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Les rois du monde – Recensione

  • Regia: Laurent Laffargue
  • Cast: Sergi López, Céline Sallette, Romane Bohringer, Eric Cantona, Guillaume Gouix, Victorien Cacioppo,
  • Roxane Arnal, Jean-Baptiste Sagory
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 100 minuti
  • Produzione: Francia, 2015
  • Distribuzione: Mezzanine Films
  • Data di uscita: 23 settembre 2015

“Les rois du monde”: una moderna tragedia greca ambientata in un piccolo villaggio del sud ovest della Francia

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Ha i colori cupi della tragedia e quelli del western “Le roi du monde” del regista teatrale Laurent Laffargue alla sua prima prova filmica. Nel claustrofobico villaggio di Casteljaloux torna dopo tre anni di galera lo sbandato Jeannot che passa le sue giornate a bere Pastis nel bar nel paese. Lui vuole a tutti i costi riconquistare la bella Chantal, suo grande amore. Peccato che lei si è messa con il solido Jacky, proprietario della macelleria storica del posto. Sarà la fine per tutti loro.

Sin dal suo apparire in scena il viso stropicciato di Jeannot/Sergi Lòpez, racconta tutta la sua esistenza dura e senza senso. Le sue rughe e i suoi occhi da alcolizzato parlano per lui, contrapponendolo al suo rivale Jacky/Eric Cantona, il nuovo compagno di Chantal/Cèline Sallette, donna bella e fragile, che tirerà fuori tutto il suo carattere solo tra le mura della scuola teatrale che frequenta, divenenedo suo malgrado una drammatica eroina in quel teattro che è la vita.

Evidentissima la matrice teatrale del film, da inserire tra i più belli e intensi all’interno della selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma

Tutto il film si dipana in un gioco di scatole cinesi, facenti parte a loro volta di un microcosmo da identificare nel villaggio dove vivono tutti i protagonisti. Tra scuola di teatro e giovani aspiranti attori che si contendono la giovanissima Pascaline, e lunghe giornate al bar arricchite da fiumi di Pastis, la tragedia lentamente incombe: il regista è abilissimo nel far salire e scendere la tensione nella storia d’amore e follia che vede Chantal protagonista. Il linguaggio scelto è un mix geniale in cui le immagini (cinema) e i dialoghi (teatro) si alternano con fragile armonia e con un uso della musica che potrebbe far pensare molto al genere western.

Tutto questo a tratti rende il film forse un attimo ridondante ma non più di tanto, e il finale arriva dritto al cuore dello spettatore dopo un’altalena di emozioni. Gli interpreti sono tutti perfetti, dal folle Jeannot, uno stralunato e poetico Sergi Lopez con la rosa in bocca da gitano, al misuratissimo Eric Cantona, che giunge alla sua prima prova d’attore dopo una lunga carriera calcistica a Marsiglia. Per non parlare della luminosa e dolente Chantal/Cèline Sallete. “Le roi du monde” per la sua complessità è un film che merita senz’altro un premio a un Festival che per ora non ha brillato più di tanto per la qualità dei film in concorso.

Ivana Faranda

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