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La quinta stagione ­- Recensione

Dopo “Khadak” e “Altipiano”, il terzo film “di finzione” di Peter Bronsen e Jessica Woodworth

(La cinquième saison) Regia: Peter Brosens, Jessica Woodworth – Cast: Sam Louwyck, Aurélia Poirier, Django Schrevens, Gill Vancompernolle – Genere: Drammatico, colore, 93 minuti – Produzione: Belgio, 2012 – Distribuzione: Nomad Film – Data di uscita: 27 giugno 2013.

laquintastagione“La quinta stagione” segue le vicende di un piccolo villaggio rurale che i registi Peter Brosens e Jessica Woodworth delineano ricalcando usi e costumi di Weillen, paesino belga nel cuore delle Ardenne dove, tra l’altro, hanno avuto luogo le riprese.

I personaggi del film, come i veri abitanti di Weillen, hanno con la natura che li circonda un atteggiamento simbiotico, sia sul piano dell’interazione pratica (vivono di agricoltura e pastorizia) sia a livello empatico (i tempi della vita sono scanditi dal corso naturale delle stagioni). I paesaggi fiamminghi sono il riflesso dei loro profili tenui.

I registi hanno voluto immaginare cosa potrebbe succedere a una siffatta comunità umana qualora la natura, attraverso fenomeni inspiegabili, si sottraesse a questa dialettica, privandola del suo irrinunciabile contrappunto esistenziale.

Gli abitanti del villaggio diventano così dei dannati, l’aria di catastrofe che si respira mantiene viva l’attenzione nonostante la lentezza della loro marcia verso un destino nefasto del quale – senza dare segnali espliciti, ma lasciando trasparire la loro solita attenzione per le problematiche ambientali – i registi sembrano volergli attribuire un po’ di colpa.

‘La quinta stagione’, che dà il titolo al film, è dunque una dimensione metafisica posta da Bronsen e Woodworth per definire lo spazio immobile di una natura che per l’uomo non può più essere risorsa, non può più fornire risposte e, soprattutto, non può più garantire catarsi con il suo divenire.

Molti gli elementi antropologici e filosofici che rimandano alla formazione culturale dei registi e iscrivono il film in linea di continuità con i loro due titoli precedenti “Khadak” e “Altipiano”, con la differenza che, mentre questi parlano di luoghi lontani (Mongolia e Perù) “La quinta stagione” è girato in Belgio negli stessi luoghi in cui loro stessi abitano.

Claudio Di Paola

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