distribuiti e presentati al pubblico.
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