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Limitless – Recensione

Un thriller alterato da una concezione sfalsata della realtà che si riversa sulle modalità di ripresa, facendo calare lo spettatore nei panni del protagonista

Regia: Neil Burger – Cast: Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Andrew Howard – Genere: Thriller, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 15 aprile 2011.

limitlessCosa potrebbe succedere se non avessimo più limiti? Se riuscissimo ad utilizzare appieno le nostre potenzialità, se potessimo sfruttare al 100% il nostro cervello, attingendo in toto a tutte le nostre conoscenze pregresse? Saremmo forse tutti premi Pulitzer, o presidenti di una nazione, magari gli Stati Uniti, di sicuro non ci limiteremmo a quello ma andremmo molto oltre. Si basa sostanzialmente su questo principio la riflessione chiave di “Limitless”. Avere la possibilità di non avere limiti.

Sin dall’inizio il film è posto in chiave introspettiva. È il protagonista stesso, Bradley Cooper alias Eddie Morra, a guidarci in un flashback attraverso gli ultimi eventi trascorsi prima di trovarsi su un cornicione dei grattacieli di Manhattan sospeso a mezz’aria, intento a prendere una decisione fondamentale per la sua esistenza.

Non solo l’io narrante che svela la psiche del personaggio ma anche le inquadrature e gli effetti di post produzione voluti dal regista Neil Burger, ci aiutano ad addentrarci e ad immedesimarci con Eddie Morra. Fino a che il trucco non è esibito quando è Morra stesso a porre la domanda: “che cosa avreste fatto voi?” Ed è proprio qui il punto. Pillola Rossa o Pillola Blu? Citando il buon vecchio e caro “Matrix”, al quale fa riferimento lo stesso Cooper con ilarità, quando ci racconta delle sue guardie del corpo vestite proprio come gli eroi del film con Keanu Reeves. Personale assunto dopo l’enorme successo ricevuto grazie agli investimenti e alle intuizioni sopraggiunte dopo l’utilizzo di una piccola pasticca incolore, l’NZT, un farmaco sintetico in grado di potenziare oltre l’inverosimile le capacità intellettive di un individuo.

La narrazione prosegue sul filo del thriller per tutto il racconto, un film a scatti e psichedelico capace di ridurre notevolmente le capacità cognitive dello spettatore grazie ai suoi loop temporali e ai visual effects. Buona ed accurata è la scelta del cast. Bravo Cooper, impegnato in genere in commedie romantiche, e ottima scelta quella di mister De Niro nei panni del magnate della finanza Carl Van Loon, che predica la old school, il vecchio modo di fare affari, corrompendo, uccidendo e sposando le figlie dei giusti padri, quelli che fanno di tutto per arrivare in cima insomma, sgomitando per arrivare sulla vetta. Non come Eddie Morra che nel giro di due settimane arriva lì dove quasi nessuno era mai riuscito ad arrivare, grazie ad una droga che non sballa ma mantiene perfettamente lucidi.

Un contrasto che si protrae fino alla fine del film, tra effetti collaterali dimostrati e terapie ragionate, una lotta all’ultima pasticca che si conclude in maniera, in un certo senso inaspettata. Anche perché Neil Burger non poteva tradire il suo titolo, limitless in fondo vuol dire proprio andare oltre, non avere nessun limite, neanche quello morale.

Eva Carducci

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