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La siciliana ribelle – Recensione

Una donna coraggiosa in lotta con la mafia siciliana, in un film intenso e crudo che racconta una realtà in cui è difficile ribellarsi e sopravvivere

Regia: Marco Amenta – Cast: Veronica D’Agostino, Gérard Jugnot, Marcello Mazzarella, Lucia Sardo, Mario Pupella, Francesco Casisa, Carmelo Galati, Lollo Franco, Primo Reggiani, Paolo Briguglia – Genere: Drammatico, colore, 11° minuti – Produzione: Italia, 2008 – Distribuzione: Istituto Luce – Data di uscita: 27 febbraio 2009.

la-siciliana-ribelleNovembre 1991. Rita (Veronica D’Agostino), 17 anni, si presenta al procuratore di Palermo per vendicare gli assassini del padre e del fratello, entrambi mafiosi, segnando anche la propria condanna a morte. Rinnegata e minacciata dal paese e persino dalla madre, è costretta ad abbandonare la Sicilia ed esiliarsi clandestinamente a Roma.

Il procuratore Anti-mafia diventa per lei una figura paterna, la prende sotto la sua protezione e la sostiene nel suo percorso. Incontra Lorenzo (Primo Reggiani), nasce un amore e riscopre la voglia di vivere come un’adolescente spensierata, ma gli eventi la mettono di fronte all’assurdità della vita ed alla dismisura della sua battaglia. Da vari anni fioriscono i film sulla mafia siciliana, ma ben pochi di questi lavori sono centrati sul ruolo della donna in quell’ambiente e sulle donne coraggio che segnano la svolta di una regione e di una cultura difficile.

Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2008, nella sezione “Alice nella città”, questa opera prima di Marco Amenta, che sfoggia una bella fotografia, pregnante seppur senza eccessi di colore e taglio, ha il notevole dono di portare alla ribalta anche il non detto, e le conseguenze che un gesto coraggioso possono avere, sia a livello macroscopico che nel piccolo della grande vita quotidiana.

Nessun lieto fine, nessun prevalere del bene assoluto sui mali del mondo: solo la cruda verità, vestita di parole scarne ma efficaci e dai desideri inappagabili di una teenager che ben poco ha da spartire con quelle ritratte dalla filmografia americana. Amenta è siciliano, non ha paura di raccontare deliri ed eccessi della sua zona d’origine, tenendo bene a mente, sempre, che non si può fare di tutta l’erba un fascio.

Claudia Resta

La siciliana ribelle – Recensione

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