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La storia di Cino – Recensione

Una favola classica, piena da simboli magici

(The Story of Cino – The Child Who Crossed the Mountain) Regia: Carlo Alberto Pinelli – Cast: Stefano Marseglia, Francesca Zara, Marc Andréoni, Giovanni Anzaldo, Philippe Nahon – Genere: Drammatico, colore, 85 minuti – Produzione: Italia, Francia, 2013 – Distribuzione: Whale Pictures  – Data di uscita: 11 dicembre 2014.

storiadicinoÈ diretto ai più giovani, ma adatto anche per un pubblico adulto, il lavoro di Carlo Alberto Pinelli, “La storia di Cino”, già presentato con successo al Giffoni Film Festival 2014.

Nel lontano Piemonte dell’800 i bambini più poveri vengono ‘affittati’ durante l’estate per lavorare nella vicina Francia. Il piccolo Cino subisce lo stesso destino, caricato su un carro da un losco individuo. Tra gli altri bambini c’è Catlin una ragazzina sveglia, l’unica femmina del gruppo, figlia orfana della prostituta locale morta di tifo. La piccola si ammala di polmonite e viene abbandonata. Una volta giunti a destinazione, Cino, maltrattato dal suo ‘padrone’, decide di scappare, ritrovando lungo il cammino Catlin.

Tutto il film mette al centro della narrazione la ‘magica’ amicizia tra i due bambini, che si ritrovano a crescere troppo in fretta. Il regista torinese riesce a raccontare temi duri, come lo sfruttamento del lavoro minorile e la pedofilia, in modo assolutamente soft, ma con efficacia.

Il tema sociale si intreccia con le tradizioni precristiane che prendono la forma di superstizioni e leggende. Il risultato è una favola in cui non mancano i momenti cupi, quasi da film horror.

Cino scapperà e attraverserà le Alpi con la sua giovane amica, lasciata febbricitante da una guaritrice durante il viaggio e ritrovata quasi miracolosamente.

Tra paesaggi di montagna mozzafiato e strane apparizioni simboliche si dipana il viaggio dei due verso casa.

Con “La storia di Cino” Pinelli riesce a far recitare sobriamente – cosa non facile  – attori di non più di nove anni. Stefano Marseglia è un calibratissimo Cino, guidato dalla terribile Francesca Zara/Catlin. Ed è lei la vera rivelazione del film, con i suoi grandi ed espressivi occhi verdi.

Girato in italiano e in francese/occitano “La storia di Cino” riesce a stupire fino alla fine e si può considerare un ottimo esempio per un cinema da famiglia intelligente e di qualità.

Roberta D’Amico

La storia di Cino – Recensione

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