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Le badanti – Recensione

  • Regia: Marco Pollini
  • Cast: Samantha Castillo, Nadiah M.Din, Anna Jimsaya, Pino Ammendola, Giorgio Ariani, Alessandro Bressanello, Daniela Foà, Stella Maris
  • Genere: Commedia, colori 105’
  • Produzione: Ahoa! Film e SG Entetainment
  • Distribuzione: Ahoa! Film e Sommo Indipendente movie
  • Data di uscita: 11 giugno 2015

Le Badanti, un prodotto cinematografico, quello di Marco Pollini, che seppur inserito all’interno di un discorso socio-culturale attuale, non spicca per originalità.

Un film scontato, privo di spessore

le-badantiCon “Le badanti” si ha quasi l’impressione di assistere a una descrizione pedissequa e superficiale delle condizioni in cui si trovano le donne emigrate dai propri paesi per trovar fortuna in Europa e, nel caso specifico, in Italia. Ripercorsi pregiudizi e luoghi comuni: madri lontane dalla propria famiglia, donne sfruttate, costrette a lavori non idilliaci, mal pagate e oggetto di desiderio per gli uomini, di odio per le donne.

Il procedere narrativo fa presagire fin da subito l’esito della storia nonché i suoi snodi principali. Scontata la figura del direttore truffatore quanto quello dell’assistente che “frega” tutti. Per non parlare della “missione” delle tre badanti finalizzata a salvare “Villa Bella”, la casa di cura per anziani.

L’aspetto interessante è il confronto che si evince fra il mondo e le dinamiche degli anziani all’interno di una casa di riposo e il mondo di giovani donne alla ricerca di un futuro migliore. Dunque da una parte si prospetta una conclusione, dall’altra un inizio.

Divertenti i dialoghi, seppur costruiti su luoghi comuni già sfruttati

Di indiscutibile comicità, anche se a tratti ripercorrente alcuni luoghi comuni, sono i dialoghi, le battute e le situazioni che avviluppano gli anziani. Una vecchiaia portata sullo schermo in tutta la sua semplicità e oserei dire innocenza. Anziani con un vissuto carico di esperienze e un presente pieno di racconti e ricordi.

Notevole l’interpretazione delle tre attrici nei panni delle tre badanti nonostante le tre appaiono già a partire dal colloquio per l’assunzione, pur non essendosi mai viste prima, inverosimilmente in estrema complicità.

Degne di nota invece le inquadrature che ritraggono il paesaggio nel quale è immersa la casa di cura.

Dunque un’opera cinematografica sicuramente attuale ma assolutamente priva di spessore.

Marianna Cifarelli

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