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La gente che sta bene – Recensione

Francesco Patierno porta in sala una commedia amara con l’intento di mettere in luce il degrado morale di un’importante fetta della società italiana

Regia: Francesco Patierno – Cast: Claudio Bisio, Margherita Buy, Diego Abatantuono – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia, 2014 – Data di uscita: 30 gennaio 2014.

lagentechestabeneTratto dall’omonimo libro di Federico Boccomo, il film narra la triste storia di un uomo altrettanto triste, limitato dalla propria altezzosità e indifferenza verso il prossimo, famiglia compresa.

Umberto Maria Dorloni, interpretato da Claudio Bisio, è un avvocato d’affari ai vertici del proprio successo lavorativo; un bel giorno, però, quel suo mondo perfetto e dorato si sgretola, catapultandolo in un vortice d’incertezza e precarietà in cui sembra rimanere intricato, senza possibile via d’uscita.

Attraverso una comicità aspra – e a tratti esagerata – che desta sorrisini e amarezza allo stesso tempo, Patierno tenta di narrare al pubblico uno spaccato della società del nostro tempo, denunciandone la carenza – quando non l’assenza totale – dei valori morali e dei buoni principi. Ecco allora che, tra le fila della ricca borghesia finanziaria ed economica milanese, il personaggio dell’avvocato in carriera, Umberto Maria Dorloni, rappresenta appieno i difetti e le contraddizioni della classe sociale di cui si erge a simbolo.

Ma non si deve immaginare tale personaggio come il classico cattivo senza scrupoli, ben rappresentato, per contro, dal collega Diego Abatantuono nei panni di un manager incallito e spregiudicato come pochi. Più che malvagio, infatti, il personaggio cui Bisio dà vita è soprattutto un uomo goffo, che dietro uno spesso strato di malsano arrivismo nasconde, in fondo, un’umanità espressa nell’insicurezza e nei suoi numerosi difetti.

Tale lato umano del protagonista emerge proprio dal confronto con alcuni dei personaggi che lo circondano, prima fra tutti la moglie Carla, interpretata da un’abile Margherita Buy ‘tenuta a bada’ dalla parte di compagna docile e remissiva. È, infatti, proprio nella figura della moglie e nel rapporto che lega, nonostante tutto, i due coniugi che risiede la positività nascosta del protagonista stesso.

Dal punto di vista attoriale, il film non delude le aspettative del pubblico che si trova davanti una buona schiera di attori professionisti e ben calati nelle parti che interpretano. Se Bisio mette al servizio della pellicola le sue doti di ‘simpatico umorista’, pur riuscendo discretamente a far trapelare la tragicità del personaggio, la Buy si conferma, ancora una volta, una grande interprete del panorama cinematografico italiano, riuscendo a spiccare, nonostante le poche battute sul copione. Altrettanto convincente e ben rappresentata è la parte del gelido calcolatore interpretata da Abatantuono che, per l’occorrenza, indossa agghiaccianti lenti blu.

Chi, invece, ha ancora molta strada da fare è l’attrice debuttante Jennipher Rodriguez, di cui si mettono in mostra, gratuitamente, seno e fondoschiena richiamando alla mente il triste filone dei triti, e ritriti, cinepanettoni.

Per quanro riguarda la sceneggiatura, infine, il film mostra sì un intenso lavoro di delineazione dei personaggi – che risultano, in effetti, ben caratterizzati –, ma pecca, di tanto in tanto, nei dialoghi, dove si avverte una dose esagerata d’ironia a tratti macchinosa che, proprio in quanto tale, non sempre riesce a cogliere nel segno.

Francesca L. Sanna

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