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La musica nel cuore – August Rush – Recensione

Un piccolo grande musicista alla ricerca dei propri genitori

(August Rush) Regia: Kirsten Sheridan – Cast: Freddie Highmore, Keri Russel, Jonathan Rhys Meyers, Terrence Howard, Robin Williams – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: USA, 2007 – Distribuzione: Warner Bros – Data uscita: 30 Novembre 2007.

la-musica-nel-cuore-august-rushIn una magica e splendida notte di luna piena la giovane violoncellista Lyla Novacek (Keri Russel) e Louis Connelly (Jonathan Rhys Meyers), un carismatico cantautore irlandese, si incontrano a Washington Square e, attratti dalla melodia di “Moondance”, si innamorano focosamente. La passione per la musica fa vivere ai due un’intensa, ma breve emozione.

Dopo quella nottata splendida, a causa di alcuni eventi forzati e per colpa di fraintendimenti, la coppia si separa per undici anni, ignara del concepimento di un bambino (Freddie Highmore) dotato di un talento straordinario, che lo rende in grado di sentire l’arte in qualunque suono o rumore. Il piccolo diventa compositore e direttore d’orchestra della musica suonata dalla quotidianità del mondo e dalla casualità dei rumori e, dato in adozione appena nato, crede di poter ritrovare i suoi genitori proprio grazie alla musica che vive ogni giorno ed è la sua valvola di sfogo.

Il suo amore lo porta nella caotica New York dove, catturato subito dal grande Wizard (Robin Williams), ottiene il nome di August Rush. Il piccolo August, Lyla e Louis, separati nella vita, ma uniti nell’arte, si ritrovano a cercare quello che hanno perso è che un giorno costituirà di nuovo la loro vita. Una storia avvincente e piena di poesia. La musica tratteggia i contorni del film e ne dà il colore di base, ispira gli attori e ne suggerisce le azioni. L’ottima colonna sonora di Mark Mancina rende emotivamente partecipi gli spettatori.

Il film è inoltre reso appassionante dai tre protagonisti, ognuno fedele al suo ruolo. Freddie Highmore, dalla sua disinvoltura e naturalezza riesce a far trasparire profondità e riflessione negli sguardi. Jonathan Rhys Meyers e Keri Russel sono complementari nella loro diversità: l’uno appassionante, emotivo e sognatore e l’altra viziata, riflessiva ed esitante. Entrambi raccolgono determinazione e incisività proprio a voler coronare nel finale le loro travolgenti vite con un po’ di sicurezza. Altra interpretazione degna di nota è quella di Robin Williams nei panni di un manager di giovani musicisti di strada.

Nonostante incarni l’aspetto della società più bassa e approfittatrice, l’attore fa trasparire una scintilla di ingenuità, riguardo alla musica, e di compassione nei confronti dei ragazzi. L’abietta immagine della società che soffoca i talenti viene in qualche modo accantonata per far spazio al suo grande estro di attore. Di secondo piano, ma assolutamente riuscita, è l’interpretazione di Terrence Howard, nei panni del premuroso assistente sociale che aiuta Lyla, con grande profondità e dignità. Per il produttore Richard Barton Lewis “August Rush” segna il suo ritorno alla Warner Bros. Picture, per la quale aveva prodotto il film campione di incassi “Robin Hood: Principe dei ladri”.

Jacopo Lubich

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