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London Boulevard – Recensione

Magari non sarà un gangster-movie originalissimo, ma l’abilità del regista e di Colin Farrel, nei panni del protagonista, donano alla pellicola delle caratteristiche uniche

Regia: William Monahan – Cast: Keira Knightley, Colin Farrell, Jamie Campbell Bower, Anna Friel, Ray Winstone, David Thewlis, Eddie Marsan, Stephen Graham, Ophelia Lovibond, Ben Chaplin, Matt King, Velibor Topic, Lee Boardman, Donald Sumpter, Sanjeev Bhaskar, Elly Fairman, Kerry Shale, Jonathan Cullen, Nick Bartlett, Alan Williams, Julian Littman, Giles Terera – Genere: Thriller, colore, 103 minuti – Produzione: USA, Gran Bretagna, 2010 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 10 giugno 2011.

londonboulevardMonahan, già sceneggiatore di successo, premio Oscar per “The Departed” di Martin Scorsese, per il suo esordio dietro alla macchina da presa ha scelto un film dalle tinte cupe, un gangster movie che riecheggia le atmosfere dei film di genere degli anni settanta. Il racconto è tratto dall’omonimo romanzo di Ken Bruen, dal quale Monahan attinge a tratti fedelmente, per concedersi poi ampia libertà creativa in altri momenti, aggiungendo alla storia un po’ di humor.

La storia ha per protagonista Mitchel, uno strepitoso Colin Farrell, che, appena uscito di galera, si adopera per sfuggire ad un destino malavitoso che lo ha segnato fin da ragazzo. Trova lavoro come tuttofare nella residenza londinese di Charlotte, una giovane attrice in difficoltà, schiacciata dalle regole dello star system, interpretata da Keira Knightley, e tra i due nasce un intenso rapporto.

La pellicola è tecnicamente perfetta, il montaggio di Dody Dorn (“Memento”) e un direttore della fotografia da Oscar come Chris Menges (“Mission”) si sposano alla perfezione con lo stile asciutto di Monahan, che muove la telecamera con classe ed eleganza, mostrando nel profondo ciò che circonda Mitchel, e lo stridente contrasto tra questo squallore, quello della South London, e la ricchezza e l’eleganza del mondo di Charlotte, la splendida West London.

Basta osservare i marciapiedi, le case, l’abbigliamento dei passanti, degli avventori dei locali, per capire che si tratta di due mondi agli antipodi, il protagonista si muove con indifferenza in entrambi, Mitchel non è interessato ‘al dove’ ma al ‘con chi’. Più che i luoghi vuole lasciarsi alle spalle quell’umanità violenta alla quale sente di non voler appartenere.

Ma si sa, i sogni si scontrano spesso con una realtà molto diversa, che non permette a nessuno di sfuggire al proprio destino, o almeno così è nel mondo di celluloide, dove il finale di questo tipo di pellicole è sempre lo stesso, vedi il bel “Ronin” o il recente, meno bello, “The American”. Peccato, perché il finale fa perdere alla pellicola la sua freschezza.

Splendida l’interpretazione di David Thewlis, che impersona Jordan, una sorta di maggiordomo per Charlotte, alcune sue battute sono esilaranti, e menzione speciale per la colonna sonora, che in molti momenti è la protagonista principale.

Maria Grazia Bosu

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