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L’arte della fuga: conferenza stampa con il regista Brice Cauvin

Oggi, 24 maggio all’Accademia Francese si è svolta la proiezione e la conferenza stampa del film “L’arte della fuga”, a intervenire sono il regista Brice Cauvin e Emanuela Piovano, anche lei regista e la fondatrice della casa di distribuzione Kitchenfilm.

L’arte della fuga: un punto di svolta per la Kitchenfilm

L'arte della fuga conferenza stampa

Il film è distribuito nelle sale italiane, a partire dal 31 maggio da Kitchenfilm, che fino ad ora si è sempre occupata di pellicole “fuori dal mercato”, secondo quanto sostiene la fondatrice Emanuela Piovano durante il suo intervento. La sua casa di distribuzione è conosciuta per aver presentato al pubblico film ricercati e particolari e opere prime di registi eccellenti.

Il lavoro del regista francese rappresenta per lei un grande passo avanti, perché si tratta del primo impegno importante che porta la sua casa a competere con la concorrenza del grande cinema.

“L’arte della fuga” è una trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen McCaule. Il lavoro più complicato che ha compiuto il regista Brice Cauvin è stato quello di riadattare il romanzo per un pubblico francese, sostituendo le espressioni troppo dirette e il linguaggio semplice con delle metafore, tanto care ai francesi. E spiegando questo cambiamento Cauvin ricorda con il sorriso l’occasione in cui lo scrittore del romanzo, dopo aver visto il suo film disse, che l’adattamento il questione è molto libero, ma allo stesso tempo non poteva essere più fedele.

L’arte della fuga: il regista è un direttore d’orchestra

L’argomento, però, che ha incuriosito di più è quello del linguaggio e della musicalità della pellicola, che fanno da cornice ai problemi e preoccupazioni di una famiglia disfunzionale come quella dei tre protagonisti.

Durante la produzione del film, per Brice Cauvin era molto importante concentrarsi sui dialoghi dei personaggi perché è proprio su di loro e sulle paure che nascondono che è costruita tutta la narrazione; per questo motivo il regista non esagera quando decide di definirsi un vero e proprio direttore d’orchestra.

La musica stessa ha un ruolo fondamentale perché è stata scelta in modo tale da poter sottolineare e rappresentare al meglio tutte le ambiguità e contraddizioni presenti nella storia. Difatti il titolo del film è di palese riferimento alla famosissima raccolta di componimenti di Johann Sebastian Bach “L’arte della fuga”, presente nella colonna sonora del lungometraggio in una chiave reinterpretata.

Per concludere il regista francese sostiene che se non fosse per Bach, il titolo del film sarebbe stato “La melanconia”.

Marina Kozak

24/05/2018

 

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