Eco Del Cinema

Lo straniero senza nome – Recensione

Il binomio vincente Clint Eastwood-western in “Lo straniero senza nome”, terzo film con la regia dello stesso Clint Eastwood

(High Plains Drifter) Regia: Clint Eastwood – Cast: Verna Bloom, Marianna Hill, Clint Eastwood, Billy Curtis – Genere: Western, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 1973 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 1 settembre 1973.

lostranierosenzanome“Lo straniero senza nome” è il terzo film di Clint Eastwood da regista, ma il primo in cui si confronta direttamente con la materia che lo ha consacrato uno dei più grandi attori del cinema: il western. Traendo sicuramente spunto e avendo assorbito l’insegnamento del grande Sergio Leone, Clint Eastwood ambienta la sua storia in una tipica cittadina western, quella di Lago, dove arriva uno straniero senza nome, abilissimo pistolero assoldato dagli abitanti per difendere il paese da tre criminali che stanno per uscire di prigione. Ovviamente un risvolto drammatico cambia la prospettiva della pellicola quando si scopre che i tre criminali sono i responsabili della morte dello sceriffo, fratello dello straniero, che pensa solo e soltanto ad una giusta vendetta.

Quello che ottiene l’inesperto Eastwood è una pellicola dal sapore del thriller, incentrato sulla figura dello straniero e sul tema della solitudine; del resto il protagonista è guardato con diffidenza per tutta l’opera, sia da chi deve difendere (la popolazione) sia dai suoi nemici. Tutto ciò che circonda l’ambientazione di questo paesino del West è tipico del genere: sesso e violenza sono gli ingredienti che condiscono questa storia dai toni contradditori. Certamente sono ben riuscite le scenografie, che risentono dell’esperienza degli spaghetti western di Sergio Leone, i massimi momenti di tensione (soprattutto i duelli) e quei momenti di black humour, in cui si può già notare ante litteram la mano autoriale del regista, che Clint saprà rendere immortale nei sui film successivi.

Poca, anzi quasi assente, psicologia nella scrittura dei personaggi e preferenza assoluta, come detto, per gli scontri con la pistola: siamo molto lontani dai bellissimi lavori della maturità, possiamo (anzi dobbiamo) considerarlo una nave scuola approdata con gli anni certamente in porti decisamente migliori.

Salvatore Buellis

Articoli correlati

Condividi