Eco Del Cinema

L’era glaciale 3 – L’Alba dei Dinosauri – Recensione

Terzo capitolo della divertente saga con protagonisti gli animali preistorici più simpatici al mondo

(Ice Age: Dawn of the Dinosaurs) Regia: Carlos Saldanha – Cast: Claudio Bisio, Leo Gullotta, Pino Insegno, Roberta Lanfranchi, Lee Ryan, Massimo Giuliani – Genere: Animazione, colore, 91 minuti – Produzione: USA 2009 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di Uscita: 28 agosto 2009.

leraglaciale3In questo terzo capitolo le principali forze creative dei Blue Sky Studios, Carlos Saldanha e Michael Thrumier, danno nuovamente vita ai simpatici personaggi de “L’era glaciale”, che fece il suo esordio nel 1999 ottenendo un successo strabiliante.

Il pubblico potrà ritrovare gli stessi elementi dei primi due film, impreziositi da nuovi personaggi, nuovi effetti di animazione e lo spettacolare 3D. Nel branco, ormai allargato, Manny ed Ellie (i due mammut) sono in attesa del loro primo figlio; Diego, la tigre, è in piena crisi di coscienza e si chiede se non si stia “rammollendo” troppo a forza di andare in giro con i suoi amici; Sid, il bradipo, desideroso di una famiglia tutta sua, si mette nei guai quando trova delle uova di cucciolo di dinosauro e, ostinato come sempre, decide di non abbandonarle, anche nel momento in cui la mamma torna a riscattare la propria prole. In questo modo, il gruppo è costretto ad addentrarsi in un mondo sotterraneo abitato da dinosauri e da altri strani esseri viventi, per salvare la vita al loro amico. Per attraversare questo mondo nuovo e ostico, viene in loro aiuto Buck, l’unico mammifero in un mondo di lucertole, con qualche rotella fuori posto, probabilmente dovuta al suo isolamento.

Non poteva mancare, infine, la mascotte più amata dal pubblico per via della sua forte comicità, Scrat. Sebbene non pronunci mai una sola parola in tutta la pellicola, la piccola donnola torna sullo schermo sempre decisa a conquistare finalmente la sua ghianda. Stavolta, però, dovrà competere con Scrattina, che gli darà filo da torcere.

La sfida, secondo gli ideatori della pellicola era quella di vedere fin dove era possibile spingere i personaggi: gli eroi ormai pienamente consapevoli del loro habitat glaciale vengono catapultati in un universo con cui non hanno alcuna familiarità.

I disegni abbandonano quei colori freddi, tipici del ghiaccio e della neve, per acquistare nuove tonalità, molto più calde e pluricromatiche. La cura dei dettagli è formidabile (il pelo del mammut sembra davvero reale) e l’effetto 3D permette allo spettatore di sentirsi nel pieno dell’azione.

La simpatia di tutti i personaggi crea situazioni di puro divertimento e tanti sono i riferimenti sia letterari che cinematografici: dal rapporto ossessivo di Buck con il gigantesco dinosauro bianco che gli ha cavato un occhio, al “nessuno muova un muscolo” alla presenza del dinosauro, ripresa da un’analoga scena di “Jurassic Park III”.

Ovviamente, il tema centrale della famiglia e dell’amicizia è uno stereotipo ormai fin troppo abusato, ma in questo film è un elemento che finisce per passare in secondo piano surclassato dal magnifico lavoro artistico e tecnico fatto sui personaggi.

Silvia Caputi

Articoli correlati

Condividi