Eco Del Cinema

La passione di Cristo – Recensione

Con il suo film Mel Gibson offre un’inedita e personale versione della passione di Cristo

(The Passion of the Christ) Regia: Mel Gibson – Cast: Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano, Claudia Gerini – Genere: Religioso, colore, 126 minuti – Produzione: USA, Italia, 2004 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 7 aprile 2004.

La-passione-di-cristoIn tutti i suoi lavori in veste di regista Mel Gibson ha sempre posto al centro delle sue storie il dolore umano visto sotto tutte le sue sfaccettature. Ne “L’uomo senza volto”, film d’esordio dietro la macchina da presa risalente al 1993, la sofferenza dell’anima nasceva dalla mancata accettazione da parte della società di una persona (il protagonista, interpretato dallo stesso Gibson) sfigurata nel volto; quindi lo sfregio fisico come inevitabile causa di dolore fisico. Con “Brave Heart”, due anni più tardi, fa un passo avanti e ci lascia intuire l’angoscia della tortura prima della morte dell’eroe scozzese William Wallace. Poi, molti anni dopo, è pronto per il suo progetto più ambizioso: “La passione di Cristo” (2004), dove non esita a mostrarci con tutta la sua forza il calvario di Gesù, come nessuno aveva mai pensato di fare, puntando soprattutto sulla sua natura umana e sulla devastazione del fisico dell’uomo che, per salvare l’uomo, si sacrifica e patisce prima di esalare l’ultimo respiro sulla croce. Non a caso Gibson è stato più volte accusato di violenza, oltre che di antisemitismo e non pochi critici hanno parlato di film splatter o pulp.

Dall’arresto all’Orto degli Ulivi, al processo al cospetto di Ponzio Pilato, alla flagellazione e alla successiva crocifissione, Gibson si avvale del maggior realismo possibile, al solo scopo di restituire al suo spettatore la dimensione fisica e quanto più possibile vera di una situazione e di un tempo troppe volte osservato solo da un punto di vista simbolico. Ottima a tal proposito la scelta tanto criticata di utilizzare il latino e l’aramaico sottotitolato dalle lingue moderne, così come azzeccata la scelta del volto sofferente di Jim Caviezel per il ruolo di Cristo. Molto bella infine la location nostrana che sfrutta al meglio la suggestione del paese fantasma Craco e della città di Matera.

Salvatore Buellis

Articoli correlati

Condividi