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Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate – Recensione

Conclusione spettacolare delle avventure di Bilbo

(The Hobbit: There and Back Again) Regia: Peter Jackson – Cast: Benedict Cumberbatch, Luke Evans, Martin Freeman, Cate Blanchett, Evangeline Lilly, Richard Armitage, Hugo Weaving, Ian McKellen, Orlando Bloom, Elijah Wood – Genere: Fantasy, colore, 144 minuti – Produzione: USA, Nuova Zelanda, 2014 – Data di uscita: 17 dicembre 2014.

lo-hobbit-2-locNell’ultimo capitolo della saga Tolkeniana de “Lo Hobbit”, diretto magistralmente dal solito Peter Jackson, giungono a conclusione le trame intessute nella due precedenti pellicole, oltre a spargere qua e là i semi di ciò che abbiamo già visto nella Trilogia dell’Anello che, ricordiamo, narra avvenimenti di circa sessanta anni posteriori a quelli raccontati ne “Lo Hobbit”.

Anche ne “Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate”, come nelle precedenti pellicole, gli occhi degli spettatori vengono riempiti da mirabolanti effetti speciali; le battaglie campali tra migliaia di contendenti si alternano a duelli sempre più adrenalinici, tanto che a tratti sembra che il film si riduca a veicolo pubblicitario per i videogames.

Per fortuna nella narrazione le battaglie reali sono alternate e scandite da quelle interiori che i protagonisti combattono con loro stessi, contro la loro natura umana, elfica o nanica, contro la cupidigia, contro la propria coscienza.

Il punto più cruento di questo tormento interiore è quello vissuto da Thorin Scudodiquercia, il valoroso re senza trono dei nani che abbiamo imparato ad apprezzare nei precedenti capitoli della storia, che, una volta ottenuta la corona, rimane preda della cosiddetta Malattia del Drago, gettando i suoi parenti e compagni nani nello sconforto e nel dubbio su come agire, ma più di tutti l’hobbit Bilbo, a sua volta in seria difficoltà per scegliere se sia preferibile fare la cosa giusta o tradire un amico.

Naturalmente consigliamo agli spettatori la visione del film in 3D, sia per essere veramente al centro dell’azione quando si lotta con draghi, orchi e mostruosità varie, ma anche, per esempio, per godere di una nevicata, o per deliziare un’altra volta la vista con i bellissimi panorami della Nuova Zelanda.

Tra i tanti attori che ci hanno accompagnato in questi anni, fra nuova e vecchia trilogia, una menzione speciale merita Sir Ian McKellen, che con quasi settantacinque primavere sulle spalle, e una luminosissima carriera di oltre cinquanta anni di teatro, shakespeariano e non, e di grande cinema, riesce ancora una volta a stupirci con un’interpretazione superba e ci regala uno sguardo, rivolto a Galadriel, da lezione di cinema, che da solo vale il prezzo del biglietto.

Daniele Battistoni

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