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L’insolito ignoto – Vita acrobatica di Tiberio Murgia – Recensione

Davvero interessante e pieno di spunti di riflessione il documentario presentato fuori concorso nella sezione Prospettive Italia al Festival Internazionale del film di Roma

Regia: Sergio Naitza – Cast: Tiberio Murgia, Mario Monicelli, Antonella Lualdi, Claudia Cardinale, Lando Buzzanca, Benito Urgu, Maria Grazia Buccella – Genere: Documentario, colore, 103 minuti – Produzione: Italia, 2012.

linsolitoignotovitaacrobaticaditiberiomurgiaViene tratteggiato in un modo a tratti divertito e compiacente, ma a volte anche impietoso, il ritratto di Tiberio Murgia, arrivato improvvisamente alla notorietà internazionale nel 1958, scelto letteralmente dalla strada da Mario Monicelli per prestare il suo volto alla maschera di siciliano cialtrone, amante delle donne e gelosissimo della sorella, dell’indimenticabile Ferribotte dei ‘Soliti Ignoti’.

Attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui, spezzoni di interventi dal piccolo schermo che si dipanano nel corso della nostra storia televisiva e soprattutto grazie a una intervista svolta poche settimane prima della sua morte, possiamo ripercorrere, assieme a Tiberio, la storia minore, ma non per questo meno significativa, dell’Italia e dell’italiano medio lungo il trentennio che va’ dagli anni del boom agli anni ’80.

Riviviamo con nostalgia l’epoca degli esordi, quella di un paese sull’orlo del boom economico e della grande emigrazione dal sud Italia verso le prospere città del centro e del nord; proprio per rappresentare questa categoria di protoemigranti Monicelli sceglie la maschera di Tiberio Murgia, lavapiatti in un ristorante romano frequentato dal regista. In un epoca lontanissima dagli odierni talent che promettono gloria effimera a chiunque, e nonostante la totale assenza di preparazione recitativa, a volte bastava un volto particolare per arrivare alla notorietà … e di notorietà su Murgia ne piovve subito parecchia. Il suo sguardo in apparenza altezzoso, caratterizzato dalla posizione della testa all’indietro, era in realtà dovuto a un difetto degli occhi; nonostante fosse sardo, nativo di Oristano, fu per tutta la carriera, tranne pochissime eccezioni, legato alla sicilianità macchiettistica del film del debutto.

Il nastro dei ricordi si snoda attraverso voci amiche, voci critiche e anche qualche voce ostile: personaggio contraddittorio e istintivo, come spesso è contraddittoria e istintiva la vita, Tiberio ebbe nella vita solo una grande passione, che lo mise ripetutamente nei guai: le donne. Oltre ai tre figli avuti nel corso di due matrimoni, Murgia ebbe anche cinque o sei altri figli, frutto di relazioni occasionali, e di relazioni occasionali doveva averne avute moltissime e senza porsi tanti problemi. Il figlio maggiore Giampiero ricordava che toccava a lui, giovanetto, togliere di mezzo da casa il venerdì i panni che lasciava l’amante del periodo a casa sua, prima che arrivasse la moglie del padre per il fine settimana. Lando Buzzanca, forse con un pizzico d’invidia, racconta che Tiberio viveva davvero la vita che lui interpretava da ‘Homo Eroticus’ negli anni ’70.

La tenerezza dei ricordi giunge dalla bocca di Claudia Cardinale, che condivide con Murgia il film d’esordio, quando racconta il senso di protezione che lui aveva nei suoi confronti sul set, durante le pause della lavorazione. Condividere la scena con Gassman, Mastroianni e Totò metteva sicuramente in soggezione una ragazzina di appena vent’anni e uno che fino a pochi giorni prima li vedeva mangiare al ristorante dove lavava i piatti: Tiberio Murgia in qualche modo continuava a interpretare la parte del fratello maggiore anche a cineprese spente. Proprio aver voluto vivere la vita come se stesse sempre recitando è quello che amorevolmente rimprovera la figlia minore Manuela al padre nell’ultima struggente intervista, in cui Murgia ha un unico intenso momento di rimorso ripensando a quante donne aveva fatto piangere e abbandonato in attesa di un suo figlio.

Daniele Battistoni

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